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Recensione di All’alba dell’indomani di Adriano Margarone

Creato il 24 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di All’alba dell’indomani di Adriano MargaroneVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Adriano Margarone
Pubblicato da:lulu.com
Genere:RaccontiRomanzo di formazione
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
Trama:

Edoardo, figlio di contadini, descrive in prima persona la sua vita attraverso le due grandi guerre, passando per la perdita di un fratello, di un amore e di se stesso. All’alba di un nuovo giorno potrà ricominciare da capo con la sua vita.


All’alba dell’indomani è, come avevo detto anche per Polvere nel vento (recensito qualche giorno fa), un romanzo di crescita e formazione del protagonista. La storia è ambientata tra la fine del 1800 e la metà del 1900, in un paese di campagna italiano, dove Edoardo vive con la madre e il fratello più piccolo. Appena prima che il fratello nasca, il padre li abbandona per non si sa quale motivo, e Edoardo si ritrova a essere l’uomo di casa ancora prima di aver capito cosa vuol dire. Nonostante la mancanza del padre, Edoaro si rivela essere un ragazzo coscienzioso e altruista, al punto di lavorare di più per pagare un maestro al fratello perché impari a leggere e scrivere. Già dalle prime pagine si capisce che il percorso di vita di Edoardo non sarà lineare e senza problemi, ma dovrà affrontare delusioni e lutti. Il primo ostacolo che Edoardo supera è l’abbandono del fratello minore.

Questi, una volta trasferitosi in città a studiare, diventa superficiale e non apprezza più ciò che la famiglia ha fatto per lui. Cacciato di casa a malo modo il giorno di Natale, perderà i contatti con la madre e Edoardo per non recuperarli mai più. Passano gli anni e Edoardo si innamora di Maddalena, amore tra l’altro corrisposto, ma non ben visto da Giovanni, il fratello di lei. Avuta la benedizione dai genitori della ragazza, si mette di mezzo la prima grande guerra, e la promessa fatta al padre di Giovanni di tenerlo d’occhio, cosa che non riuscirà a fare. Tornato al paese natale quasi illeso, deve affrontare la rabbia del padre di Giovanni e la scelta di Maddalena di farsi suora. Superato anche questo, Edoardo reagisce e apre una sartoria in paese. L’attività si avvia bene e tutto sembra filare liscio fino alla seconda guerra. Nonostante i problemi, la vita sembra continuare, fino a quando Edoardo scopre un segreto della madre che non può accettare. Sente quindi la necessità di allontanarsi da tutto e tutti, parte senza una meta precisa, solo alla ricerca di se stesso. E quando vede l’alba, sa che da quel momento comincerà la nuova vita.

Data la brevità del romanzo, non mi aspettavo di trovare così tanto contenuto, ma devo ammettere che ogni riga aveva un significato, era pregna di sentimenti. L’esperienza della guerra fa sempre impressione, e anche qui è difficile affrontare la lettura di quelle pagine che ne parlano. È una descrizione molto sentita e partecipe. Tutto sommato non è stata male come libro, letto in un’oretta circa, probabilmente da riprendere in mano in un momento futuro per assimilarlo a pieno.

 

Approfondimento

Prima di tutto vorrei dare un piccolo consiglio all’autore: bisognerebbe far rivedere il testo a qualcuno per un altro giro di bozze, perché sono sfuggiti degli errori, in particolare di battitura, e alcune cose stilistiche. Purtroppo interrompono, a volte malamente, un insieme che in realtà ha del potenziale.

Detto questo, dato che l’autore è lo stesso, non posso fare a meno di confrontare All’alba dell’indomani e Polvere nel vento. Probabilmente per il tipo di storia (più vicino ai nostri tempi), ho apprezzato di più il primo rispetto al secondo. Entrambi i testi sono pieni di sensazioni, soprattutto sentimenti, danno moltissimo spazio ai loro protagonisti e a quello che pensano. Queste scelte stilistiche non le vedo adatte a un cavaliere che si trova nel mezzo delle crociate a combattere gli eretici, mentre mi sembra indicato per Edoardo che combatte in guerra. Non ce lo vedo proprio un cavaliere a pensare se quello che fa è giusto o sbagliato, mentre un contadino partito per la guerra perché obbligato a farlo, e che si rende conto che quello che gli succede intorno è una delle cose peggiori possibili, mi sembra più coerente. Mi spiaceva per Edoardo e per ogni cose che gli andava male, ma Adriano Margarone è convinto che una speranza ci sia sempre, e lo dimostra chiaramente nei suoi libri. Per lui la luce in fondo al tunnel ci sarà sempre.

È bello cominciare il nuovo anno con questo pensiero.



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