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Recensione di L’ arte ingannevole del gufo di Ella West

Creato il 16 giugno 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

6 Flares 6 Flares × Recensione di L’ arte ingannevole del gufo di Ella WestL' arte ingannevole del gufo Ella West
Pubblicato daGiunti
Data pubblicazione in Italia:
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Collana: A
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Viola sembra una strana ragazzina, non fosse altro che per il fatto che, di notte, quando i suoi coetanei sono certamente al sicuro dentro i loro letti, per Viola comincia la giornata. Ancora più insolito è che Viola vaghi per il bosco non lontano dalla propria abitazione come un inquietante detective dotato di occhiali da visione notturna con la sicurezza di un’invincibile, impavida improbabile dodicenne.

Nel Canterbury, Nuova Zelanda, non dovrebbe essere una nottata tanto diversa per Viola, il bosco è popolato da esseri e rumori che lei conosce bene. Un gufo che Viola chiama il “mio gufo” è ormai abituato alla sua quotidiana presenza. L’animale conosce perfettamente il suo odore e non lo considera ostile, fa parte del suo habitat. Viola non vaga sola per il bosco di notte per scelta ma perché ne è costretta. La sera è l’unico momento della giornata in cui le è consentito uscire di casa senza correre il rischio di ammalarsi gravemente. E’ affetta da XP, xeroderma pigmentoso. Non può esporsi alla luce o ai raggi solari, il suo Dna ne sarebbe pesantemente danneggiato con conseguenze persino letali. E’ figlia unica Viola, suo padre e sua madre, imparato a gestire la condizione di Viola sembrano aver maturato la capacità di non opprimere la figlia e lasciarle una certa libertà di movimento.

La solitudine è la melodia che accompagna Viola nella sua vita quotidiana. Non frequenta la scuola ma segue le lezioni via internet, non ha relazione con coetanei. Questa sera però, nel bosco è successo qualcosa di insolito e molto grave. In un luogo non lontano da casa sua Viola ha visto un uomo caricarne un altro dentro una macchina e poi dargli fuoco. Come non bastasse, l’assassino ha scavato una buca abbastanza profonda vicino agli alberi, ci ha infilato un grosso sacco e, dopo averla coperta, l’ha contrassegnata con una grossa pietra. Infine se ne è andato certo di non essere stato visto. Viola vuole vedere cos’ha nascosto, scava e trova un enorme quantità di denaro, dapprima la nasconde e poi decide di far avere quel denaro segretamente, alla sua famiglia. Suo padre è un allevatore di pecore in difficoltà economiche, sua madre è una dotata suonatrice di viola nell’Orchestra Sinfonica Neozelandese ma, solo saltuariamente, si esibisce in importanti concerti.

Il piano di Viola è incastrare l’assassino e aiutare i suoi genitori con il denaro che ha tenuto.. Quando tutto sembra compromesso una svolta inaspettata e “l’arte ingannevole del suo gufo” faranno evolvere la storia in una direzione dal lettore probabilmente auspicata. La narrazione diL’ arte ingannevole del gufo si srotola in un linguaggio piuttosto semplice. La struttura narrativa lineare, Viola è l’unico narratore, poche le parti dialogate. Il lessico a tratti un po’ asettico, crea l’atmosfera algida che è fondamentalmente la modalità con cui Viola percepisce e si rapporta al mondo. La scelta piuttosto fiabesca di “fare giustizia” del piano quasi diabolico di Geoff Harris, il protagonista negativo di L’ arte ingannevole del gufo, facendolo uscire di scena prima che anche Viola diventi sua vittima, si ascrive al tipico escamotage di genere della narrativa per ragazzi. Romanzo globalmente discreto.

Lorena Barattini



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