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Recensione | Gotham 1×06 “Spirit of the Goat”

Creato il 29 ottobre 2014 da Parolepelate

Buongiorno, pelatini! <3"><3"><3"><3

Avete tutti visto la nuova puntata di Gotham, vero? VERO???

Ok, scusate, non volevo urlare, è che sono un tantino suscettibile quando qualcuno mi dice di non aver visto ancora quello che, invece, ho già visto io :D

Ma torniamo a Gotham e a quanto mi sia piaciuta questa sesta puntata (già sei puntate? Oh santa Barbarella! Come vola il tempo! O.o).

Sono sempre più convinta che qualcuno dell’entourage della serie legga qualche recensione in giro sulle puntate (in particolar modo le mie; seeeh, come no!), perché, incredibile ma vero, hanno cambiato le scene della ricapitolazione! *spara fuochi d’artificio anche se è pieno giorno*

Non è una cosa che vi rende più ottimisti, più felici, più grati di avere serie come Gotham da scaricare illegalmente su Internet?

Nooo?!? Beh, dovrebbe, perché adesso posso imparare nuove battute a memoria e voi anche!

Devo dire la verità, la prima scena mi ha fatto davvero ridere: insomma, un tizio che ripete all’infinito davanti ad uno specchio di essere lo Spirito della Capra, non è esilarante? Mi sono persino chiesta se avessero tradotto bene :D

E comunque, appurato che lui è davvero lo Spirito della Capra, inquadriamo un Bullock più giovane di dieci anni e il suo partner di allora, tale Dix in un quartierino niente male (come dite? Non vi sembra poi così bello? Ragazzi, siamo a Gotham, what did you expect?), pronti all’azione nei confronti di tale Randall Milkie, che ha rapito una certa Shelly nel suo bell’appartamento con vista.

A quanto pare, vuole usarla come sacrificio, ma Bullock è ben deciso a salvarla, nonostante il suo collega gli ricordi che la prima regola di Gotham è: niente eroi.

Davvero bizzarro, specialmente se colleghiamo Gotham a, come è naturale, Batman.

Bullock se ne frega e, invece di attendere i rinforzi, entra nell’edificio, seguito suo malgrado da Dix. Purtroppo, per la povera Shelly non c’è più niente da fare e nello scontro con lo Spirito della Capra, alias Randall Milkie, Dix ci rimette le gambe e Milkie stesso, la vita.

Stento quasi a credere che questo Bullock sia quello che fa squadra con Gordon. Non a caso, l’ultima scena della ricapitolazione è proprio quella in cui Jim accusa Bullock di essere cinico, svogliato e con poco senso del dovere.

Nella Gotham odierna, Bullock si ritrova di fronte ad un emulatore della Capra (ok, detto così sembra stupido -.-“), il che lo sconvolge, e non poco, visto che considerava il caso chiuso da ben dieci anni.

Nygma in questa scena mi fa davvero pena: lo trattano tutti con sufficienza e lui si sente, a ragione, sottovalutato, quando credo che l’unica cosa che vuole fare sia farsi accettare e capire. Peccato che nessuno lo comprenda.

Recensione | Gotham 1×06 “Spirit of the Goat”

Nel frattempo, Gordon è impegnato in una negoziazione con Barbara, che vuole che lui la renda partecipe di quello che fa, di quello che affronta e in cambio gli promette che tutto si sistemerà tra di loro.

Cioè, fatemi capire: questa la scorsa puntata sembra essersi volatilizzata e ora ricompare come se niente fosse con la stessa, identica pretesa con cui ha mollato Jim? Ma insomma, con chi crede di avere a che fare? Mi sembrano due partner che dirigono un’azienda, non due persone innamorate, perlomeno, non lei. Jim è chiaramente disposto a tutto pur di non perderla, ma lei mi sembra sempre concentrata su un altro fine; un fine che la lega inesorabilmente a Montoya, che, insieme al suo partner sta cercando testimoni dell’omicidio di Oswald Cobblepot presso la baia, che abbiano altresì riconosciuto Gordon e Bullock; missione che, tra l’altro, ha successo.

