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Recensione di Laor di Andrea Costantin

Creato il 12 giugno 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Laor di Andrea CostantinVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Andrea Costantin
Pubblicato da:Tracce
Genere:PoesiaRacconti
Formato e pagine:
in offerta
Trama:
Laor e altri racconti d'azione. Aspettatevi un racconto originale, con le grinze.

Il Laor è un esperimento chimico compiuto su una cavia umana che è sfuggito al controllo del laboratorio della Detrox. L’ambientazione e l’inizio di questa storia sono comuni a quelli di molti videogiochi (ma anche a diversi libri), questa influenza si sente, i gamers e i lettori di thriller/fantascienza la riconosceranno. Il destino di Laor, è la ribellione. Una volta liberato dovrà lottare per la sopravvivenza e per una pesante “eredità”. Alla Detrox non conservano solo vetrini o esami di laboratorio, ma proprio come le case farmaceutiche rappresentano una lobby di potere. Per affermare o controllare questo potere è necessario usare la violenza. Inizia così per Laor, un semplice ragazzo ormai costretto a divenire uomo, un viaggio frenato da istinti di morte -che capta in maniera particolare-, da subdoli pericoli imminenti, rallentato da continua lotta fisica e mentale. E poi un viaggio di trasformazioni. Che sono l’unico modo per contrastare i killer, per penetrare nei laboratori-bunker, eliminare la pazzia del Prof. Catara, per fare vendetta. Chissà, giustizia. Il Laor è una creazione di lettere e inchiostro che vive nei disegni stessi dell’autore, piuttosto minimali e non raffinati, riportati nel volume.

“Laor” è anche il racconto che intitola l’opera, la quale contiene altri due racconti legati tra loro e alcune poesie. “La notte dei demoni” e “Rodeo” hanno attratto maggiormente la mia attenzione, parliamo di gusti letterari soggettivi ma anche di una narrazione più ricca e coinvolgente. Raccontano l’avventura di Eddie, un civile dalla fedina penale abbastanza lunga e con una certa esperienza nei lavori sporchi che, per le sue abilità, viene reclutato dalle forze di Polizia per guidare una rischiosa missione di salvataggio. Si apre uno scenario di guerriglia urbana tra fazioni in un’isola dimenticata da Dio (o almeno dalla sua giustizia) che per immagini mi ha ricordato la fortunata serie cinematografica di Resident Evil. Qui mancano gli zombie ma non mancano esseri umani della peggior risma, privi di scrupoli, strade fumanti, distruzione e abbandono.

Il ritmo è quello del thriller, anche se non lo è, e anche la scelta di utilizzare tanti personaggi capaci di animare le scene anche solo per poco tempo (una ragazza provvidenziale, la scimmia olken, il Professore) è tipica dei romanzi d’azione. Ma questi sono racconti, questo implica che sia tutto doverosamente più condensato, necessariamente più superficiale. Questo mette in luce l’abilità di Costantin nel rendere la storia verosimile, riferita al suo contesto (non in senso assoluto), poiché con poche frasi e senza l’uso di dettagli riesce a tener su una trama che pur fantasiosa e varia non si perde, anzi fila, diverte. In questi racconti sono altrettanto visibili elementi noir, caratterizzano alcuni personaggi e portano il lettore più vicino “alla strada”. Non proprio quella di Kerouac, una meno trafficata di bellezze.

Approfondimento

Per chiudere il cerchio, ma non del tutto si spera, direi di non cercare di far rientrare questa narrativa in un genere specifico. Sarebbe come voler togliere un colore dall’arcobaleno. La diversità omogenea frutto della creatività di Andrea Costantin è un valore aggiunto, a mio giudizio, se valutata globalmente. Unico neo è l’utilizzo frequente e ripetuto di alcune parole di slang. Avrei preferito una moderazione in questo senso, e in generale il lettore ricorda particolarmente tutto ciò che suona diverso, quindi non è necessaria la ripetizione. In breve si raggiunge lo scopo, anche se questo può servire per dare la fisionomia voluta ai personaggi. È stata una lettura piacevole, quelle che sono troppo corte. Aspettatevi un racconto originale, con le grinze.

Il volume si conclude con nove poesie. Trovo l’accostamento di questi elementi in un unico libro una scelta atipica, forse più dettata da una scelta editoriale o dell’autore stesso che sentiva l’esigenza di definire un percorso che da un legame evidente.

Il legame c’è, però, ed è la scrittura. Anche in poesia Costantin si “svuota” in maniera lucida, pungente, asciutta. Poesie essenziali in cui il verso sembra essere un rubinetto che perde più che un rubinetto che regola un getto. E se perde a qualcun altro arriva. Vi lascio di seguito la poesia che ho apprezzato maggiormente. Così vi arriva.

Una #poesia da “Laor” di Andrea Costantin (che contiene anche racconti). Ve ne parleremo nel weekend sul sito. #leggereacolori #libri #libro #scrittore #love #scrittoreitaliano #edizioni #instagood #instabook #bookstagram #poetry #writer #poeta #autore #editoria #frasi #novitàeditoriali #lettura #book #letturatime #letturaserale #reading #leggere #instabooks #books #read #libridaleggere

Una foto pubblicata da Leggere a Colori (@leggereacolori) in data: 10 Giu 2015 alle ore 09:41 PDT




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