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Recensione di Il Mezzo Re di Joe Abercrombie

Creato il 12 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Il Mezzo Re di Joe AbercrombieVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Joe Abercrombie
Pubblicato da:Mondadori
Collana:Omnibus
Genere:FantasyYoung Adult
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Il principe Yarvi si sta preparando all’esame da Ministrante quando suo padre, il Re del Gettland, e suo fratello maggiore vengono assassinati da Grom-gil-Gorm. È quindi lui l’erede dello Scranno Nero: un trono che fa paura solo a guardarlo, che implica troppe responsabilità per un ragazzino con una mano deforme che non gli permette di combattere. In un mondo dove la dimostrazione della propria forza in battaglia fa un vero uomo e soprattutto un vero Re, il suo moncone fa di lui un Mezzo Re?


Il famoso detto “Non giudicare un libro dalla copertina” dovrebbe essere più preciso: “non giudicare un libro da chi lo presenta, da chi lo recensisce, da chi lo sponsorizza…” Mi sono fatta fregare di nuovo e non ci è voluto molto, mi è bastato leggere il nome di G.R.R.Martin in copertina che non ho capito più nulla: non c’è scritto né “è il mio erede” né “se ti è piaciuto Le cronache del Ghiaccio e del Fuoco, compralo”. C’è scritto solo ”Uno scrittore straordinario!” il che potrebbe essere anche vero, ma a mio parere Il Mezzo Re non è il romanzo meglio riuscito di Joe Abercrombie.

Innanzitutto non è un vero e proprio fantasy: non c’è magia, non ci sono elfi, draghi o creature fantastiche, ma solo accenni di rovine elfiche di cui non è spiegata l’origine. La trama è il classico viaggio dell’eroe: niente di particolarmente originale, a volte scontato, un po’ banale, ma nel complesso scorrevole se penso che lo leggerà mio nipote undicenne. Il nostro eroe, Yarvi, è il secondogenito del Re. Ha una mano deforme, una sorta di moncone che non gli permette di impugnare la spada e quindi di essere considerato un vero uomo né da suo padre, né dai suoi sudditi. Ignorato dal primo e deriso dai secondi, perché sostanzialmente inutile al regno si dedica allo studio. Infatti Yarvi , istruito da Madre Gundring, è destinato a diventare Ministrante: consigliere del sovrano, guaritore, erudito e sacerdote, insomma una sorta di maestro della cittadella di Martin.

È deciso a vendicare la morte di suo padre e di suo fratello attaccando Grom-gil-Gorm, sovrano del regno nemico confinante con il Gettland, quando, tradito da suo zio, che aspira al trono, Yarvi viene gettato in mare. Ovviamente non muore, altrimenti la trilogia del Mare Infranto (sì, sì! Ce ne sono altri due!) finirebbe nelle prime cinquanta pagine del primo volume. Si salva, ma è catturato da Grom-gil-Gorm che, non riconoscendo in lui il re del Gettland, lo vende come schiavo. Incatenato ai remi della nave del Capitano Shadiskshirram, Capitan Uncino in gonnella, conosce i fedeli compagni del suo viaggio dell’eroe che ci porta fisicamente da una costa all’altra del Mare Infranto e metaforicamente alla crescita interiore di Yarvi, con le sue paure, le sue conquiste e le contraddizioni tipiche di un adolescente che non sa ancora ciò che vuole.

Credo di aver affrontato la lettura de Il mezzo Re con troppe aspettative ed il fatto che non abbia apprezzato né la trama, troppo debole, né l’ambientazione, poco curata, appena abbozzata, è il risultato. Mi sembra che il signor Abercrombie abbia tentato di sfruttare da un lato il successo dello Young-adult e dall’altro la tendenza fantasy risvegliata dal Trono di Spade, cercando di scopiazzare Martin, ma non riuscendo a far bene né l’uno né l’altro!

Approfondimento

Non ero a conoscenza dell’esistenza dello Young Adult, perdonate la mia ignoranza, ma ero rimasta ancora al romanzo di formazione, anche se il fatto che si sia evoluto, in effetti, non significa che sia un nuovo genere.

Che poi parlare di evoluzione, nel senso di miglioramento, non è proprio corretto: mi vengono i brividi a pensare di mettere nello stesso scaffale Grandi speranze, Il signore delle mosche o Il giovane Holden e Twilight! Semplicemente si è adattato al mercato e ha dovuto fare posto ai vampiri, inglobare un po’ di fantasy, mescolare bene con un pizzico di Harmony e ha servito la minestra! Questa succulenta trovata commerciale non è tutta da buttare ovviamente: c’è anche Harry Potter lì dentro, non scherziamo!

Il Mezzo Re si colloca proprio in questo vecchio/nuovo genere letterario: presentato come un fantasy, che, ripeto, propriamente non è, affronta i problemi di un eroe adolescente solo e debole fisicamente ma deciso a farsi rispettare e a rivendicare il suo ruolo nel mondo. Il tema dell’handicap non è approfondito: Abercrombie affronta il moncone di Yarvi come se fosse un problema di acne e se da un lato dimostra che per essere un Re non è necessario essere perfetti fisicamente, non è quello il problema del nostro eroe, dall’altro lascia incompleto il personaggio e lo stesso romanzo. Chiederò a mio nipote se si è identificato con il protagonista, se ha provato un po’ di simpatia o almeno un pizzico di empatia, per quanto mi riguarda la nostra amicizia finisce con il primo volume!

Joe Abercrombie

è nato a Lancaster, in Inghilterra, il 31 dicembre 1974. Laureato in psicologia, ha lavorato per il cinema e la televisione.

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