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Recensione di PILGRIM (a cura di Laura Bille)

Da Gialloecucina
Titolo: PILGRIM Autore: TERRY HAYES Anno: 2013 La storia inizia in uno squallido albergo di Manhattan, dove una donna viene ritrovata morta, vittima di quello che sembra veramente l’assassinio perfetto. Il volto reso assolutamente irriconoscibile dall’acido in cui è stato immerso, i denti asportati, impronte digitali sparite e un disinfettante industriale cosparso su ogni superficie toccata. Pilgrim, un agente che ha guidato la Divisione, un’unità di massima segretezza di spionaggio americana, viene richiamato in servizio per indagare. Ben presto però si rende conto che chi ha ucciso, lo ha fatto seguendo uno schema ben preciso, che deriva dalla lettura di un libro che lui stesso ha scritto dopo aver cambiato vita. E a partire dal ritrovamento di un numero di telefono con un prefisso Turco, il lettore viene trascinato di qua e di la per il mondo, tra racconti della vita passata di Pilgrim e quelli riguardanti la vita dell’altro indiretto protagonista, il Saraceno, un terrorista islamico che sta per mettere a segno un crimine contro l’umanità. Si assiste alla decapitazione di un padre attraverso gli occhi del figlio bambino e ci si trova ad assistere un medico che fa scempio dei suoi doveri nei confronti del prossimo per raggiungere il suo scopo. Si vive accanto ad un uomo che da sempre, o quasi, vive come se non esistesse, perché le persone al mondo che conoscono la sua vera identità si contano sulle dita di una mano. Un passo del libro che mi ha colpito: “C’era una cosa che quell’esperienza gli aveva insegnato. Disse di aver imparato che quando milioni di persone, un intero sistema politico, un numero imprecisato di cittadini che credono in Dio dicono che vogliono ucciderti… tu devi ascoltarli e basta”. Un libro avvincente, che tiene incollato il lettore per tutte le sue 889 pagine, descrivendo in modo realistico  ciò che spesso tutti noi non immaginiamo o ci rifiutiamo di credere.

 



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