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Recensione di Hotel New Hampshire di John Irving

Creato il 24 aprile 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Hotel New Hampshire di John IrvingVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:John Irving
Pubblicato da:Bompiani
Collana:I grandi tascabili
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
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scontato
usato
Trama:

Se siete gente normale e vi prendesse la voglia di una scampagnata nel Maine, sappiate che l’Hotel New Hampshire non fa per voi. I gestori non sono il genere di americani che immaginate: vi è un tale John, dal fisico palestrato, che si dice nutra un’insana passione per la sorella Franny, professione attrice. C’è il padre di John, il signor Winslow, cieco da anni, che si aggira nella hall dimenando una mazza da baseball per farsi strada. E c’è pure un orso, anzi una femmina di orso, una certa Susie che passa molto tempo al telefono… A dire il vero il New Hampshire, costruito sulle rovine dell’Harbuth-not-by-the-sea non è nemmeno un albergo…


Fu proprio all’Harbuth-not-by-the-sea, nell’estate del 1939, che l’avventura dei Berry ebbe inizio: qui Winslow e Mary s’innamorarono, qui Freud l’ebreo, il viennese che girava con la Indian e l’orso State o’Maine nel sidecar, diede loro la benedizione.

Né gli studi universitari ad Harvard, né l’arruolamento tra le reclute nella Seconda guerra mondiale distrassero il capofamiglia dai suoi sogni. Il primo, la paternità, che si realizzò con la nascita, a distanza ravvicinata l’uno dall’altro, di Frank, Franny, John, Lilly ed Egg. L’altro, quello di lasciare l’insegnamento per un lavoro più appagante, che assunse le fattezze dell’Hotel New Hampshire, o per meglio dire, del primo Hotel New Hampshire.

Nonostante la ritrosia del padre Coach Bob, che gli rimproverava di vivere sempre nel futuro, e fare di continuo progetti per l’anno dopo anziché vivere e basta, minuto per minuto, Winslow investì il ricavato della vendita di casa Bates nell’acquisto dell’ormai chiusa scuola Thompson di Dairy. Ai ragazzi l’idea non dispiacque, in particolar modo dopo la scoperta che le stanze erano collegate tramite interfono, con il quale era possibile comunicare, ma soprattutto spaventare i clienti o spiarli nell’intimità. Tuttavia, a cambiare radicalmente le loro vite, sarà la violenza subita da Franny la sera di Halloween. Da allora John, che in Hotel New Hampshire ha il ruolo di narratore interno, si allenerà duramente, sotto la guida del nonno ex giocatore di rugby, per non sentirsi più impotente come quella tragica notte. L’amore per la sorella, ricambiato, lo accompagnerà per buona parte del romanzo, fino a quando i due escogiteranno un “sistema” che metterà fine alla loro ossessione, e il desiderio smodato dell’uno per l’altra prenderà nuova forma.

Le forme, i sembianti della vita e della morte, sono la predilezione di Frank: il goffo primogenito dalle inconfessate pulsioni omosessuali trascorre il tempo libero in un laboratorio di chimica, alle prese con l’imbalsamazione di Sorrow, il vecchio cane maleodorante a cui Franny era tanto affezionata. La piccola Lilly scoprirà di essere affetta da nanismo e sfiderà l’altezza a suo modo, buttandosi a capofitto nella letteratura. Il talento per la scrittura e il successo editoriale non basteranno però a salvarla dal suo senso di inadeguatezza.

Le vicende si complicheranno ulteriormente quando Winslow deciderà di cedere l’hotel a dei circensi per traferirsi a Vienna a gestire la Gasthaus Freud. Non tutti i familiari, infatti, giungeranno a destinazione e il secondo New Hampshire si rivelerà un covo di prostitute e rivoluzionari, dai biechi propositi. Avvinti dalla nostalgia e dopo aver sventato un pericoloso attentato all’Opera, i Berry torneranno in America per dare vita al terzo New Hampshire. Winslow vivrà nella la convinzione di aver acquistato un albergo, ma l’attività cui John e la compagna Susie danno vita è molto più speciale …

Uno degli aspetti più apprezzabili di Hotel New Hampshire è la costruzione dell’intreccio: dopo un inizio in medias res, seguito da una brillante retrospettiva sulla genesi della famiglia Berry, la narrazione procede attraverso l’uso sapiente di prolessi, che accrescono la curiosità del lettore e lo inducono a divorare le pagine per scoprire più dettagliatamente i successivi sviluppi.

