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Recensione di La signora Craddock di William Somerset Maugham

Creato il 06 giugno 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

6 Flares 6 Flares × Recensione di La signora Craddock di William Somerset MaughamLa signora CraddockWilliam Somerset Maugham
Pubblicato daNewton Compton
Formato:
Collana:Biblioteca economica Newton
Genere:Sentimentale
Pagine:
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La trama:

La signora Craddock” è un romanzo sul matrimonio, sulla passione e la fine delle illusioni, sul confronto tra classi sociali diverse. E’ la storia dell’unione infelice tra Bertha Ley, una giovane nobile ribelle, e un fattore della sua tenuta, Edward Craddock.

Non particolarmente apprezzato dagli editori contemporanei per la sua audacia, tanto da rifiutarne la pubblicazione, il romanzo affronta un tema, quello del matrimonio, mai trattato prima nella letteratura inglese. William Somerset Maugham (1874 – 1965), scrittore e commediografo inglese, scrive La signora Craddock all’inizio della sua carriera, dimostrando immediatamente un’estrema abilità nell’analizzare in profondità l’animo umano, con disincanto e con una non celata sottile ironia. Ambientato nell’Inghilterra vittoriana di fine Ottocento, il romanzo racconta la storia di Bertha Ley, una giovane donna che, orfana a soli vent’anni, vive con la zia zitella, zia Polly, nella tenuta di famiglia nella contea del Kent. Bertha vive nella consapevolezza che “Il loro maggiore desiderio era quello di nascondersi a vicenda le proprie emozioni” ma quello che ormai è diventato un’abitudine per zia Polly, contrasta con i sentimenti di Bertha, che difficilmente è in grado di nascondere il proprio temperamento estroverso.

L’ “amabile cinismo” di zia Polly non riesce infatti a contrastare l’amore di Bertha per Edward Craddock, un giovane fattore, la cui famiglia ha sempre lavorato per la sua tenuta. La passione sembra unire i due giovani, un sentimento talmente dirompente da porre in secondo piano la differenza di ceto sociale, che li caratterizza. Il matrimonio viene infatti osteggiato dal tutore della giovane donna, il Dottor Ramsay, così come dal nobile vicinato, che inizialmente non intende accogliere il giovane contadino. I valori morali di Edward e la sua incrollabile rettitudine saranno, al contrario, un esempio per tutti loro e un motivo di ammirazione crescente, tanto che molti riterranno di essersi sbagliati a non apprezzare sin da subito il matrimonio tra Edward e Bertha. Anche la tenuta, ormai in uno stato di decadenza, riuscirà a rinascere sotto la guida del nuovo padrone. Purtroppo però l’amore per la libertà, la passione per la vita di Bertha non sembrano trovare nel giovane sposo un giusto rifugio, nel quale poter cercare conforto e sviluppare un nuovo fecondo sentimento. Edward, sin dai primi giorni di luna di miele, quando a fatica riesce ad allontanarsi dagli animali della fattoria per recarsi a Londra con la moglie, vedrà sempre e solo se stesso e non si accorgerà minimamente dei sentimenti e poi della sofferenza della moglie. La distanza di classe sociale tra i due diventa una distanza morale incolmabile: la ribellione della giovinezza e l’amore per il marito si annullano e svaniscono nel raffronto con l’equilibrio e i solidi valori contadini.

Edward sembra infatti avere la durezza della pietra, se confrontato con la fragilità della moglie, tanto che il precario equilibrio della loro vita coniugale porterà la giovane donna a convincersi che il sentimento, che provava inizialmente per il marito, era nient’altro che un’illusione. La signora Craddock ha il pregio di raccontare con estrema finezza il contrasto tra due personalità così diverse. L’autore, in ogni pagina di La signora Craddock , dimostra una profonda capacità di osservazione dell’animo umano e il lettore non può non riconoscerne l’universalità dei temi trattati. Uno degli aspetti che colpisce maggiormente è infine l’influenza del melodramma nello stile del romanzo: il melodrammatico, ovvero la capacità di portare all’eccesso alcuni sentimenti e i gesti dei personaggi, l’enfasi che caratterizza soprattutto le figure femminili. Il melodramma colora le pagine di questo romanzo, riportando all’opera lirica italiana dell’Ottocento; zia Polly ad esempio suona alcune note del Rigoletto (1851) di Giuseppe Verdi, pensando alla nipote che l’aveva appena lasciata per raggiungere il marito. Questo è infatti anche un romanzo fatto di suoni, ma il repertorio non si limita all’opera italiana. Bertha, che è anche un’abile pianista, spesso esegue al pianoforte pagine dei “grandi maestri” e “ogni volta che venivano invitati in casa di amici a un piccolo intrattenimento musicale, ella si divertiva malignamente a suonare il lungo recitativo di un’opera di Wagner”, con lo stupore di tutti, in particolare del marito che, sempre più distante dalla moglie, amava cantare soltanto delle semplici canzoni, possibilmente della tradizione inglese e facili da intonare.

Chiara Torelli



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