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Recensione di Alla fine di un lungo inverno di Emma Woolf

Creato il 06 agosto 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

0 Flares 0 Flares × Recensione di Alla fine di un lungo inverno di Emma WoolfAlla fine di un lungo invernoEmma Woolf
Pubblicato daTea
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana: Narrativa TEA
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Basato sulla reale esperienza di vita dell’autrice e giornalista Emma Woolf, Alla fine di un lungo inverno tratta del tema dell’anoressia, affrontato dalla Woolf in una rubrica settimanale del Times e, in seguito, trasformato in romanzo. Il cammino di una donna nelle sue zone d’ombra e nei suoi momenti di luce. La speranza di trovare, nell’amore, una via di fuga dal tunnel.

Dalla rottura di una relazione all’età di diciannove anni, per Emma comincia la lenta discesa nel baratro dell’anoressia, una caduta libera verso l’autolesionismo che – come sostiene l’autrice stessa – è alla base dei disturbi alimentari. Ma Emma è ormai una donna, ha trentatré anni, un lavoro indipendente, una relazione stabile con Tom ed un desiderio: diventare madre. Ma come farsi strada attraverso il tunnel, come uscirne? Come spezzare un circolo vizioso di negazione ed autopunizione che si è protratto per quattordici anni? Perché la verità è che Emma, a trentatré anni, pur avendo una relazione stabile, una famiglia che la ama e un lavoro indipendente non vuole liberarsi dell’anoressia. Da quando è precipitata nel baratro, Emma ha intrapreso un percorso di autolesionismo e di autocontrollo portato all’estremo. La sua astinenza da cibo, – come la sua abitudine all’eccessiva attività fisica, al continuo maltrattamento del proprio corpo – rappresenta un baluardo di difesa contro quelle che Emma stessa definisce “le incursioni dei Barbari”: il mondo esterno.

Emma è fragile. Spezzata in due da quella rottura con Laurence, all’età di diciannove anni e, poi, dal suicidio del suo amante Greg, proprio quando aveva deciso di riaprirsi all’amore. Ha bisogno di certezze, di ordine, di razionalità. E, allora, si lascia cadere nell’oblio dell’anoressia, dove ogni cosa è scandita dal ferreo rigore di un’unica sensazione, che non lascia spazio a null’altro: la fame. Emma ama sentirsi vuota e pura, affamata. Tom, il suo compagno, rappresenta per Emma una relazione stabile. Emma ne è innamorata. È, quindi, terminata la sua paura dell’amore, il suo timore ad aprirsi agli altri, sono terminati tutti i conflitti? Non dovrebbe essere, Tom, una certezza, un paracadute adatto ad una donna in caduta libera? No. Affatto. Emma vive con Tom una relazione in equilibrio precario basata, sì, sull’amore reciproco, ma anche su difficoltà di ogni sorta, prima su tutte: la sua incapacità di trasferirsi a vivere con lui. L’idea di un nuovo ambiente che non sia il suo, il pensiero di una condivisione così profonda la paralizzano.

Perché Emma si tiene ancorata alle sue abitudini e al suo universo privato con la forza di un riccio, con gli artigli conficcati nella sua sfera personale. Emma ha bisogno di vivere nella sua fortezza. Alla fine di un lungo inverno, però, è un cammino di guarigione nel quale la Woolf percorre tutte le tappe della sua vita – dall’infanzia serena con i suoi, ad un’ adolescenza movimentata – per analizzare alla radice il suo disturbo, fino ad arrivare alla sua decisione di risalire dal baratro. «Devi smetterla di andare a correre. E se vogliamo avere un figlio, devi mangiare di più…». Queste le parole di Tom ad Emma. Un ultimatum. Una preghiera silenziosa. Un invito ad amarsi. Al termine di Alla fine di un lungo inverno dopo vari piccoli progressi riportati e molta fatica, Emma, raggiunto il peso di cinquantuno chili – un passo avanti rispetto a quello che era il suo peso di quarantacinque chili – intravede una luce nel tunnel, dovuta anche al fatto di un ritorno del ciclo mestruale che le consentirà di poter avere un figlio. Non ancora del tutto guarita, ma profondamente cambiata, alla fine del romanzo viene alla luce una donna nuova pronta a mettersi in gioco, ad aprirsi sempre più alla vita, ad andare a vivere con il suo compagno, a diventare madre. E la fine dell’inverno ha il sapore di una nuova vita…

Emanuela Quaranta



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