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Recensione de IL POTERE DEI SOLDI – In un gioco fra re può vincere un pedone?

Creato il 12 settembre 2013 da Masedomani @ma_se_domani

Recensione de IL POTERE DEI SOLDI – In un gioco fra re può vincere un pedone?Il 27enne proletario Adam Cassidy (Liam Hemsworth, il fratellino di Thor) pensava di aver fatto il botto con l’assunzione al reparto ricerche della grande azienda di telecomunicazioni di Nicolas Wyatt (Gary Oldman); ma per un puntiglio viene licenziato per scarso rendimento insieme ad un gruppo di fedeli colleghi-amici. Per sberleffo decide di svuotare la carta di credito aziendale con una gigantesca bevuta, ma viene beccato da un tirapiedi del capo (Julian McMahon) e ricattato: dovrà farsi assumere da una grande azienda rivale e rubarne i segreti, o per il suo scherzetto verrà denunciato per appropriazione indebita.

Recensione de IL POTERE DEI SOLDI – In un gioco fra re può vincere un pedone?

Adam a 7 anni ha perso la madre perché non c’erano i soldi per le costosissime cure, ora ha il padre (Richard Dreyfuss) anziano e malato, e così accetta. Come ricompensa riceve un appartamento da favola, un’auto di lusso, un nuovo guardaroba e la promessa di 500.000 $. Con un doppio salto mortale di sceneggiatura Adam viene in effetti assunto dall’azienda di Jock Goddard (Harrison Ford), un tempo mentore e poi socio di Wyatt, ora suo acerrimo rivale.

Adam seduce una collega (Amber Heard, giovane e molto bella, sai che sforzo) per sottrarle le password d’accesso al segretissimo prototipo che deve rubare.

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Poi, dopo un’altra mezz’ora in cui non succede praticamente più nulla, se non che il belloccio Adam si fa ben 4 docce, finalmente esplode l’azione: ricatti e controricatti, pestaggi, inseguimenti, sparatorie e salvifico intervento finale dell’intrepido agente FBI (Josh Holloway) che non vedeva l’ora di incastrare i due vecchi marpioni per vicendevole spionaggio industriale. Adam viene infine perdonato per aver collaborato con la Giustizia.

Il titolo italiano non vuol dire assolutamente niente, ma anche l’originale PARANOIA (lo stesso del romanzo da cui il film è tratto) ha poco a che fare con la storia. Forse si riferisce al fatto che Adam si scopre l’appartamento zeppo di cimici e anche il suo telefono è perennemente sotto controllo: ma si può essere definiti paranoici se non solo ti spiano ma poi DAVVERO ti vogliono uccidere?

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Comunque la storia è stiracchiata, la sceneggiatura è piena di buchi, dal forellino alla voragine, in cui si perdono le sorti di almeno due personaggi. I caratteri sono forzati e stereotipati all’inverosimile, Gary Oldman e Harrison Ford sono la pallida ombra di se stessi: dopo 16 anni ripetono qui i mediocri siparietti di AIR FORCE ONE, là erano un buono e un cattivo, qui sono entrambi antipaticissimi, ma la zuppa è la stessa. Hemsworth e la Heard sono “carini” nel peggiore senso del termine. Meglio non parlare della regia di Robert Luketic: il film migliore che ha fatto è il suo primo LA RIVINCITA DELLE BIONDE del 2001, poi un disastro dietro l’altro e questo non è da meno.

Non si possono dare 0 stelline a un film, così glie ne do una, per l’impeccabile arredamento Armani Casa dello splendido nuovo appartamento di Liam: più che un product placement è un vero show-room. Quanto al resto, se vi va di assistere a 3 generazioni di maschietti che per 106 minuti gareggiano a chi ce l’ha più lungo accomodatevi, sennò lasciate perdere.


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