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Recensione di Kafka sulla spiaggia di Haruki Murakami

Creato il 10 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

14 Flares 14 Flares × Recensione di Kafka sulla spiaggia di Haruki MurakamiKafka sulla spiaggia Haruki Murakami
Pubblicato daEinaudi
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Super ET
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:
Tamura il giorno del suo quindicesimo compleanno scappa di casa per fuggire da una profezia che lo riguarda. Nakata ha avuto un brutto incidente da ragazzo e da allora vive nel suo mondo. I due non si incontreranno mai ma le loro vite sono legate in maniera complessa da eventi fantastici e coincidenze misteriose.

Tra sogno e realtà, tra surreale e reale Murakami Haruki racconta, nel suo romanzo Kafka sulla spiaggia, in maniera parallela la storia di Tamura, un ragazzo forte e determinato, e quella di Nakata, un vecchietto svagato e indifeso. Tamura programma, per ben due anni nei minimi particolari, la sua fuga da casa il giorno del suo quindicesimo compleanno, a causa di una profezia edipica, fattagli dal padre, uno scultore stravagante famoso in tutto il mondo, “Un giorno ucciderai tuo padre con le tue mani, e giacerai con tua madre e tua sorella“. Nakuta durante la guerra, mentre era in gita nei boschi con la sua classe, è protagonista di un inspiegabile incidente: perde all’improvviso conoscenza e cade in coma. In seguito a questo strano evento, su cui hanno studiato in molti, dopo due settimane si risveglia ma la sua mente è diventata una “tabula rasa”. I due personaggi di Murakami Haruki così diversi tra di loro, per età, per carattere, per cultura, hanno di fatto molto in comune: entrambi vivono a Tokio ed entrambi decidono di fuggire a Takamatsu, città nel sud del Giappone, nota per la temperatura mite e per la Biblioteca Kōmura.

Entrambi vanno alla ricerca della verità: la verità sulla madre che lo ha abbandonato per Tamura; la verità sulla sua memoria perduta per Nakata. Il cammino di fuga di Tamura è accompagnato da una giovane ragazza Sakura con cui lui si confida e da Oshima, la custode androgina della biblioteca, dove lui ama trascorrere il suo tempo leggendo e dove gli viene proposto di rimanere e aiutare, in cambio di ospitalità e di un piccolo salario. Le due donne hanno un ruolo simbolico nel suo percorso di evoluzione, conoscenza e cambiamento. Il ragazzo minorenne dovrà stare attento a non essere fermato dalla polizia, affrontare situazioni difficili, spiacevoli, pericolose e persino sfidare la morte. Durante il suo cammino anche questo impervio, Nakata un giorno, dopo che gli è stato affidato da una coppia di vicini il compito di ritrovare la gatta Goma, incontra uno strano personaggio, il signor Johnnie Walker (proprio come il famoso whisky), che uccide i gatti per rapirgli l’anima. Nakata pur conservando la sua innocenza lo uccide, poi si consegna subito alla polizia, ma il giovane poliziotto di turno non gli crede.

Nakata decide allora di andar via e fuggendo incontra un camionista, Hoshino, che gli da un passaggio e in lui che trova finalmente un vero amico pronto ad aiutarlo e sostenerlo. Nakata non si allontana per sfuggire alla polizia, ma perché sente di avere un compito da svolgere e inconsapevolmente si ritrova a viaggiare anche lui verso Takamatsu, dove va verso la morte percepita e vissuta come punto di arrivo naturale delle cose.E’ chiaro che la fuga, la strada intrapresa dai due, gli eventi che accadono sono metafora del senso della vita stessa. Senso della vita come viene inteso dagli orientali, influenzato cioè dal karma di esistenze vissute in precedenza: “nella vita ogni cosa, anche la più piccola, non è mai casuale”. Mentre nei capitoli dispari si dipana il viaggio verso il futuro di Tamura, in cui la guida sono un ragazzo chiamato Corvo, un amico immaginario, il suo “grillo parlante”, e un cognome, non imposto da un padre e da una madre, ma scelto da lui stesso, Kafka; nei capitoli pari il viaggio di Nakata parte da molto lontano proprio da quel fatidico giorno di novembre del 1944 quando ” aveva perduto completamente la memoria. Era tornato al mondo con la testa svuotata di ogni informazione.” Da quando cioè Nakata aveva perso ogni facoltà normale per acquisire la capacità rara di parlare con i gatti e provocare strani fenomeni, come quello di far piovere sardine e sgombri dal cielo. Il loro vagabondare termina nella biblioteca della signora Saeki, una donna affascinante e misteriosa.

La biblioteca magica è stata creata in onore del suo amore di gioventù, di cui ormai le è rimasta solo una canzone composta da lei stessa, dal titolo Kafka sulla spiaggia. Qui finisce l’ estenuante ricerca di se stessi: Tamura trova un lavoro e s’innamora dello “spirito vivente” di Saeki e Nakata in lei si perde a tal punto da morire. Le pagine del romanzo di Murakami Haruki sono intrise di simboli ricorrenti: il sangue che sveglia Nakata dal coma e che gli imbratta le mani dopo aver commesso il delitto; il sangue che si trova sulla maglietta Tamura dopo il suo risveglio nel bosco e il sangue che imbratta suo padre ucciso brutalmente a casa sua. Forse lo stesso sangue? Forse la strana profezia si è avverata? L’ autore giapponese lascia aperto il finale alla libera interpretazione del lettore, che se accoglie la filosofia occidentale legge gli eventi come strane ma possibili coincidenze ma se accoglie la filosofia orientale, non tenendo conto dell’unità di tempo e di spazio, li legge come traslazione della coscienza da un ragazzo maturo come un adulto a un vecchio ingenuo come un bambino e viceversa. Kafka sulla spiaggia è un romanzo mistico pieno di mistero dove domina uno stile asciutto, una prosa elegante e una serie di citazioni di autori famosi che ti penetrano e scolpiscono l’anima.

Milena Privitera

 

 



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