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Recensione di Storia della bambina perduta di Elena Ferrante

Creato il 17 novembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

24 Flares 24 Flares × Recensione di Storia della bambina perduta di Elena FerranteVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Elena Ferrante
Pubblicato da:E / O
Collana:Dal Mondo
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Storia della bambina perduta è l'ultimo volume della tetralogia L'amica geniale. Il cerchio si chiude, alla fine del romanzo ci ritroviamo a Torino, dove Elena ha finito di scrivere la storia che abbiamo letto. In questo volume sono raccontati più di trent'anni della vita di Elena e Lila, dei loro figli e degli altri personaggi che abbiamo imparato a conoscere e ad amare.


Recensire Storia della bambina perduta con il consueto schema che adottiamo qui su Leggere a colori è difficile, per non dire impossibile. È arduo parlare della trama senza correre il rischio di fare dello spoiler.

Come i tre volumi precedenti, anche Storia della bambina perduta è denso di avvenimenti, di colpi di scena. Ognuno di questi avvenimenti aggiunge un tassello necessario non solo alla storia, ma anche alla nostra comprensione della stessa e, cosa ancora più importante, fa sì che maturino le idee che avevamo dei personaggi prima di prendere in mano quest’ultimo capitolo. Pertanto, spero che i lettori mi perdoneranno se questa recensione sarà molto diversa da quelle che scrivo normalmente: questo è un libro di cui si ha voglia di parlare dopo la lettura con chi lo ha già letto, per confrontarsi, per capire ancora di più.

Solo nei romanzi brutti la gente pensa sempre la cosa giusta, dice sempre la cosa giusta, ogni effetto ha la sua causa, ci sono quelli simpatici e quelli antipatici, quelli buoni e quelli cattivi, tutto alla fine ti consola. (Storia della bambina perduta, p. 411 edizione digitale). Che L’amica geniale non fosse una serie di romanzi brutti, e soprattutto scontati, l’avevamo credo capito tutti da tempo.

Personalmente, però, nel corso della lettura dei tre volumi precedenti mi ero formata delle idee abbastanza chiare sui personaggi principali, sia donne sia uomini. In Storia di chi fugge e di chi resta ho amato molto il personaggio di Elena, meno quello di Lila che mi era piaciuta in Storia del nuovo cognome, e avevo fatto un tifo sfrenato per la coppia Elena – Nino, di cui subivo il fascino esattamente come la protagonista.

Adesso, invece, grazie alla scrittura dell’autrice – sono fermamente convinta che dietro questo pseudonimo si celi una donna – al suo modo di raccontare e alla piega che ha fatto prendere agli eventi, ho preso le distanze da Elena. In questo romanzo la nostra narratrice si trova di fronte a numerose difficoltà: la malattia della madre, la crescita delle figlie, alla necessità di conciliare la nascita di un nuovo amore con le sue responsabilità di madre.

Ho apprezzato il tono privo di ipocrisia con il quale le suddette difficoltà sono raccontate: è un realismo spietato, quello della Ferrante, privo di qualsiasi buonismo. Non teme di mostrarci una donna egoista, che pensa prima a sé stessa e all’uomo che ama e poi alle sue figlie. Elena è un personaggio vero, come è vera Lila. Eppure questo vero non sembra coincidere, nel caso di Elena, con trasparente. Mi sono chiesta più volte se il suo modo di vedere e di raccontare Lila fosse corretto, se non ci fosse una lente deformante davanti ai suoi occhi e soprattutto perché ci fosse. Anche nei confronti di altri personaggi ho cambiato parere: ad esempio, si evolvono sia Nino sia Pietro, l’ex marito di Elena, che in queste pagine ho amato moltissimo.

Nel frattempo, la vita del rione, e del resto d’Italia, non cessa di andare avanti nel corso di queste pagine. E in questo romanzo più che mai, anche il rione in cui vivono le due donne è quasi un altro personaggio, importante tanto quanto le protagoniste. Potrei scrivere ancora, ma – come dicevo – è difficile farlo senza sbilanciarsi, senza raccontare gli eventi. Chi conosce già e ama il ciclo de L’amica geniale non rimarrà deluso da questo libro, e andrà avanti a pensarci e a interrogarsi per giorni sul meraviglioso finale. Garantito.



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