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Recensione di Musica per un amore proibito di Hanni Münzer

Creato il 02 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Hanni Münzer
Pubblicato: Giunti
Collana:A
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato: Copertina RigidaPagine:

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Giudizio: three-stars


Felicity, con una valigia piena di speranze per un lavoro a Kabul, è costretta a partire per Roma dopo la scomparsa di sua madre, a seguito della morte di sua nonna Deborah. Non sa che questo viaggio la porterà nella Germania nazista.

Felicity ha perso sua nonna Deborah e anche la madre. Per fortuna riesce a ritrovarla a Roma, dove si nasconde il segreto di tutta la sua famiglia. Incuriosita dal ritrovamento di un ritaglio di giornale che ritrae la nonna seduta al banco dei testimoni durante il processo a un criminale nazista, lascia il fidanzato e la speranza di andare a fare il medico a Kabul per raggiungere l’Italia. Perché sua nonna Deborah è stata catturata in quello scatto? Chi è quell’uomo e cosa c’entra la madre di sua madre in una storia che ha a che fare con il nazismo?

Trovando tra gli effetti personali della nonna un diario scritto interamente in ebraico, Felicity trova anche il primo dei sentieri che la condurrà direttamente tra le braccia della verità: tante generazioni così lontane tra di loro, eppure legate da vicino dagli orrori del Nazismo, subiti sulla propria pelle o semplicemente attraverso delle parole scritte su un diario.

Quella Deborah verso la quale proviamo tenerezza e compassione nel corso della lettura, è la stessa che, come madre, non ha saputo donare l’amore che un genitore dovrebbe regalare in maniera del tutto naturale al proprio figlio. In un primo momento ce la immaginiamo come una donna burbera e molto dura, ma rapidamente, pagina dopo pagina, il quadro cambia, e cambia anche il dipinto nella nostra mente. Deborah ha ereditato da sua madre Elisabeth la passione e il talento musicale, ma ha ereditato anche un mostro, chiamato Albrecht.

Musica per un amore proibito è un romanzo piacevole da leggere, che inizialmente scorre irrimediabilmente in un fiume travolgente di voglia di sapere. Hanni Münzer profila una Germania nazista estremamente accurata dal punto di vista descrittivo: si può conoscere da vicino Adolf Hitler in persona, ma anche il dolore di tutte le persone comuni che hanno dovuto soffrire a causa di un disegno macabro e malato.

Il problema del libro sta, forse, nell’ultima parte: per quanto la storia risulti intrigante, alcuni dei colpi di scena non rendono a sufficienza per far sì che la lettura risultasse ancora più additiva.

Notevole, tuttavia, il profilo psicologico dei personaggi, tra perversioni sessuali e fragilità del tutto umane, entrambe difficili da pensare in relazione ai capi delle SS: il merito più grande che va dato al romanzo, è proprio quello di saper prendere ogni personaggio per quello che è. Un umano, con tutti i suoi difetti che spesso portano via, in un’ondata di follia pura, tutti quanti i pregi.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Dec 21, 2015 at 6:04am PST

Approfondimento

La figura della donna, all’interno di Musica per un amore proibito, ha una duplice funzionalità che mette in risalto una geniale duplice sfaccettatura: una vittima del maschilismo, da un lato, ma consapevole del proprio ruolo di infiltrata all’interno di un sistema marcio e corroso dalla follia e dal delirio correttivo dall’altro.

Deborah, infatti, è una giovane donna che rischia tutto pur di salvare il mondo, è una finta preda nella tana di un nemico da dover annientare: l’incoscienza pura e ammirevole di chi ha un bagaglio pieno zeppo di sogni la porta a mettersi in serio pericolo in più di un’occasione, a scendere a compromessi con la propria moralità pur di svolgere il proprio compito. Una donna ma anche una bambina, che non si rende conto, probabilmente, di giocare a fare l’eroina, riuscendo però nel suo intento, alla fine dei conti. La forza di volontà e la determinazione proprie di una ragazza diretta verso il proprio viaggio nel mondo degli adulti la rendono uno statuario esempio di quanto una persona sia in grado di fare se smossa dagli ideali più puri, come quello della giustizia o dell’amore.

Eleonora Vaiana




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