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Recensione - Fino all’ultima bugia di Mario Nejrotti, di Rosa Revellino

Creato il 04 ottobre 2013 da Andrea Leonelli @AndreaLeonelli
Recensione - Fino all’ultima bugia di Mario Nejrotti, di Rosa Revellino Lui era il capo e chi non lo riconosceva o lo tradiva… non voleva ricordare. Un brivido sottile, nonostante il caldo, le corse lungo la schiena. Non l’avrebbe più presa, non lo avrebbe più rivisto; e basta. Nel quartiere torinese di San Salvario, la banda criminale guidata dallo spietato Dante Accarsa sta cercando di aggiudicarsi il monopolio del traffico di cocaina grazie a un ingegnoso piano messo a punto con l’aiuto di un’influente famiglia calabrese. Accarsa è ormai sicuro che nessuno potrà fermare la sua ascesa, soprattutto quando il primo carico di “neve” sta arrivando dalla Colombia, per poi sbarcare a Gioia Tauro e arrivare indisturbato fino a Torino. Ma il capitano dei Carabinieri Sergio De Giorgis ha un infiltrato nella banda, il giovane brigadiere Bonocore, e un prezioso alleato, il generale Galimberti, già in pensione ma con una fin troppo estesa rete di collaboratori e informatori… Chiara è una studentessa dal passato oscuro, che fugge dalla sua dipendenza per la cocaina, da un uomo pericoloso e da chi è convinto che lei sappia più di quanto non dia a vedere; Matteo è un medico dell’ospedale Sant’Anselmo di Torino che ha bisogno di far chiarezza nella propria vita e di rivedere le proprie scelte. I due ragazzi si incontrano sull’isola croata di Vis, entrambi in cerca di se stessi e di un nuovo inizio, e trovano appoggio l’una nell’altro, oltre che negli abitanti del posto, all’apparenza solo semplici e ospitali isolani… Dipingendo una ricchissima carrellata di personaggi che sembrano tutti nascondere qualcosa, in un’alternarsi di presente e passato e muovendosi tra Torino e Vis, Mario Nejrotti ci accompagna in questo viaggio travolgente e colmo di colpi scena, in cui ogni pagina rivela una nuova bugia o un nuovo interrogativo. L’autore riesce catturare l’attenzione e la curiosità dosando con maestria gli indizi che ci porteranno a scavare sempre più in profondità nelle storie di ognuno dei protagonisti e a scoprire chi si cela dietro al potente e misterioso “capo” cui persino Accarsa deve obbedire. Il ritmo serrato dei capitoli, brevi e incisivi, rende la lettura ancora più coinvolgente, mentre, con il fiato sospeso, si districano i fili di questa appassionante trama fino a giungere al picco della tensione, a quello che è l’avvincente epilogo della narrazione… La scrittura, imbevuta nella consueta ma insopprimibile bellezza del minimalismo letterario americano, scorre velocissima pur nella concentrazione spasmodica dei dettagli, delle angolature. C’è senza dubbio il tono di romanzo poliziesco che ha però, tra i suoi punti di forza , anche una buona dose di suspense onirica in cui si perde la trama per recuperare soltanto il taglio netto della parola. Ma questa parola non dà tregua, non dà approdi sicuri: nessuno è solo quello che sembra e la verità sembra sfuggire ad ogni nuovo attacco narrativo. E l’autore sembra dirci che c’è sempre il modo per camuffare l’identità, il ruolo, l’intenzione per essere un altro; come se la storia che raccontiamo fosse vissuta da un personaggio esterno ma che ci appartiene perché è il nostro scacco matto alla realtà. Fino all’ultima bugia. Era inutile reagire, ci sarebbe stato tempo e modo per confondere le acque, per provare a manipolare i fatti.
Rosa Revellino Da Torino Medica ottobre 2013

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