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Recensione | Game Of Thrones 5×06 “Unbowed, Unbent, Unbroken”

Creato il 18 maggio 2015 da Parolepelate

Voglio piangere tutte le mie lacrime perché questo episodio si è concluso in una maniera così brutta, schifosa, disgustosa, che per cinque minuti sono rimasta a fissare lo schermo e ho ponderato seriamente l’idea di mandare a quel paese D&D, Martin, Westeros, Daenerys (che oggi nemmeno c’era ma ogni occasione è buona), e compagnia bella e andarmi a fare una vacanza rinvigorente alle Hawaii perché veramente non ce la faccio. Non si può.

Volevo lasciarlo per ultimo ma ho cambiato idea e ho deciso di iniziare proprio dal matrimonio di Sansa. Sono delusa e schifata, l’ho detto? E non tanto per quello che è successo, ma il modo. Capisco che Ramsay sia un mostro, capisco che Jeyne Poole nel libro abbia passato lo stesso se non di peggio, ma questo non mi rende più facile accettare quello al quale abbiamo dovuto assistere. Forse è questo il problema: Jeyne era un personaggio secondario, dimenticato, nominato appena all’inizio e tornato a sorpresa alla fine. Non siamo affezionati a lei, i suoi drammi ci toccano fino a un certo punto.
Sansa no. Sansa l’abbiamo vista innamorarsi di Joffrey, perdere la sua lupa, perdere suo padre – vabbé, perdere un numero non proprio definito di animali, parenti, amici – l’abbiamo vista crescere (non solo d’altezza), ha avuto un bel percorso. Fino allo scorso episodio, speravo che nella serie le cose per lei non si sarebbero messe troppo male, nonostante lo stravolgimento della trama che la riguarda. Giuro, ci speravo davvero, non lo dico così per dire.

Recensione | Game Of Thrones 5×06 “Unbowed, Unbent, Unbroken”
Avevo letto diversi commenti, stamattina, di gente parecchio insoddisfatta dalla conclusione dell’episodio: è sempre così con Game Of Thrones, stai lì, vedi che sei al minuto 45 su 55 e dici che cosa potrà mai succedere in dieci minuti? La mia risposta è: lo schifo. Mi dispiace, ma temo che oggi mi sentirete usare molto questa parola, perché non trovo altri modi per descrivere quello che ho visto. Comunque, dicevo, leggevo questi commenti eppure mi domandavo perché fossero tutti così arrabbiati, visto che fino al matrimonio per lei era andato tutto così bene: la risposta a Myranda, il modo in cui la mette al suo posto, mi ha fatto sentire fiera di lei. Non riuscirai a spaventarmi. Brava, bravissima! Le sono tornati i capelli rossi. Ottimo, evviva, sei la stessa Sansa che ho imparato ad apprezzare e che ha avuto un miglioramento esponenziale! Ora invece mi viene da dire che D&D sono dei bastardi, perché le hanno fatto patire l’inferno a casa sua, con il suo colore di capelli, in mezzo alla sua gente che non fa altro che ricordarle quello che era e che è tornata a essere, davanti a colui che rappresenta il suo passato nel bene e nel male.
Insomma, questo matrimonio si doveva consumare, lo so. Ramsay non è Tyrion, non è idiota e sa che finché non infila la chiave nella serratura tutto può essere annullato. Ma questo non ha reso più facile sopportare le lacrime di Theon, o il modo in cui Sansa si spogliava lentamente, cercando di impiegarci quanto più tempo possibile con le sue manine tremanti… Non mi ha reso più facile sentire le sue urla. Accidenti, me le sognerò stanotte. La cosa peggiore – o migliore, dipende dai punti di vista – è che non si è visto assolutamente nulla, e non so se sare credito ad autori e attori per essere riusciti a scombussolarmi così semplicemente con i suoni e con le pseudo espressioni di Reek/Theon…anzi, preferisco chiamarlo Theon, perché Reek non avrebbe versato quelle lacrime per Sansa, o se scrivere una lettera di protesta perché odio quello che hanno fatto alla mia Sansa.
E lo so che gli stupri a Westeros sono praticamente la regola e non l’eccezione, lo so…Ma io adoro Sansa e non sopporto che dopo tutto quello che ha passato debba soffrire ancora, eppure sembra che per lei le cose non si rimetteranno mai a posto. La piccola Sansa, che sognava di essere una lady e di fuggire con un cavaliere dall’armatura scintillante, la piccola Sansa così romantica e innamorata della vita, convinta che il mondo fosse un posto bellissimo, ha imparato nel peggiore dei modi che i sogni di quella Sansa sono soltanto fantasie irrealizzabili. Giuro, se ci penso mi sento stringere il cuore. Le hanno strappato la dignità in pochi, pochissimi secondi.
Spero solo che adesso in lei si risvegli qualcosa. Spero che adesso, se già non era così, la sua intenzione di vendicarsi contro i Bolton cresca e che finalmente si decida a mettere in atto una vendetta, lasciando perdere Ditocorto e chiunque altro: mai come ora è chiaro che deve essere lei a prendere le redini della sua vita, perché è sola. Completamente sola.
L’ho sempre detto io, che doveva scappare con Sandor.

