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Recensione: Il Club dei Suicid di Albert Borris

Creato il 13 agosto 2011 da Newslibri
Ciao ragazzi e buon pomeriggio. Oggi vi posto la recensione de Il Club dei Suicidi di Albert Borris edito dalla Giunti ed inserito nella mitica collana Y..
Recensione: Il Club dei Suicid di Albert BorrisSaga: -Titolo: Il club dei suicidiTitolo originale: Crash into meAutore: Albert BorrisEditore: GiuntiCollana: YPagine: 294Prezzo: 14,50€Data pubblic: 6 Luglio 2011
TramaSul sedile posteriore della macchina il timido protagonista Owen ripensa ai suoi sette tentativi di suicidio fallito. Così inizia Crash intome, un romanzo on the road, il viaggio strampalato della strana compagnia dei “Suicide Dogs”, quattro teenagers legati da un patto di morte. Dopo essersi conosciuti in una chat per aspiranti suicidi, i ragazzi decidono di partire dal New Jersey e attraversare il paese in un pellegrinaggio che toccherà le tombe di alcune celebrità che si sono tolte la vita, dalla poetessa Anne Sexton, prima tappa a Boston, a Kurt Cobain, passando per Judy Garland, Ernest Hemingway e Hunter S. Thompson. Un rituale che dovrebbe preludere al loro stesso suicidio. Scenario drammatico per il traguardo: la Death Valley.
RecensioneIl Club dei Suicidi mi ha davvero colpito. All’inizio non la pensavo così tanto che, quasi ci rimasi male quando lo trovai nella cassetta delle lettere ed invece, ora, non ringrazierò mai abbastanza la Giunti Y per avermelo inviato.
Il libro narra la storia dei Suicide Dogs, un gruppetto di quattro ragazzi conosciutisi per chat che hanno il desiderio di morire. Ognuno di loro ha un problema e vuole farla finita togliendosi la vita. Così i quattro amici partono per un tour del suicidio visitando le tombe di suicidi famosi fino alla fermata finale: La Death Valley. Lì, secondo il patto da loro firmato, moriranno tutti insieme mettendo fine alle loro sofferenze.
L’autore è stato un grande. È stato capace di parlare dell’autolesionismo, della paura di fare outing, dell’alcolismo e, naturalmente, del suicidio mantenendo sempre uno stile adatto al genere Young Adult. Lo stile è abbastanza fluido e lineare. L’unica cosa che non mi è piaciuta è il fatto che il romanzo non sia diviso in capitoli, anche se questo rende il libro molto più interessante, non interrotto, stuzzicando di continuo la nostra (o mia) curiosità e facendocelo leggere tutto d’un fiato.
Durante la narrazione inoltre possiamo leggere la storia di come tutto è iniziato attraverso una chat. La chat del club. Possiamo capire quali sono le paure dei ragazzi, perché desiderano la morte, da cosa sono spinti a farlo ed anche parte della loro storia passata.
Il mio personaggio preferito è stato lo stesso protagonista Owen. Lui è colui che ha più spettri nel suo passato che in quello nei suoi compagni. È anche colui che soffre di più (piange sempre) ogni volta che ricorda qualcosa o che prova un’emozione troppo forte. È un ragazzo timido, intelligente (lo soprannominano “prof”), non ha mai avuto una ragazza né amici e quello che all’inizio sembrava un viaggio deprimente verso la morte presto si trasformerà per lui (ed anche per gli altri) in un “divertente”, se così lo possiamo chiamare, viaggio on the road tra amici. Owen mi ha anche fatto provare una profonda tenerezza soprattutto quando ha raccontato il perché della sua decisione di morire e alla fine quando finalmente ha “ricordato” o meglio accettato la triste e dura verità.
Come potrete immaginare il romanzo non è finito con una morte anche se uno nel il gruppo c’è andato vicino (non vi anticipo niente). È finito bello, davvero. Non dico sia stato un romanzo stupendo, non dico che ora sono diventato fan di Borris ma dico solo che è bello, leggero e spensierato (sì, lo so. È strano usare questi aggettivi per parlare di un romanzo che parla di quattro ragazzini suicidi!), ottimo per una lettura non molto impegnativa.
I personaggi:1.   Franck. È un fan sfegatato di baseball ma non ha il corpo giusto per fare sport. Per questo si sente inferiore a suo padre e non vuole deluderlo. Si ubriaca molto facilmente.2.   Jin-Ae. Una ragazza asiatica lesbica. Fare outing è difficile specie in una famiglia di omofobi.3.   Owen. Ha tentano il suicidio dopo… Vi farei perdere una commovente storia se ve lo dicessi!4.   Audrey. La più piccola del gruppo. Ha soli 14 anni ed ha tentato di buttarsi dal tetto di casa sua e di prendersi a padellate in testa. La più divertente e sfrenata del gruppo a mio parere ma anche lei ha qualcosa che vuole tenere nascosto ai suoi nuovi amici.
Consigliato: CertamenteTempo: 10 GiorniStile: 4/5Storia: 4/5Cover: 3/5
Voto FinaleRecensione: Il Club dei Suicid di Albert Borris
Vi ricordo la lista dei modi peggiori e più stupidi per farla finita:
10. Fare finta di avere una pistola e puntarla contro la polizia9. Soffocarsi con un sacchetto di plastica8. Arruolarsi7. Saltare giù dal tetto di una casa6. Leccare la presa elettrica5. Tagliarsi i polsi con un coltello di plastica4. Fumare e aspettare che ti venga il cancro3. Starsene in piedi su una collina sotto la pioggia con una gruccia di metallo in mano e aspettare un fulmine2. Overdose di lassativi (dovrebbe stare al primo posto)1. Ascoltare i Nirvana in macchina finché il cervello non ti va in pappa.
Ed ora vi saluto lasciandovi però un’altra lista.
Le dieci ragioni per cui vivere:
10. Le stelle in un cielo superbuio9. Guidare per il paese8. I Nirvana7. Mia mamma6. Il nostro branco di cani5. Il Bingo gay4. Lottare nel fango3. Baciare2. I tatuaggi col pennello1. Calzini rosa
Markus

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