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Recensione di La moglie magica di Sveva Casati Modignani

Creato il 26 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

8 Flares 8 Flares × Recensione di La moglie magica di Sveva Casati ModignaniLa moglie magicaSveva Casati Modignani
Pubblicato daSperling & Kupfer
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Pandora
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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La trama:

Magìa decide un giorno di farla finita, decide che è arrivato il momento di dormire per sempre. Un’amica la salva per miracolo, e nessuno si capacita del gesto. In realtà di motivi ce ne sono un bel po’, ma uno sopra a tutti: il marito. E proprio lui non capisce cosa possa aver fatto. Rivivremo la vita di Magìa dal suo punto di vista e capiremo con lei.

Mariangela, una ragazza nel fiore dei suoi 20 anni, si sposa con Paolo “il” Pinazzi, un uomo tenebroso e pieno di fascino che si è presentato casualmente un pomeriggio sulla soglia dell’officina del padre di lei. Magìa si innamora al primo sguardo, così come Paolo. Lei lascia Luigi, il fidanzato, e inizia la sua vita familiare a Milano, una città così lontana dai suoi cari monti, contro l’opinione della famiglia che fa di tutto per dissuaderla. Pian piano l’energia vitale e iniziale del matrimonio svanisce, le persone che circondano la donna si accorgono che i suoi occhi si stanno rattristando e la postura si è ingobbita sempre più. La portiera poi è testimone di un litigio furibondo nella coppia e già nel primo capitolo abbiamo un’idea di quello che sta succedendo. È un matrimonio di sottomissione, dove il marito controlla ogni singolo gesto, movimento o spostamento della moglie, non vuole che abbia un lavoro e non deve osare occuparsi di altro che non sia lui o i figli. Magìa è sempre più spenta, fino a quando decide di spegnersi del tutto, decide che non vale più la pena vivere in un mondo dove non le è concesso essere se stessa. Si risveglia in ospedale, con accanto un marito in lacrime, un uomo che sembra amarla follemente, ma che non lo dimostra come ci si aspetta.

E da qui parte una storia nota nelle caratteristiche in (purtroppo) molte realtà familiari nel mondo (ma forse anche nel nostro stesso condominio), dove i protagonisti hanno ogni volta nomi diversi e spesso tra i più insospettabili. Entriamo in un mondo di violenze subite dalla parte più debole della coppia, quella che non sa come difendersi da un marito violento e possessivo oltre ogni limite, malato di attenzioni. A volte accade anche che una moglie prenda coscienza della situazione, che decida di affrontare la realtà e di non nascondersi più dietro ad un amore presunto. È quello che fa Magìa, ma nella realtà di tutti i giorni non succede mai abbastanza spesso.

Come donna, posso dire che ogni riga mi ha portato del dolore, me l’ha fatto provare come se io stessa fossi Magìa e dovessi affrontare giornalmente il Pinazzi e le sue sfuriate insensate e, per quanto volessi ribellarmi, comunque avevo paura di come avrebbe potuto reagire.

Sveva Casati Modignani è indubbiamente una scrittrice fantastica, con un talento invidiabile a molti, ma purtroppo questo non è il suo miglior romanzo. Non critico la forma o il contenuto, anzi, ma, soprattutto, le scelte di confezionamento operate della casa editrice: un libro con copertina rigida, carta spessa e un carattere esageratamente grande. Tutto per giustificare un prezzo che di certo non è quello giusto per il contenuto. Forse sarebbe stato più opportuno presentarlo come un racconto lungo piuttosto che un romanzo, si sarebbero potute operare scelte diverse e probabilmente più consone al tipo di testo.

Capisco indubbiamente le dichiarazioni che ha fatto l’autrice al Salone del Libro di Torino in maggio, sostenendo che nei suoi progetti il testo era molto più sviluppato e ampio, ma dopo qualche tempo non riusciva più a convivere e sopportare quei personaggi. Quando ha avuto l’illuminazione per il finale (forse un po’ troppo da favola natalizia) ha deciso di prenderla al volo e metterla su carta per poter mettere la parola fine a un testo che le trasmetteva troppo dolore.

Stefania Recchia



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