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Recensione di Suonerò la tua morte di Gianluca Soletti

Creato il 13 febbraio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Suonerò la tua morte di Gianluca SolettiVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Gianluca Soletti
Pubblicato da:Umberto Soletti Editore
Genere:GialliRomanzo Storico
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
Trama:

Nel 1789 Saluzzo, un paese del Piemonte, viene flagellato da una serie di omicidi che vedono come vittime delle giovani donne, apparentemente scelte senza alcun collegamento. Una cosa le accomuna: una partitura di violino, che prende forma con lo scorrere del sangue.


Suonerò la tua morte è un giallo di ambientazione storica dell’autore esordiente Gianluca Soletti. Protagonista di questo romanzo è Francesco Maria Nepote, il notaio di Saluzzo, un uomo scorbutico, solitario, nobile di sangue ma non nei modi, orfano di madre e in pessimi rapporti con il padre, sia prima che dopo la morte di quest’ultimo. Tutti lo temono in paese, non ha amicizie, e il suo aspetto diabolico, imponente in altezza e con una gobba sulla schiena, non lo ha di certo aiutato a socializzare. Per molti è una persona da evitare, ma nessuno immagina cosa può essere in grado di fare. Subito alle prime pagine sappiamo chi è il colpevole degli omicidi che flagellano Saluzzo: Virginia è la prima vittima innocente di Francesco Nepote. Purtroppo per lei, si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. I due si scontrano per caso, ne sorge una piccola discussione e il brusco notaio si trasforma in un attimo nel folle assassino che tutti in paese impareranno a temere. Francesco è fuori di se, non capisce come possa aver strangolato a morte e poi picchiato la povera ragazza, non sa da dove è salita quella maledetta forza. Nasconde malamente il corpo e si allontana, verso casa. Quando finalmente si sente al sicuro nelle mura domestiche, si contorce le mani al pensiero di quello che ha fatto e alle conseguenze che il gesto porterà. Non si accorge però che le sue tozze dita si sono sciolte da sole, e in autonomia si sono allungate verso il vecchio violino, lasciato in un angolo da quando il maestro in gioventù lo aveva dichiarato inadatto a qualsiasi attività musicale e privo di orecchio. Ed ecco, nel suo più grande stupore, che una melodia si leva dalle corde dello strumento: è perfetta, vera, sublime in ogni nota. Nessuno crederebbe mai che l’autore di una tale poesia musicale possa essere il notaio del paese. E non immaginano quale sia stato il prezzo per poterla portare in vita.

Per completare l’opera sarà necessario far scorrere dell’altro sangue, si cercherà un colpevole, e il dito verrà puntato sulla persona sbagliata. Francesco Nepote non avrà cuore per il malcapitato, sarà disposto a tutto pur di portare a termine quell’opera che non potrà mai avere il suo nome inciso, ma che sarà tramandata nei secoli per la sua incommensurabile bellezza.

Gianluca Soletti è riuscito a ricreare in poche pagine una perfetta ambientazione storica per la trama di un romanzo che probabilmente, se perdessimo del tempo tra vecchie scartoffie di tribunali, troveremmo ben riportata in qualche processo del tempo come accusa contro qualche delinquente.

In Suonerò la tua morte non è tanto importante chi ha compiuto gli omicidi, ma quello che succederà poi, chi sarà coinvolto ancora nella vicenda e se la partitura vedrà o meno la nota finale.

 

Approfondimento

Da subito l’attenzione non è posta su chi compie l’omicidio, proprio per il fatto che subito viene dichiarato apertamente chi li commette. Quello che predispone chi legge a definire Suonerò la tua morte come un giallo è la necessità di scoprire se il colpevole sarà accusato o se il paese intero cadrà nell’inganno di Nepote. Si spera fino alla fine di vedere quel maledetto in gattabuia, insieme ai suoi eguali, ma fino all’ultima pagina non si è mai certi di quello che potrebbe succedere.

Pur non avendo la mole del classico romanzo storico, Suonerò la tua morte mi ha soddisfatto sia nella storia che nell’ambientazione. Ci si perde per le sporche viuzze di Saluzzo, tendendo sempre l’orecchio per essere pronti quando arriverà l’assassino. Gianluca Soletti ha tenuto acceso l’interesse dall’inizio alla fine, perché non c’è stato nulla di scontato in tutta la storia. Non una parola era fuori luogo, tutto porta il lettore in un viaggio nel tempo e lo catapulta in quello che doveva essere davvero un paese come tanti. Anche questo libro fa il suo dovere egregiamente: ci porta sul suo dorso fino alla meta finale, in un altro tempo, e lì tornerà a prenderci quando sarà il momento di tornare a casa, purtroppo.



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