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Recensione Depilando Pilar di Andrea G. Pinketts

Creato il 25 maggio 2011 da Masedomani @ma_se_domani
Recensione Depilando Pilar di Andrea G. Pinketts

Non è facile accontentare sia i nuovi potenziali lettori che il popolo di fan affezionati, pronti a ingollarsi qualsiasi forma di narrativa Pinketts decida di approcciare, ma sono abbastanza certo che con “Depilando Pilar” il milanesissimo autore di noir sia riuscito pienamente nell’intento di affascinare entrambi i gruppi.
 
Per chi non abbia mai preso in mano un romanzo di Pinketts, lo stile di scrittura assolutamente peculiare ed altrettanto personale sarà una piacevolissima scoperta: in qualche pagina potrà sembrare stancante, ma la capacità infinita di giocare con le parole e con le frasi, arrampicandosi su picchi lessicali e precipitando verso il luogo comune evitandolo proprio all’ultimo renderà la lettura una esperienza senza dubbio appagante e diversa dal solito. Un piccolo assaggio da un romanzo precedente ("Ho fatto giardino"):
 
Ci sono uomini che attirano le donne perché sono magnaccia. Ci sono uomini che attirano le donne perché sono magnati. Ci sono uomini che attirano le donne perché sono magneti. Io appartengo a quest'ultima categoria.
 
Per gli aficionados, “Depilando Pilar” è un tuffo gradevolissimo nel mondo di Lazzaro Santandrea - alter ego dell’autore, spassosissimo l’incontro romanzato dei due - e della variopinta galassia umana che è solita gravitargli attorno. Pogo il Dritto, De Sade, la giornalista Alice saranno co-protagonisti di una trama gialla caratterizzata da mille colpi di scena, in una Milano trascinata nel panico da un’ondata di delitti commessi inspiegabilmente da una serie di (normalmente) pacifici taxisti.
 
Con una vena di creativa follia ed una di purissimo divertimento letterario, Pinketts imbastisce il  romanzo che aspettavamo da un po’: tra sette nani esperti di arti marziali, due sicari in doppio petto, un industriale dal vizietto “frustante” (non è un errore di stampa) ed un figlio quasi suo coetaneo, Lazzaro Santandrea ci riconcilia con il suo mondo - forse appena un po’ appannato nelle ultime prove - e ci regala una felice immersione in un plot spumeggiante (definizione che piacerà al protagonista) che ce lo rende compagno di strada persino quando è sobrio.
 
Vi starete domandando “E Pilar?”. Pilar si fa attendere, più e più volte richiamata all’interno dal romanzo. E a un certo punto arriva, ad un pelo dalla fine ;)
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