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Recensione di La zona di interesse di Martin Amis

Creato il 11 marzo 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori
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In breve..

La zona di interesse del titolo è Kat Zet, che sta per Konzentrationslager. Gli eventi della storia si dispiegano da tre punti di vista narrativi: Angelus "Golo" Thomsen, ufficiale di collegamento fra l'industria bellica e il Reich, nonché nipote del gerarca Martin Bormann; Paul Doll, comandante del campo, pieno di ansie di tic; e Szmul, capo del Sonderkommando, polacco ebreo, "il corvo" del crematorio, che traffica in cadaveri.

Ambientato nel KZ (Konzentrationslager) dall'agosto del 1942 all'aprile del 1943, quando era chiaro ormai che i tedeschi stavano per perdere la guerra e che la soluzione finale doveva essere presa in fretta, La zona di interesse è una storia raccontata a tre voci. L'autore Martin Amis in parte scompare dietro esse, in parte appare ed esprime la sua idea sulla la follia razionale dei campi di sterminio.

Approfondimento

Le tre voci sono gestite bene. La prima è il personaggio più vicino all'autore, Angelus 'Golo' Thomsen, che si occupa in qualche modo della fabbrica di gomma ad Auschwitz III (Auschwitz non è mai menzionata nel romanzo). Esemplare perfetto della razza ariana, biondo con occhi blu cobalto, socialnazionalista, donnaiolo e soprattutto nipote di Martin Bormann, segretario privato di Hitler (che però non è mai menzionato nel romanzo). La seconda voce è Paolo Doll, comandante del campo, personalità inquietante, incarnazione demoniaca del regime nazista, a volte persino macchietta di se stesso o di chi e cosa rappresenta. La terza voce è Szmul Sonderkommando-Führer, uomo tristissimo, ebreo polacco che smaltisce i corpi delle vittime delle camere a gas. Parte del suo lavoro è controllare meticolosamente l'orifizi dei cadaveri per trovare tesori nascosti. Szmul è un personaggio saggio dai risvolti filosofici, strano in un tale inferno. Szmul, a futura memoria, lascerà una traccia scritta della sua esistenza che seppellirà in un thermos sotto l'arbusto di uva spina. L'analogia dello specchio che caratterizza tutto il romanzo è sua.

C'era una volta un re, e questo re incaricò il suo mago prediletto di fabbricare uno specchio magico. Questo specchio non ti mostrava il tuo riflesso. Ti mostrava la tua anima - ti mostrava chi eri realmente. Il mago non riusciva a guardarlo senza distogliere gli occhi. Il re neppure riusciva a guardarlo. Né riuscivano a guardarlo i cortigiani. Fu messo in palio un forziere pieno d'oro per gli abitanti di quella tranquilla contrada che fossero riusciti a guardarlo per sessanta secondi senza distogliere gli occhi. E nessuno ci riuscì. Trovo che il KZ sia quello specchio. Il KZ è quello specchio, ma con una differenza. Non puoi distogliere gli occhi. Noi siamo quelli del Sonderkommando, l'SK, la Squadra Speciale, e siamo gli uomini più tristi del Lager. Di fatto siamo gli uomini più tristi nella storia del mondo. E di tutti questi uomini tristissimi io sono il più triste. È una verità dimostrabile, perfino misurabile. Sono di gran lunga il numero più precoce, il numero più piccolo - il numero più vecchio.

Al Kat Zet, la zona d'interesse, la vita scorre come se nulla fosse, le madri passeggiano con le loro figlie, gli ufficiali mangiano ricchi pasti in mensa, la burocrazia negli uffici segue il suo corso, uomini e donne continuano a incontrarsi nelle alcove. Tutto intorno un'altra vita, se si può chiamare vita: centinaia e migliaia di esseri umani giù per le fosse e su per i camini. Ma qui, lungo il viale alberato della zona d'interesse, due amici d'infanzia - Golo Thomsen, e Boris, ufficiale delle SS, possono fantasticare sulle morbide forme della procace Hannah Doll, moglie dello spietato Kommandant del campo. Qui si può ridere del tatuaggio sul braccio delle Haftlinge - " è il tuo numero di telefono?" - e affogare il grattacapo di un nuovo arrivo ben 150 donne troppo debilitate in una dose di buon brandy. Il grottesco per parlare dell'orrore.

Recensione di La zona di interesse di Martin Amis

Martin Amis affida la dimensione più allucinante della storia/realtà a Paul Doll, la tragedia che dalla storia/realtà si promana, invece, a Szmul, capo dei Sonderkommando, e l'esperienza umana travolta dall'orrore, con la descrizione di un amore in un tempo di strage, attraverso il racconto dei turbamenti passional-sentimentali dell'arianissimo Golo.

La zona d'interesse è un romanzo storico, un romanzo d'amore, un romanzo testimonianza e denuncia, un romanzo esplicatico di quella letteratura post moderna, la "metafiction", che si pone tra finzione e realtà, tra ironia e auto-riflessione.

Un romanzo duro, crudo, rifiutato da un editore francese e da un editore tedesco per il modo irriguardoso con il quale Amis trattava l'Olocausto. Ed è proprio questa vena ironica a volte satira di descrivere la persecuzione e lo stermino sistematico di circa sei milioni di Ebrei, che non ha nulla a che vedere con la poesia di La vita è bella di Roberto Benigni, che mi lascia perplessa.

About Martin Amis

Martin Amis è nato a Oxford nel 1949 e vive fra Londra e New York. È autore di due raccolte di racconti, sei opere di saggistica e quattordici romanzi.

Recensione di La zona di interesse di Martin Amis

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