E da qui in poi vi avverto che la mia recensione sarebbe stata completamente diversa, ma le scene a Winterfell hanno infangato tutto quello venuto prima e me l’hanno fatto vedere con occhi diversi.

Recensione | Game Of Thrones 5×06 “Unbowed, Unbent, Unbroken”

Per esempio, prima di quei dieci minuti di schifo pensavo che l’incontro tra Cersei e Ditocorto fosse molto interessante, anzi addirittura divertente: quei due ipocriti che si accusano a vicenda di essere doppiogiochisti, traditori, incestuosi e addirittura vittime del corso degli eventi. Cersei vittima perché stava per sposare Loras e lui invece preferisce gli uomini? Conoscendoti, non posso dargli torto. Petyr ancora a lutto per Lysa? Perché, è mai stato in lutto? E poi, non voglio nemmeno parlare del modo in cui Baelish rivela a Cersei di Sansa. Quindi adesso ti sta bene darle la sua testa da infilzare su una picca? Le hai fatto sposare Ramsay per il tuo tornaconto? In questi momenti vorrei entrare nello schermo del pc, prendere Sansa e dirle tesoro mio, Petyr una volta disse a tuo padre “la cosa più saggia che hai fatto da quando sei a King’s Landing è stata non fidarti di me”, agisci di conseguenza. Giuro che all’inizio ridacchiavo davanti al loro botta e risposta, ma adesso sono disgustata. Adesso vorrei vederli tutti e due bruciati da Melisandre. E vi ricordo che io non sopporto Melisandre.

E per rimanere in tema, parliamo anche dell’inchiesta a Loras. Il dolore per quello che è successo a Sansa non mi impedisce di fare i complimenti a Finn Jones che con la barba incolta sta bene. La cosa buffa – per così dire – è che oggi lui è stato vittima di ingiustizie e sotterfugi proprio come Sansa. Non deve soltanto stare lì a sopportare i continui riferimenti a Renly, no, deve anche vedere Olyvar che entra e depone a suo sfavore. E questo mi riporta alla mente la 4×06, quando ci fu il processo a Tyrion: che parallelismo triste, vedere i due imputati entrambi affondati da coloro con i quali condividono le lenzuola?
Anche se qui aveva tutta la mia attenzione Cersei. Devo ammetterlo: è furba. È riuscita, nel giro di quattro episodi, a mettere nei guai Margaery senza sporcarsi le mani – Io? Io non ho arrestato Loras, è stato il Credo. Io? Mica gli ho dato io le armi, è stato Tommen. Io sono nessuno – e in più ha fatto la parte della suocera triste e preoccupata per la nuora, con le sue varie intromissioni. Quando risponde alle accuse di Olyvar sostenendo i Tyrell mi veniva voglia di gettare per aria il pc, per l’esasperazione. Mi chiedo come abbia fatto lady Olenna: lei, che è un peperino nonostante l’età, è dovuta restare lì senza fare nulla mentre i suoi nipoti venivano portati in cella e Cersei le lanciava un’occhiata alla ho vinto io. Anzi, potevo vedere addirittura i fuochi d’artificio nei suoi occhi per la felicità. Volevo strozzarla. Mi ribolliva il sangue, e spero proprio che Olenna prima o poi vada da lei e le dica ho ucciso io quell’abominio di tuo figlio, giusto per vedere la sua espressione con i miei occhi.
Mi dispiace, oggi odio tutti.

Questo secondo me è quello che di importante abbiamo visto oggi. Poi ci sono state le varie scenette a Dorne, nella Casa del Bianco e del Nero e in giro per le campagne del Continente Orientale che anche qui servivano a fare numero.