Sulla scena del crimine della Capra, Bullock e Gordon cercano di rimettere insieme i pezzi della vicenda, con un Bullock preoccupato del panico che si creerà in città in merito all’uccisione dei rampolli primogeniti delle famiglie benestanti. Come primo atto, si recano dalla famiglia della vittima, gli Hastings, i quali non hanno il benché minimo sospetto su un possibile assassino. Qui, non solo i due Detectives vengono a conoscenza della strana nevrosi del signor Hastings, ovvero quella di stringere in maniera quasi convulsiva la mano in un pugno, ma conoscono anche la dottoressa Marks, psicoterapeuta di famiglia.

La scena si sposta, a mio parere anche piuttosto in maniera scollegata, a Nygma e alle sue doti di seduttore di serie B (per non dire C o addirittura D) nei confronti di Kristin Kringle. Che Nygma fosse strano, non c’erano dubbi, che sia un povero diavolo incompreso, nemmeno, ma che tentasse di flirtare con chiunque, mettendole in ordine i fascicoli… beh, cielo! Al posto di Kristin, se non fossi stata assolutamente certa che Nygma facesse parte della Polizia, sarei subito andata a denunciare la cosa, perché è parecchio inquietante, specialmente quando tenta di annusarla. Ma cos’è? Un novello fan di Hannibal Lecter, per caso? No, perché sono sicura che sarebbero ottimi amici, anche se sappiamo che fine fanno gli amici di Hannibal Lecter, ma quella è un’altra storia…

In questo episodio dedicato alla creepiness più assoluta, ritroviamo anche la madre di Oswald Cobblepot, che rientra a casa con non-chalance, annunciando di non essere morto e la madre, invece di prendersi un bello spavento, pensare all’apparizione di un fantasma, chiamare la Polizia, lo accusa di essere incappato nelle reti di qualche sgualdrina.

Direi che è piuttosto chiaro il rapporto che intercorre tra questi due: più che madre e figlio, sembrano due coinquilini di un ospedale psichiatrico. Che gli sceneggiatori si siano lasciati influenzare un tantino troppo da Halloween?

 

Dall’autopsia sulla povera Amanda Hastings viene fuori (su suggerimento di Bullock) una ferita dietro la testa che contiene un centesimo. Era la particolarità di Randall Milkie quella di cucire nelle teste delle vittime una monetina e Bullock afferma che nessuno ne è a conoscenza, eccetto lui, Dix e l’esaminatore medico di allora, che però è già deceduto. Addirittura, all’epoca dei fatti, non inserirono quella prova nei fascicoli appositamente, né ne diedero notizia ai giornali, temendo che una tale figura potesse attirare emulatori.

Mentre il Capitano convince Bullock ad andare a parlare con Dix, Bruce e Alfred ascoltano le ultime notizie sullo Spirito della Capra in TV e ci troviamo nuovamente nel salotto della mega-villa Wayne.

Ora è davvero palese che gli sceneggiatori non hanno soldi da spendere per creare un altro set in cui ambientare le piccole scene del piccole Bruce che ha sempre un sacco di lavoro da fare e non ha intenzione di nascondersi dalla Capra, pur essendo il primogenito di una famiglia ricca e potente e quindi potenzialmente in pericolo.

In realtà, ho un’altra teoria sull’ambientazione delle scene di Bruce in salotto: Alfred ha una certa età e si sa che a una certa età non si ha più la forza di svolgere mansioni quotidiane troppo faticose e mantenere una villa deve esserlo, perciò ha severamente vietato a Bruce di sporcare altre camere, onde doverle poi pulire. Logico, no? Sì, lo so che Alfred non è un despota, ci mancherebbe altro, ma non trovo davvero altri motivi plausibili.

