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Recensione di I dodici bambini di Parigi di Tim Willocks

Creato il 15 novembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

21 Flares 21 Flares × Recensione di I dodici bambini di Parigi di Tim WillocksVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Tim Willocks
Pubblicato da:Multiplayer.it Edizioni
Collana:Multipop
Genere:Romanzo Storico
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Mattias Tannhauser è un cavaliere di Malta, un combattente addestrato per difendere il suo Ordine, e si trova a Parigi nella notte più sanguinosa della storia d’Europa: la notte di san Bartolomeo. Deve ritrovare la moglie Carla, ma viene coinvolto negli scontri e dovrà setacciare in lungo e in largo Parigi prima di poter cantare vittoria.


I dodici bambini di Parigi. Parigi, 23 agosto 1572: questa è la notte in cui comincia la crociata contro gli ugonotti, la notte di san Bartolomeo, quella che i libri di storia descrivono come la notte dai fiumi di sangue. Il Re di Francia ordina alle sue armate di attaccare tutti gli ugonotti presenti nella capitale. Per giustificare l’azione, li accusa di aver tramato una congiura contro di lui, sostiene che vogliano ucciderlo per avere il potere. Si scatena una carneficina per tutte le vie della città. Le milizie del re sono mandate a stanare gli eretici e a torturarli nelle maniere più fantasiose. È questo lo scenario che si trova davanti Mattias Tannhauser quando arriva a Parigi per cercare la moglie: un tutti contro tutti senza esclusione di colpi, una cacofonia di urla, scoppi e tonfi, circondato da gente che fugge, uccide o muore.

La moglie di Mattias, Carla, era stata invitata nei mesi precedenti a suonare al matrimonio reale, e lei, nonostante la gravidanza avanzata, non si era certo tirata indietro. Forte come il marito, è partita alla volta di Parigi da sola, pronta a godersi il soggiorno e i festeggiamenti. Era ignara però di quello che la stava aspettando nella città più romantica del mondo: non solo il Re aveva intenzione di scatenare questa battaglia sanguinaria, ma nella corte si tramava anche per eliminare proprio lei, la dama del sud. Come ben sappiamo dai libri di storia, gli attacchi e le mosse di un sovrano o della sua corte sono tutte dettate dal desiderio di ottenere qualcosa, che sia materiale o ideologico. E anche qui si sperava di distruggere il passo che si voleva fare verso una riappacificazione tra i cristiani e i protestanti della città. Ovviamente la macchinazione era complessa e Mattias ha il suo daffare prima di venirne a capo.

Carla però non è mai abbandonata a se stessa: ha degli angeli a proteggerla, angeli veri e propri, che solo una vecchia strega dei quartieri malfamati di Parigi riesce a vedere; ha carisma e avrà l’amore che l’Infante di Cuccagna proverà per lei.

In tutto il libro i combattimenti di Tannhauser e gli spostamenti di Carla s’intersecheranno con le vite di dodici bambini. Ogni bambino ha alle spalle una storia, alcuni sono ricchi, altri poveri, alcuni hanno vissuto tutta la vita per strada, altri sono stati abituati a castelli e banchetti, ma sono tutti SOLAMENTE dei bambini. Purtroppo sono anche bambini che sono cresciuti troppo in fretta, che sono già grandi nella mente (e lo dimostrano con le loro azioni), ma rimangono piccini nel cuore, dando tutto l’amore più candido che si ritrovano, come solo un bambino può fare. Mi sono affezionata a ognuno di quei bambini, gli stringevo la mano mentre scorrevano le pagine per le vie di Parigi, e vorrei averli protetti io stessa da quello che hanno affrontato.

Non ho dato il massimo nella valutazione perché per i miei gusti è stata una lettura un po’ troppo sanguinaria e dettagliata nella descrizione dei combattimenti, ma non ha nulla di meno rispetto a qualsiasi romanzo storico. Anzi, nonostante la mole consistente di pagine, è scivolato via senza problemi, proprio come il sangue di cui è intriso.

 

Approfondimento:

Tim Willocks in I dodici bambini di Parigi ha avuto la maestria di farci entrare in questo mondo lontano di più di cinque secoli, di cui tanto abbiamo letto sui banchi di scuola, ma del quale non riusciamo a immaginare la vera realtà o capire cosa voleva dire nella pratica di tutti i giorni vivere. Gli intrighi nelle corti erano affari complicati, erano giochi di amicizie, odio, corruzioni e oro: l’autore segue Tannhauser passo passo in giro per Parigi, cercando con lui di capire cosa in realtà è successo alla moglie. Ma oltre che ai ricchi, guardiamo sempre anche ai poveri della città, non vengono mai dimenticati, perché alla fine sono loro che fanno la storia e la rimettono a posto, invece che rovinarla come fanno quelli sui troni dorati.

Devo ammettere che nel campo dei romanzi storici non ho molta esperienza. Due sono le opere che mi fanno da riferimento: Il nome della rosa di Umberto Eco e I pilastri della terra di Ken Follett. Ovviamente stiamo parlando di due giganti della narrativa mondiale, e non potrei mai dire che I dodici bambini di Parigi ne uguaglia la grandezza, ma mi sono sentita trasportare in quel mondo antico e spietato proprio come Eco e Follett hanno fatto in passato. Ritengo che gli amanti del genere possano apprezzare anche questo libro.



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