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Recensione di La sindrome di Hugh Grant di Daniele Cobianchi

Creato il 10 novembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

14 Flares 14 Flares × Recensione di La sindrome di Hugh Grant di Daniele CobianchiVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Daniele Cobianchi
Pubblicato da:Mondadori
Collana:Omnibus
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
in offerta
scontato
Trama:

Thomas Rimini ha studiato alla Bocconi e lavora nel marketing dei sughi pronti. È bello e brillante, ma... ha quarant'anni: non l'età di mezzo, ma l'età dove sei mezzo. Mezzo adulto e mezzo ragazzo, mezzo sognatore e mezzo disilluso, mezzo innamorato e mezzo in attesa di chissà chi. Così, quando la vita gli chiede da che parte intende stare, Thomas non risponde e si rifugia in un eterno presente, sperando con tutto se stesso che sia il modo migliore per cogliere l'onda giusta. 


La sindrome di Hugh Grant è  la storia di Thomas Rimini, un uomo brillante che vive da così tanto tempo nel sogno di una donna, la SUA donna,  da non sapere più se quel sogno sia anche il suo. Una specie di alter ego dei personaggi che interpreta il bel Hugh Grant nei suoi film migliori. Così, incapace di prendere una decisione in merito, Thomas si lascia guidare dalla sua unica certezza: quella di non averne  nessuna.

In un abile alternarsi di battute ironiche velate di amarezza, di ricordi malinconici, batoste professionali e conquiste da uomo smaliziato e maturo, si staglia, evidente eppure invisibile, la figura di Marcella. Una  donna, anzi, LA donna; la chiave di volta, la ex, quella da cui partono i mille ripensamenti e le crisi di Thomas. Quella che vede un inizio dove lui percepisce una fine, un futuro radioso nel riflesso della famiglia perfetta,  dove lui invece si prospetta nel buio, cercando disperatamente  l’interruttore della luce.

Insomma, l’idea di felicità di una giovane donna, che Thomas traduce, troppo tardi eppure ancora in tempo per fermarsi, come una grande tartare a cui manca solo lui: il cappero. Sì, perché i quarant’anni sono l’età di mezzo. Quella dove devi decidere da che parte stare. E il peggio è che, mentre tu ti prendi il tempo necessario per sguazzare nell’apatica e sofferta indecisione infinita, succede che tutto, dal lavoro alle relazioni affettive, per un curioso gioco del destino ti costringa a prendere le decisioni più importanti. E se non lo fai … beh, il mondo gira. Con o senza di te.

Approfondimento

Te lo ricordano persino gli amici, quelli che, in un modo o nell’altro, ti somigliano di più. E la bravura dell’autore, Daniele Cobianchi, sta anche in questo: nell’analizzare, in un sapiente mix di ironia, rispetto delle passioni umane ed elegante compostezza, quello che è -ma anche quello che avrebbe potuto essere- delle vite dei co-protagonisti, altri deboli rami di quel mondo insicuro.

E le donne? Di donne ce ne sono tante, e molte anche ben dotate. Ma, in fondo, non sono altro che parentesi, o tappe, di un mondo che gira anche senza di te. Perché questo è evitare di prendere le decisioni: stare fermo, e, tuttavia, continuare a cadere. Forse l’unico modo per stare al passo con un mondo in continuo movimento è fare un lungo viaggio solitario, in sella alla propria moto. Ed è proprio questo che Thomas fa, per cercare la verità. Non può dirgliela Marcella, né una fortunata casualità. Lui, in fondo, quello che deve fare lo sa già.

Questo libro è per tutti. Per tutti coloro che si sono accorti che, nella vita, devono prendere delle decisioni. E vogliono evitare di rimanere fermi come un cappero mentre il mondo, affamato, gira intorno a loro.

Marika Lopa



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