Recensione | Gotham 2×14 “This Ball of Mud and Meanness”

Buongiorno amici Pelati, abitanti notturni di Gotham City, amanti del Pipistrello (ok, detto così sembra una cosa sconcia) e bentornati nella città che non dorme mai (no, quella era New York… vabbè, avete capito) per un’altra incredibile avventura!

Siete carichi?

Siete pronti?

Siete comodamente seduti?

Bene, allora cominciamo! <3"><3"><3"><3"><3

Con un titolo come quello dell’episodio di questa settimana (letteralmente Questa palla di fango e cattiveria), pensavo che Gotham stesse per introdurci niente di meno che Clayface, o Faccia d’argilla, o Uomo d’argilla, come volete chiamarlo voi.

Il fatto che questa introduzione non sia avvenuta è stata una piacevole sorpresa, visto che ci aveva già deliziati con la storia strappa-lacrime di Mr. Freeze nelle scorse due settimane. Adoro il fatto che Gotham esplori sui personaggi facenti parte del mondo di Batman, specialmente quando la caratterizzazione di tali personaggi è ben fatta, ma a volte il meglio può degenerare in peggio nel giro di un secondo. Gli sbalzi di tono e di qualità dello show sono stati un problema nella prima stagione della Serie, sebbene in questa seconda abbiano cercato di migliorare alcuni aspetti che mi avevano fatto storcere il naso lo scorso anno, come la razionalizzazione della moltitudine di personaggi introdotti o la velocità con la quale le cose sembravano muoversi soltanto per giungere alla conclusione tanto agognata, come per la storia di Galavan nella prima metà di stagione.

Recensione | Gotham 2×14 “This Ball of Mud and Meanness”

D’altra parte, Gotham avrebbe benissimo potuto soffermarsi sull’ultimo dilemma morale di Bruce (uno bello grosso per Batman, in ogni caso), invece gli sceneggiatori hanno deciso di accompagnare questo treno di angoscia al giusto ritmo, anche se questo ritmo ha significato rinchiudere nuovamente Alfred nel Gotham General, affinché Bruce potesse compiere i suoi loschi piani. Almeno Bullock gliene ha cantate quattro al maggiordomo. Comunque, le azioni di Alfred hanno condotto Bruce ad un soggiorno nel mondo reale, per imparare cosa significa essere qualcuno che non è un trentenne intrappolato nel corpo di un adolescente.

Non poteva esserci titolo migliore per quest’episodio, perché non è stata una puntata incentrata sul ruolo di Cerino Malone nell’uccisione dei Wayne o sul declino psicotico di Edward Nygma e nemmeno sugli evidenti danni cerebrali di Pinguino, mascherati da riabilitazione. Un grande punto a sfavore nella trama di Gotham, a mio avviso, è sempre stato quello di far passare l’omicidio di Thomas e Martha Wayne come qualcosa di pre-ordinato, di voluto, piuttosto che come un atto di violenza qualunque. Sarò cinica, ma l’idea che un evento di violenza random avesse poi fatto diventare Bruce Wayne una leggenda nella lotta al crimine, mi è sempre sembrata molto più plausibile ed appropriata che non la presentazione del ricco sottobosco di crimini e violenze, nonché di criminali in mezzo ai quali Batman andrà poi a trovarsi per aver vissuto tutta una serie di esperienze traumatiche. Secondo me non è questo che lo rende l’intramontabile Batman. D’altronde, sono atti di violenza random, gratuiti che fanno sì che storie come quella di Captain America, Wonder Woman o SpiderMan conservino la loro imperitura bellezza e il loro intramontabile fascino, perché sono eroi moderni e le loro storie si adattano perfettamente alle molteplici condizioni umane.

Gotham si è sempre spinto troppo a fondo nella questione dell’assassinio dei Wayne, ma per Cerino Malone è riuscito ad introdurre quella sorta di ambiguità che ha tenuto Bruce sveglio la notte. Malone ricorda appena la notte dell’uccisione dei genitori del ragazzo e anche quando finalmente comincia a ricordare, non è riuscito del tutto a convincermi che fosse davvero coinvolto nella cosa; forse stava soltanto provocando Bruce affinché lo uccidesse, istinto suicidiario a parte.

Sebbene la trama creata sulla Wayne Enterprises (nella quale qualche losco figuro abbia deciso di ingaggiare Malone proprio per disfarsi dei Wayne) regga ancora, visto l’ingarbugliamento coinvolto, l’indifferenza di Malone e il suo completo disinteresse nei confronti della tragedia di Bruce, ha riportato quel pizzico di insensibilità alla narrazione. I Wayne sono stati soltanto un lavoro come un altro, dopotutto. Certo, alcune delle uccisioni che ha compiuto lo hanno tormentato, ma non certo quella dei Wayne. Se li ricorda appena. Questo tipo di egoismo è molto più devastante di un qualsiasi altro tipo di aggressione andata male. È la differenza tra un assassino che non aveva intenzione di uccidere e un assassino che vede i tuoi genitori come nient’altro che una coppia di ricconi dai quali può ricavare soldi.

Malone mostra a Bruce quello che Selina, Alfred, Galavan e Gordon non sono riusciti a fargli entrare in testa: il mondo non è un catalogo ordinato e costruito di persone. È un ammasso di persone che, come lo stesso Bruce ha asserito, possono essere due cose nello stesso momento e a volte anche di più.

La decisione di Bruce di abbandonare la Wayne Manor per andare a vivere in strada con Selina è il punto di svolta di cui la storia aveva bisogna per uscire dall’impasse dello strano ragazzino con problemi e più soldi di quanti ne ha bisogno e muoversi in direzione del futuro Batman. Questo Bruce sa che la sua ricchezza o la sua educazione privata non sono il tipo di insegnamento del quale ha bisogno per poter fare la differenza a Gotham. Dopo una stagione e mezza trascorsa a sopravvalutarlo in ogni singolo momento, Bruce accetta i suoi limiti e questa apertura sarà uno dei suoi aspetti più importanti per la futura evoluzione in Cavaliere Oscuro.

Comunque, Jim Gordon dovrebbe imparare una o due cose da questa vicenda. Non vedo l’ora di vedere Nygma in azione contro di lui. Non sono l’unica ad aver sclerato per il punto interrogativo verde sulla sua faccia, vero?

L’episodio comunque è stata una bella ripresa dopo l’episodio tutta-tristezza della famiglia Freeze. Ciò significa che siamo in piena attività, cosa buona e giusta.

In tutto ciò, l’episodio mi è piaciuto molto e il mio voto è: nove e mezzo/dieci. Se continua così, Gotham ha tutte le carte in regola per un rinnovo e per una storia con i controfiocchi.

E ora pronti per la mia solita Rubrica settimanale? Let’s go!

The Irrelevant-Not-so-Irrelevant Gotham’s Database

– Quindi… che cosa stanno architettando Tabitha e Butch nel frattempo? Mi sembra di non avere notizie di loro da… sempre!

– Pinguino sta fingendo oppure è davvero diventato un sottomesso del Doctor Strange?