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Recensione di Ero alle Porte Dell'Est. Forse di Oronzo Persano e Francesco Silvestro

Creato il 20 gennaio 2014 da Empedocle70
Recensione di Ero alle Porte Dell'Est. Forse di Oronzo Persano e Francesco Silvestro


Questo cd, uscito nel 2013 per la casa discografica Lira Classica, vince di gran lunga il premio per il miglior titolo del 2013. Lungi da reminescenze alla Battiato del periodo babilonese-mesopotamico-assiro, questo è un serio e compassato cd di musica contemporanea per chitarra classica. Autore delle musiche il maestro Oronzo Persano, classe 1944, da anni dedito sia all'insegnamento del nostro strumento preferito , sia al tentativo di allargare i limiti del repertorio classico. Questo cd suonato dal valente ex allievo Francesco Silvestro, rappresenta una pietra miliare nella sua produzione chitarristica raccogliendo un repertorio compositivo che va dal 1978 fino al 1999.


Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'ascolto di questo cd dato che non conoscevo ne il compositore ne l'interprete: il cd è ottimo e la musica è davvero molto interessante. Tutti i brani qui eseguiti dimostrano una notevole maturità stilistica e di pensiero e una notevole consocenza delle possibilità espressive della sei corde classica. Quattro sono le composizioni qui eseguite: Prefica Salentina del 1978, Ecce Homo del 1987m Ero alla porte dell'Est. Forse del 1997  e Sette lette mai scritte del 1999. Persano è un autore pregevole dotato di uno stile assolutamente personale che riesce a fondere in maniere assoluatmente piacevole einteressante tutte le possibilità offerte dalla musica contemporanea, si intuisce una sorta di metafisica personale alla base del suono che riesce a far esprimere alla chitarra classica, una evoluzione di pensiero e una maturità quasi filosofica che trova un fertile terreno nell'abilità interpretativa di Francesco Silvestro, suo allievo, che ha saputo ben cogliere e evidenziare questo stile e questa linea di pensiero che in alcuni casi sfiora quasi l'isolazionismo. Un brano su tutti: Prefica Salentina dove brevi schizzi melodici, corde saltate, sputi di suono si alternano a puri silenzi emozionali da cui la chitarra di Silvestri si immerge e emerge in continuazione, quasi come un Takemitsu venuto a bagnarsi nei nostri mari mediterranei. Da studiare.

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