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Recensione e opinione Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate

Creato il 05 gennaio 2015 da Alessio688

TheHobbit_Intl_Adv_#B4DB219Giusto questa estate avevo letto per la prima volta Lo Hobbit (qui la recensione) e mi era piaciuto davvero molto. Non posso nascondere che sono un grande fan di Tolkien, scrittore che mi ha fatto conoscere il genere Fantasy e me lo ha fatto amare visceralmente. Avevo subito storto il naso sapendo che da un libro così corto volevano tirare fuori tre film. “Allungare il brodo” per fare una trilogia ed ottenere più incassi al botteghino è diventata per molti ormai una consuetudine. I primi due film non mi sono dispiaciuti, anche se il secondo ha iniziato a scricchiolare su alcune cose.

Ora veniamo, però, alla Battaglia delle Cinque Armate. Le speranze che nutrivo per questo film conclusivo erano davvero molte, forse troppe. Sarà difficile fare una recensione obiettiva, lo ammetto. Ho visto la trilogia del Signore degli Anelli al cinema quando ero veramente piccolo ed ora con questa trilogia su Lo Hobbit (vista sempre al cinema) si chiude un capitolo, anche di crescita personale, visto il lasso temporale tra le due trilogie. Saluto la Terra di Mezzo rappresentata da Peter Jackson e devo dire che un pizzico di nostalgia arriva già solo scrivendo queste righe.

Comunque iniziamo con trama e trailer, e poi vi dirò cosa secondo me ha funzionato e cosa no.

Trama

Lo Hobbit: la Battaglia delle Cinque Armate porta ad un’epica conclusione delle avventure di Bilbo Baggins, Thorin Scudodiquercia e la Compagnia di Nani. Dopo aver reclamato la loro patria dal drago Smaug, la compagnia ha involontariamente scatenato una forza letale nel mondo. Infuriato, Smaug abbatte la sua ira ardente e senza pietà alcuna su uomini inermi, donne e bambini di Pontelagolungo.
Ossessionato soprattutto dal recupero del suo tesoro, Thorin sacrifica l’amicizia e l’onore e, mentre i frenetici tentativi di Bilbo di farlo ragionare si accumulano, finiscono per guidare lo Hobbit verso una scelta disperata e pericolosa. Ma ci sono anche pericoli maggori che incombono. Non visto, se non dal Mago Gandalf, il grande nemico Sauron ha mandato legioni di orchi in un attacco furtivo sulla Montagna Solitaria.
Mentre l’oscurità converge sul conflitto in escalation, le razze di Nani, Elfi e Uomini devono decidere se unirsi o essere distrutte. Bilbo si ritrova così a lottare per la sua vita e quella dei suoi amici nell’epica Battaglia delle Cinque Armate mentre il futuro della Terra di Mezzo è in bilico.

Trailer

La battaglia delle cinque armate….per conquistare il botteghino!

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Il film è sicuramente ben fatto dal punto di vista tecnico. La fotografia, come ci ha abituato Andrew Lesnie anche nel Signore degli Anelli, è davvero da togliere il fiato, così come le musiche di Howard Shore che riescono a dare quel tocco di epico a ciò che si vede, facendo immergere chi guarda nel pieno dell’azione. Mi è piaciuta anche la scelta di Peter Jackson nel concentrarsi sul cambiamento di Thorin non appena entra in contatto con l’oro, mostrando i lati deboli di quello che era un personaggio puro e impavido. Il ritmo del film è incalzante, carico di pathos e azione; come una giostra che non si ferma mai ci porta da una parte all’altra, da un combattimento ad un altro. Per molti può essere un punto a favore, per me invece non lo è. Il regista neozelandese aveva abituato ad una certa prolissità e calma, rotta poi improvvisamente dalle battaglie, e personalmente reputavo questo stile più fedele a ciò che ha scritto Tolkien.

Da qui inizio con qualche spoiler, quindi chi non l’ha visto si fermi nella lettura!

Nelle trasposizioni cinematografiche è normale che si perdano i pezzi per strada, ne sono consapevole, ma alcune modifiche non le ho proprio digerite. Due film erano sufficienti, in questo terzo e ultimo capitolo si capisce come si sia voluto allungare qualcosa senza la reale necessità di farlo. Legolas e la storia d’amore tra Kili e Tauriel erano da evitare. Un triangolo amoroso che poco ha a che fare con le caratteristiche degli Elfi e dei Nani. Magari con il tempo dedicato a loro in tre film si poteva approfondire la figura di Beorn, che rappresenta un personaggio chiave nel romanzo di Tolkien.

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Veniamo però alla battaglia. Questa dà il nome all’intero film e rappresenta praticamente l’intera seconda parte dell’opera di Jackson. Vedere i nani indietreggiare fin sotto Erebor invocando il nome di Thorin è stato commovente. Ancor di più quando la porta della montagna cade e ne esce il suo Re rinvigorito dalla ritrovata rettitudine verso il suo popolo e la sua famiglia. Fin qui tutto bene, poi secondo me qualcosa non ha funzionato. Dirottare Thorin sopra il “cucuzzolo” di Collecorvo per affrontare Azog in uno scontro uno contro uno è una scelta che ho trovato veramente PESSIMA, che si discosta dal libro e soprattutto da quello che è lo stile di J.R.R. Tolkien. Dalle poche righe dedicate nel romanzo a questo momento traspare che Thorin muore per le troppe ferite riportate in battaglia, combattendo fianco a fianco con i suoi nani nella mischia. Una scena, a mio parere, che sarebbe stata il completamento ideale della battaglia che si è vista nel film!

Ultimo ma non ultimo Legolas che, sotto suggerimento di suo padre Thranduil, viene invitato a cercare Grampasso, un giovane ramingo dal grande destino. Un errore davvero molto grossolano. Aragorn, infatti, durante la battaglia delle cinque armate ha solo dieci anni! Solo parecchio tempo dopo assumerà il nome di Grampasso e la sua “fama” si spargerà per la Terra di Mezzo.

Il finale mi ha lasciato con l’amaro in bocca, così come il triangolo amoroso. Credo che chi non abbia letto il libro possa godersi di più questa trilogia, perché chi lo ha fatto rimane quasi sicuramente più legato all’opera letteraria.

Voto: 7,5



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