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Recensione di Sotto il cielo del Madagascar di Giulio Querini

Creato il 26 febbraio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori
Recensione di Sotto il cielo del Madagascar di Giulio QueriniRecensione di Sotto il cielo del Madagascar di Giulio Querini


Titolo: Sotto il cielo del Madagascar

Pubblicato: Maggio 2015 da Fazi

Genere: Narrativa Contemporanea

Giudizio sintetico: Recensione di Sotto il cielo del Madagascar di Giulio Querini

Giunto all'aeroporto di Tananarive, Padre Saverio trova ad attenderlo l'autista Alain. Caricati i bagagli sulla 2CV dell'uomo, il religioso viene accompagnato al collegio St.Michel, che si trova poco fuori città. Dopo il lungo viaggio dall'Italia, fatta una riflessione sugli impegni del giorno dopo, il gesuita decide di andare a riposare subito...

Sentivo l'esigenza di condividere con i dannati della terra lo stupore per la fede che sorge e lenisce il male del vivere. Il Madagascar mi sembrava uno dei paesi meno contaminati dalla modernità occidentale, un luogo dove far arrivare il seme già piantato da Dio in tutto ciò che è umano.[...] Ho deciso di partire per contribuire a questo processo di liberazione degli oppressi, ma anche per liberare me stesso.

Con queste parole, il gesuita Padre Saverio spiega le motivazioni di una scelta, la sua, che lo ha portato in Madagascar per diffondere la parola del Signore. La voce narrante di Sotto il cielo del Madagascar aveva già in precedenza provveduto a fornire elementi che consentissero di inquadrare, sia pure in modo non approfondito, il profilo formativo e l'appartenenza di Padre Saverio a frange di pensiero politico ed economico ben definite.

Alle lezioni di politica economica, racconta la voce, tenute nelle ore serali da un anziano professore, Federico Caffè, che rifuggiva i tecnicismi di moda tra gli studiosi della materia, si era appassionato ai legami non solo tra filosofia ed economia, ma anche tra geografia e storia. Ne emergeva una serrata critica al colonialismo che aveva consentito al sistema capitalistico di diffondersi e proliferare.

A Tananarive il prete segue le sue prime lezioni di malgascio (a insegnargli la lingua è una suora di un vicino convento, suor Tiana), e su invito del professor Jambay visita la facoltà di economia dell'Università cittadina. Presso il docente malgascio il religioso italiano si informa sulle condizioni generali ed economiche del paese. Ne riceve, come già gli era capitato con il padre superiore del collegio St. Michel, con suor Tiana e alcune altre persone che incontra nei primissimi giorni di permanenza nel paese africano, una risposta ironica e diffidente, graffiante quanto reticente.

Qualcuno riferisce a padre Saverio che alcune suore cristiane dello stesso ordine cui appartiene suor Tiana si rifugiano all'interno di una comunità che vive nella foresta per seguire gli insegnamenti di un non meglio identificato "Maestro", una sorta di Messia che definisce se stesso come una guida verso un nuovo umanesimo. Preso dalla travolgente curiosità di conoscere l'identità di quest'ultimo e desideroso di scoprire i motivi della irresistibile attrazione da lui esercitata sulle religiose e sulla popolazione indigena (dotata peraltro di un fortissimo senso religioso), Padre Saverio incontra difficoltà e reticenze quando cerca di avere informazioni sul "Maestro". Il gesuita viene invitato da Jambay a tenere alcuni seminari sui temi dell'economia internazionale e dell'etica cristiana: accetta di tenerne uno solo, durante il quale si sofferma sul problema dell'Occidente visto dai paesi sottosviluppati come civiltà "vincente". Dopo alcuni mesi di permanenza presso il collegio St. Michel, sufficientemente esperto della lingua malgascia, a colloquio con il padre superiore del convento Padre Saverio si dichiara pronto a partire come missionario laddove vi sia bisogno del suo aiuto. Viene destinato a Tuléar, città situata sulla costa sud-occidentale del Madagascar dove conosce la "selvaggia" Anita, creatura povera e seducente di cui si innamorerà.

Il significato autentico di Sotto il cielo del Madagascar, al di là delle vicende personali di Padre Saverio e di Anita, lo si trova in tutte quelle pagine che spiegano la vera natura del popolo malgascio e raccontano delle differenze incolmabili esistenti ai più diversi livelli tra il Madagascar e i paesi dell'occidente cristiano. Protettorato francese fino alla fine degli anni Cinquanta, il paese insulare del Madagascar, che si situa, fiancheggiante le coste dell'Africa continentale, nell'Oceano indiano, è un paese che pur avendo conosciuto i connotati negativi del colonialismo e avendo assimilato una lingua straniera, il francese, non ha mai rinunciato alle proprie fortissime tradizioni culturali e religiose. I suoi abitanti sono animati da un forte senso di spiritualità e di indipendenza.

Si spiega così l'atteggiamento scostante, sarcastico e di diffidenza con cui i personaggi che contornano la figura di Padre Saverio accolgono il gesuita straniero in missione evangelizzatrice. Il divario molto sensibile tra occidente cristiano e terzo mondo africano è molto avvertito, in Madagascar, e lo stesso padre gesuita, in qualche modo, acquisirà piena coscienza del fatto che i governi coloniali "portatori di civiltà", nel tentativo di imporre modelli culturali e religiosi estranei al modo di vivere degli indigeni, nel corso del tempo non hanno fatto altro che influenzare innaturalmente la cultura e le inclinazioni religiose degli stessi unicamente per soddisfare i propri interessi economici e commerciali.

Non a caso Anita, la ragazza che il gesuita conosce a Tuléar, si dimostra insensibile ai tentativi del religioso di influenzarla in occasione della scelta del rito da seguire per il battesimo del proprio figlio. Anita sceglie di far battezzare il figlio dal "Maestro" che " è molto lontano, nella foresta, e non sta sempre nello stesso posto. Solo i suoi discepoli più fedeli sanno dov'è ora, solo loro possono portarmi da lui". Anita aveva ripreso il suo sorriso, e con un tono conciliante, quasi materno, continuò: "Tu sei buono, io sarò sempre contenta di incontrarti, ma affiderò il futuro di mio figlio al Maestro. I suoi insegnamenti sono la stella che guida il nostro popolo, che voi stranieri, anche voi preti buoni, state rovinando".

È con queste parole rivolte a padre Saverio che Anita compie la sua scelta di campo. Nelle parole di Anita, figurativamente, tutto un paese risponde no all'occidente cristiano.

Giovanni Graziano Manca

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