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[Recensione] E’ iniziata così – Penelope Lively

Creato il 23 marzo 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] E’ iniziata così – Penelope LivelyTitolo: È iniziata così
Autore: Penelope Lively
Editore: Guanda
Traduttore: Corrado Piazzetta
ISBN: 9788860888402
Num. Pagine: 288
Prezzo: 16,50€
Voto: [Recensione] E’ iniziata così – Penelope Lively

Trama:
Sette vite trasformate da un singolo, minuscolo evento, travolte dalla valanga scatenata in una mattina di aprile a Londra dallo scippo dell’anziana Charlotte, che costringe la figlia Rose a rinunciare ad accompagnare a Manchester il suo datore di lavoro, Lord Henry Peters, celebre professore di storia, il quale decide allora di portare con sé la nipote Marion, costretta a inviare al proprio amante un messaggio, puntualmente intercettato dalla moglie, che in questo modo scopre loro relazione… Una sequenza apparentemente inarrestabile.
Perché se il battito d’ali di una farfalla può scatenare una tempesta, se le dimensioni del naso di Cleopatra avrebbero potuto mutare la storia di Roma – un’idea che affascina il professor Peters –, a maggior ragione le nostre minuscole esistenze personali sono in balia del caso: le scelte che crediamo di compiere sono modellate da circostanze esterne su cui non abbiamo alcun controllo e una persona che non abbiamo mai nemmeno incontrato può alterare per sempre il nostro destino.
Penelope Lively mette le sue doti narrative al servizio di questa teoria, seguendo con il consueto sguardo caloroso ed empatico un cast di personaggi cesellati con perizia e amore dentro e fuori dalle loro vicende intrecciate e mostrandoci come, malgrado tante svolte arbitrarie e imprevedibili, l’avventura della vita valga davvero la pena di essere vissuta fino in fondo.

Recensione:
Quante volte nel corso di una giornata ci chiediamo, magari superficialmente, “Ma come sarebbe andate se avessi fatto… se avessi detto… se avessi visto…”? Quanto peso ha per noi il caso, il destino, il fato, la coincidenza, o tutta quella strana miscellanea di eventi che si susseguono e a cui ognuno dà un nome diverso?
Penelope Lively ha provato a mostrarcelo con questo romanzo delicato, gentile e ironico, prendendo un evento iniziale e dipanandosi tra le sette vite che si sono modificate in funzione di esso, nel ritmico proseguirsi di eventi  privi di forzature, ma naturali effetti dell’esistenza stessa.
Charlotte, settantasettenne ex professoressa amante di Henry James, è il fulcro che dà il via alle danze. Capitolo dopo capitolo entriamo in contatto con personaggi che si conoscono, che non si conoscono, che interagiscono e prendono decisioni in base alle modifiche che la loro vita ha subito a causa di uno scippo che magari ha causato loro conseguenze dirette, o magari indirette e più lontane nel tempo.
Ho apprezzato questo libro per la sua semplicità, per la scioltezza e la naturalezza della narrazione, non c’è assolutamente nulla di artefatto, di esagerato o capzioso ma anzi, il realismo e la calma, pacata verosimiglianza coi rapporti umani la rende una narrazione gradevole e simpatica, romantica, comica, malinconica.
Interazioni che si instaurano da un giorno all’altro senza preavviso, incontri fortuiti che si trasformano nel pretesto giusto per fare il salto di qualità – o per cadere all’inferno, oppure movimenti sussultori nella routine quotidiana che poi torneranno ad appianarsi per nulla smossi dai cambiamenti. Quello che ci troviamo davanti è uno spaccato moderno e quotidiano, l’autrice si è semplicemente data la pena di analizzare con occhio attento e clinico le dinamiche che regolano il mondo, che a volte lo mandano avanti e a volte no, e focalizzandosi sui legami che ognuno di noi potrebbe intrecciare con chi ci ritroviamo accanto senza preavviso e sui sacrifici e sulle speranze che vengono messe alla prova dalle circostanze.
Un libro elegante e sottotono, deliziosamente inglese e pieno di aplomb, che si diverte a fare una panoramica di un argomento che tocca ogni singolo individuo ma su cui pochi si soffermano; un romanzo che non pretende di mutare la nostra visione della vita, ma che si accontenta di farcela assaporare con un po’ più di attenzione.


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