Recensione | Game Of Thrones 5×06 “Unbowed, Unbent, Unbroken”
O meglio, abbiamo visto cosa finalmente nasconde la Casa del Bianco e del Nero e perché venerano il Dio dai mille volti. Mille volti letteralmente. Se non ho capito male, i volti dei morti vengono “riciclati” per dare nuove identità ai vari tizi che lavorano per lui. Bello.
Però se devo essere sincera sono felice che Jaqen dica questa ragazza non è pronta a essere nessuno, ma è pronta a essere qualcun’altra. Perché, se sono – anzi, ero – felice del cambiamento di Sansa, lo stesso non può dirsi di Arya. Ho paura che questo suo forte, fortissimo desiderio di vendetta la porti a non essere più Arya ma che diventi qualcos’altro, qualcuno così diverso dal personaggio che conosciamo da non riuscire più a riconoscerla. Io per lei voglio che vada in giro per il Continente Occidentale a vendicare tutti quelli che deve vendicare ma che poi torni a essere Arya Stark. Non voglio che nel suo curriculum ci sia Killer Professionista con la capacità di cambiare volto. Lei è Arya Stark, lo è e lo sarà per sempre, e ammetto che rimarrò molto delusa se così non sarà, quando la storia arriverà a una sua conclusione (nel duemilamai visti i tempi di Martin). Voglio che lei sia felice nella sua pelle, letteralmente.

Del viaggio di Tyrion e Jorah posso solo dire: ma davvero nessuno ha trovato cinque minuti di tempo per dire a Jorah che suo padre, pace all’anima sua, è trapassato? Capisco risparmiargli i dettagli su cosa sia stato fatto con il suo povero teschio, ma almeno permettergli di piangerlo? No, evidentemente erano tutti troppo occupati.
Comunque, adesso che i due sono stati catturati dagli schiavisti temo che le loro strade si divideranno presto, e non ne sono felice. Mi fa un po’ ridere che D&D improvvisino questi twist che si avvicinano alla trama dei libri come in un patetico tentativo per dire non ce ne siamo dimenticati, perché dopo quello che ci hanno piazzato venti minuti dopo potevano pure inserirmi Lady Stoneheart, Arianne Martell e suo fratello Quentyn: mi sarei infuriata lo stesso.

Infine, a proposito di Martell, a due minuti a due minuti siamo a un totale di ben quattro minuti dedicati al principe di Dorne. Mi intitolate l’episodio con il motto dei Martell, mi aspetto di vedere almeno una buona percentuale di episodio dedicata a loro… invece l’unico Martell che abbiamo visto è Trystane che, sempre più desideroso di battere il Martell-o, limona con Myrcella senza sapere che suo padre/zio è a due metri di distanza e li sta osservando. Ottimo modo per ingraziarsi il suocero.
10 e lode alla battuta di Bronn: Beh, si è ambientata bene.
Un po’ meno alle Serpi delle Sabbie che nemmeno oggi mi hanno convinta più di tanto. Allora, tralasciando come Bronn e Jaime siano riusciti a introdursi ai Giardini Dell’Acqua praticamente indisturbati, parliamo del loro “””scontro”””… So già che mi pentirò di questa affermazione, ma me le aspettavo più letali. Invece mi sono sembrate sì forti, ma abbastanza acciecate dalla rabbia e avventate. Brave a parlare all’unisono ma nient’altro. Visto quanto hanno fatto scendere le mie aspettative su di loro, forse era meglio farmi vedere di più il principe Doran.
E tanto per aumentare un minimo la curiosità di noi spettatori, ci lasciano con Jaime, Bronn, le Serpi e Ellaria (beh, la brutta copia di Ellaria. L’anno scorso era perfetta, quest’anno le hanno fatto una lobotomia) che vengono catturate. Uuuuh, che succederà? Non lo so, e francamente non so se voglio saperlo. Sono abbastanza scoraggiata.

Questo episodio mi ha lasciata così: sconsolata e amareggiata. Mentre scrivevo però ho capito una cosa: voglio fare una statua di D&D, per il solo piacere di vederla ricoperta di sterco di piccioni. Grazie per avermi rovinato il lunedì e quindi la settimana! Stronzi.

Con il cuore ancora colmo di dolore vi saluto, e come sempre vi lascio il promo del prossimo episodio. Un saluto alle nostre affiliate, che come sempre pubblicano i miei deliri:

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