I numerosi personaggi che costellano la vicenda sono ben delineati. Sia le figure primarie che i ruoli secondari appaiono verosimili tanto nella fisicità, quanto nella loro caratterizzazione psicologica, e parimenti curata risulta la connotazione linguistica di ciascuno: così, se il bizzarro ma saggio Iowa Bob comunica per motti e metafore e Lilly adora le citazioni celebri del Grande Gatsby, Franny si esprime sempre senza peli sulla lingua, rasentando lo scurrile con i costanti e per nulla velati riferimenti sessuali.

Anche la ricostruzione delle ambientazioni risulta convincente e paesaggi marini e spazi urbani si fanno vividi nell’alternarsi ed integrarsi di descrizioni soggettive ed oggettive.

Hotel New Hampshire si aggiudica con merito le 4 stelle, ma date le premesse avrebbe potuto ambire anche alla più elevata categoria. Qual è la pecca che preclude al testo un voto con lode? L’eccesso di sesso! Non voglio giocare con le parole né assegnare un giudizio morale allo stile di vita che caratterizza almeno tre quarti dei personaggi, proprio ora che le Sfumature di grigio vanno tanto di moda, ma le cronache dettagliate dei rapporti sessuali consumati da John, Franny e compagni in ogni capitolo del libro, generano un che di ridondante, che appesantisce il racconto e distoglie dal messaggio centrale del romanzo. Insomma, che Franny e i coetanei da lei frequentati siano spiriti liberi, che il fratello cerchi di levarsela dalla testa concedendosi “qualche” distrazione e che alla Gasthaus Freud la prostituzione sia di casa lo avremmo tenuto a mente anche se l’autore non avesse ribadito il concetto ogni altra pagina.

Approfondimento

In Hotel New Hampshire (1981), così come negli altri bestseller che costellano la sua lunga produzione letteraria dai primi anni settanta a oggi (imprescindibili Il mondo secondo Garp, Le regole della casa del sidro, Preghiera per un amico), John Irving si rivela un “architetto della scrittura”: gli va riconosciuta, infatti, un’innata capacità progettuale, che l’esperienza ha ulteriormente affinato, nella costruzione degli ambienti e nell’orchestrazione dell’intreccio che in essi si sviluppa. Si tratta di spazi con i quali l’autore ha un intimo rapporto: il New Hampshire è il suo stato d’origine, l’Austria quello in cui ha vissuto da studente e conseguito la laurea in letteratura. All’impalcatura esterna si coniuga un contenuto altrettanto elaborato, capace di veicolare una molteplicità di tematiche antropologiche di forte impatto sul lettore: la violenza sulle donne, l’omosessualità, la guerra, la politica, la competizione, il senso di inferiorità, le ossessioni. Il tutto scevro da qualsiasi giudizio etico, così che attiene al lettore la facoltà di assolvere o condannare i personaggi.

A fare da trait d’union vi sono il tema del viaggio, che tramuta la vita dei Berry in un‘odissea alla ricerca di un luogo in cui sentirsi finalmente a casa, e un valore, l’unico promosso dal testo che di fatto è esente da qualsiasi finalità moraleggiante: l’unità familiare, perseguita e tutelata come il più prezioso dei beni.

Alessandra Melegatti

About John Irving

John Irving è nato nel 1942 nel New Hampshire e vive tra il Vermont e Toronto. Ormai un autore classico della letteratura americana, ha vinto il National Book Award per il suo capolavoro, Il mondo secondo Garp (Bompiani, 1979). Tra gli altri romanzi, Le regole della casa del sidro (Bompiani, 1985), Hotel New Hampshire (Bompiani 1989), Libertà per gli orsi (Rizzoli, 1992) e, più di recente, In cerca di te (Rizzoli, 2006). La sua opera è disponibile in Italia nel catalogo Bur e nei Tascabili Bompiani.




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