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Recensione: Il corvo di cristallo

Creato il 11 gennaio 2012 da Topolinamarta

E via che si continua, naturalmente con un’altra recensione del progetto.

Recensione: Il corvo di cristallo
Titolo: Il corvo di cristallo
Autore: Chiara Panzuti
Genere: fantasy, fantascienza
Editore: Linee Infinite
Collana: Phantasia
Pagine: 734
Anno di pubblicazione: 2011
ISBN: 9788862470773
Prezzo: €20,00
Formato:  brossura
Valutazione: 
Recensione: Il corvo di cristallo

Grazie all’autrice per avermelo inviato.

Blog dell’autrice, sito della casa editrice, su aNobii, su Facebook, acquista, booktrailer su Youtube, leggi un estratto

 

Dopo la distruzione della Terra solo due bambini sopravvivono al massacro. Salvati da un gruppo di alieni, danno vita a una nuova razza dal DNA misto, diventando i rispettivi sovrani di due pianeti in guerra tra loro. In un futuro che nasconde ancora tracce dei perduti sentimenti umani, solo una pietra sembra in grado di porre fine alla guerra. Una pietra legata ai fili invisibili di una sconosciuta Profezia terrestre.
Una missione di ricerca mai compiuta prima porterà una ragazza a seguire le orme di un mondo ormai morto, un mondo in cui il futuro e il passato si intrecciano tra loro, aiutandola a scoprire gli antichi sentimenti che porta nel sangue. Nel corso del viaggio imparerà ad affrontare la vita, la paura della morte, i suoi limiti e le sue debolezze. In una realtà dove il futuro è soltanto lo specchio del passato degli uomini, incontrerà angeli, draghi, ombre e fantasmi che la aiuteranno ad andare al di là di ogni apparenza, spingendola a guardare in un’unica direzione: dentro se stessa. 

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Non è stato facile decidere che voto assegnare a questo libro, principalmente perché, così come l’inizio mi è sembrato davvero ben fatto, la parte successiva, escludendo il finale, invece mi ha lasciata un poco delusa. Ma andiamo con ordine, perché di cose da dire su questo romanzo ne ho parecchie, e non voglio rischiare di dimenticarmene qualcuna d’importante.
730 pagine non sono di sicuro poche per un libro – anche se sappiamo che l’autrice, sebbene sia molto giovane, ha impiegato quasi nove anni per concluderlo. Questo, ahimè, non ha giocato molto a suo favore: le prime 2-300 pagine si sono rivelate estremamente coinvolgenti e piene di azione, ma superata questa soglia l’entusiasmo iniziale sembra essere un po’ venuto meno, tanto che in certi punti ho sfiorato la noia.
L’inizio, come ho già detto, mi è piaciuto davvero molto, e trovo che sia notevole per una scrittrice esordiente: nel primissimo capitolo viene illustrata la nascita del background in cui si svolgerà la storia… background, credetemi, davvero niente male.
Ci troviamo in un mondo post-apocalittico, dove gli unici esseri umani sopravvissuti sono due gemelli, un maschio e una femmina. Questi vengono salvati dal popolo dei Sisyth, portati sul loro pianeta, Titania, e sottoposti a vari esperimenti: l’obbiettivo dei Sisyth, infatti, è di creare una nuova razza che sia un incrocio tra la loro e quella umana. Il bambino, però, viene rapito dal vicino popolo dei Gork, che abitano il pianeta Starsei, ed entrambi procedono con i loro esperimenti, ma i risultati sono molto diversi: gli esemplari nati dai Sisyth, chiamati Axer, sono belli d’aspetto, intelligenti e dotati di sentimenti nobili; invece i Craisi, creati dai Gork, sono schiavi degli impulsi negativi e degli istinti distorti. Ai due bambini vengono messi i nomi di Oxfandra e Nemus e diventano i sovrani dei rispettivi popoli, tra i quali da quel momento nasce una guerra destinata a durare a lungo.
È proprio qui che ha inizio la storia di Akira e del misterioso Corvo di Cristallo.