A scongiurare il pericolo che la Capra faccia una visitina a Bruce, ci pensa Selina Kyle, che anche in questo caso fa la sua comparsa a sorpresa e poi fila via indisturbata, dopo aver rubato una scatoletta d’argento (?) e dopo aver sorriso alla figura di Bruce addormentato sul divano (perché non esistono neanche i letti a casa Wayne, giusto?).

Mentre Dix suggerisce ai Detectives che si tratta di una cospirazione e che in realtà si erano sbagliati su Randall Milkie dieci anni prima, la Capra miete un’altra vittima (o quasi), una certa Ember Copley.

Gordon e Bullock, dopo aver ottenuto la lista dei manutentori delle abitazioni dei Copley e degli Hastings, riescono a capire che tra i cinque sospettati che si sono messi in malattia in quegli ultimi giorni, l’unico a non avere un alibi è un certo Raymond Earl, che abita vicino a Connery Park, proprio il posto in cui dieci anni prima Bullock aveva provato a salvare Shelly.

I due riescono a salvare Ember e a stendere Earl, portandolo al Distretto, dove però si rifiuta di parlare, nonostante Bullock noti come tale Raymond abbia la stessa nevrosi del signor Hastings, ovvero, quella di stringere la mano in un pugno ed è qui che ricollega ai fatti la dottoressa Marks, un’ipnotista che ha convinto tutti i suoi pazienti di essere qualcuno che non sono, portandoli ad uccidere.

Nel frattempo, Barbara incontra Renee Montoya, promettendole di collaborare con lei, ma di capire altresì che si sta sbagliando su Gordon. Montoya le confessa che è troppo tardi e che ha già convinto il giudice ad emettere un mandato di arresto per quella notte nei confronti di Jim.

Questo è davvero troppo: Barbara, ma cosa diavolo stai combinando? Complottare alle spalle di Jim? WHAT??? Mi rimangio tutto quello che ho detto all’inizio sul fatto che mi stesse anche simpatica, perché sto cominciando seriamente ad odiarla e a sperare che Gordon capisca le sue intenzioni e la molli, anche se tenta di proteggerlo, chiedendogli di scappare insieme prima che arrivino ad arrestarlo. Ma Jim è davvero un uomo d’onore e sa che non può scappare.

Condotto al Distretto tra l’incredulità generale, Montoya e compare arrestano anche Bullock per complicità nell’omicidio.

Nello sbalordimento generale, compare proprio il diretto interessato, Oswald Cobblepot e l’episodio si chiude così, tra Bullock che sembra avere tutta l’intenzione di prendere a pugni Jim per aver mentito, gli occhi sgranati dell’intero Distretto e Pinguino che sembra si stia divertendo un mondo.

Recensione | Gotham 1×06 “Spirit of the Goat”

In tutta onestà, questo è stato uno degli episodi che ho maggiormente apprezzato tra quelli finora andati in onda.

Hanno tentato di caratterizzare maggiormente personaggi come Bullock e Nygma, hanno creato ancora più mistero intorno al personaggio di Barbara, hanno intensificato la presenza di Oswald, che, a quanto pare, ha sempre un asso nella manica e riesce a sorprendere tutti e hanno affrontato un altro criminale d’eccezione come la dottoressa Marks, che davvero aveva tutta la potenzialità per tenerli in scacco davvero, davvero a lungo termine (altro che dieci anni!).

Rimango sempre piuttosto delusa dai personaggi di Bruce e Selina, che compaiono sempre troppo poco e sempre senza ragione, ecco perché continuo a non capire se la serie sia incentrata su Jim Gordon, su Bruce Wayne, sui criminali o su Gotham in generale, perché sembra una specie di C.S.I fumettistica, in cui in ogni episodio compare un criminale diverso da acciuffare e comprendere in termini di modus operandi.

Per questa puntata il mio voto è 8 1/2 su 10.

Ce n’è di strada da fare, ma non siamo ancora a metà serie e le cose potrebbero sempre migliorare.

Al solito, state attenti se girate dalle parti di Gotham e alla prossima puntata! ;)

Recensione | Gotham 1×06 “Spirit of the Goat”

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