Vi dirò che, se devo essere sincera, questa netta distinzione tra la razza bellissima, intelligentissima, alimentata dalla giustizia, dalla gentilezza, dalla bontà d’animo, ecc… e quella brutta, stupida e cattiva non mi è andata del tutto a genio. A parte questa idea che, a mio parere, poteva essere sfruttata meglio – per esempio cercando di bilanciare un po’ di più i pregi e i difetti dei due nuovi popoli, invece che conservare il classico rapporto luce/buio – , però, l’idea che sta alla base della trama mi ha lasciata soddisfatta. Se non altro, è bello, ogni tanto, leggere una storia che ha saputo fare un gustoso mix di fantasy e di fantascienza – perché di questo si tratta.
La trama, dunque, a parte qualche sbavatura di “già sentito”, è tutto sommato originale: il mondo che l’autrice ci dipinge nei primi capitoli è davvero ben costruito e fantasioso, messo a punto nei dettagli, tanto che mi è dispiaciuto doverlo abbandonare a lettura ultimata.
La parte iniziale, in particolare, mi è sembrata assolutamente riuscita: chi legge si sente coinvolto fin da subito nella storia, si trova a fianco di personaggi interessanti e caratterizzati a puntino, viene subito introdotto in un mondo pieno di fascino.

Specialmente riguardo ai personaggi penso che l’autrice abbia fatto un ottimo lavoro: tutti hanno un carattere, una voce, dei pensieri diversi. Ma, soprattutto, l’Akira, la Cleo, lo Yuri e tutti gli altri ragazzi che conosciamo all’inizio non sono gli stessi che ci ritroviamo alla fine. Il fatto che la storia sia narrata in prima persona proprio da Akira, infatti, ha saputo delineare in modo minuzioso i tratti della sua personalità, e non solo, dato che anche tutti gli altri personaggi hanno uno spessore non da poco.
Un altro indubbio pregio: di solito non è facile per me riuscire a sopportare di rimanere per oltre 700 pagine  dentro la testa del narratore, specie se questo è una ragazza; per fortuna, Akira non assomiglia affatto a quella lagna che risponde al nome di Bella Swan. L’autrice, infatti, è riuscita a non far pesare quasi per niente la “detenzione” all’interno dei pensieri della protagonista. Insomma, in certi punti non mi sarebbe dispiaciuto uscire dalla testa di Akira, ma fortunatamente si è rivelata una ragazza con un buon carattere… quindi sì, in questo caso la tecnica della narrazione in prima persona è stata una mossa vincente.

Parlando di stile, invece, qui purtroppo casca un po’ l’asino.
Ancora una volta, però, c’è da fare una distinzione: in generale, non si può proprio dire che Chiara Panzuti non sappia scrivere. Nonostante abbia iniziato questo romanzo quando era veramente giovane (verso i 14-15 anni, se ho fatto bene i conti), lo stile è corretto per la maggior parte della storia e sotto la maggior parte dei punti di vista: il ritmo è coinvolgente e sempre, oserei dire, sprizzante di energia e di vitalità, il lessico è ricco e minuzioso, i termini sempre scelti con cura. In definitiva, soprattutto nella prima parte, si percepisce che l’autrice abbia voluto fare davvero le cose per bene, senza lasciare nulla al caso. Però… sì, c’è un però, perché alcuni difetti, probabilmente dovuti all’inesperienza, si sentono.
Per esempio, nel capitolo successivo al racconto delle origini, mentre Akira ci descrive l’inizio della prima di giornata dopo le vacanze, pare che abbia la smania di riferirci tutto quello che può: come funziona nei dettagli il suo lavoro, quali sono i compiti dei giovani, quanto sono tuttora critici i rapporti tra Axer e Craisi, e così via… a volte, purtroppo, anche con l’ausilio dei terribili infodump.
Nel giro di poche pagine, dunque, il lettore viene letteralmente imbottito di informazioni, tanto che alla fine del secondo capitolo si conoscono già nei particolari vita, morte e miracoli sia di Akira che dei suoi amici. Il fatto che poi l’autrice decida di risolvere il problema dell’auto-descrizione della protagonista (che riferendo tutto in prima persona non può chiaramente vedersi come fa per gli altri personaggi) con lo stratagemma più vecchio e scontato del mondo, ovvero piazzando Akira davanti allo specchio, mi ha fatto storcere non poco il naso. Purtroppo, dunque, un inizio che altrimenti sarebbe stato magnifico viene sporcato da una serie di piccoli errori… se vogliamo non particolarmente gravi, ma comunque fastidiosi.

Un’altra impressione che ho avuto, questa volta in particolare dalla parte centrale, è che l’autrice dopo alcuni capitoli si sia allontanata un poco dal seminato, ovvero dall’idea iniziale che si era prefissata, e che abbia scritto alcune scene di getto, forse senza soffermarsi troppo a pensare: “ma scrivere questa parte è proprio necessario?”, oppure: “serve davvero descriverla in 10 parole quando ne bastano 7?”.
La sensazione suscitata da queste 3-400 pagine centrali, pertanto, è stata più che altro piattezza, a momenti persino monotonia: certe scene mi parevano inutili, o comunque tagliabili o accorciabili senza nuocere al resto del libro. Per fortuna ogni tanto arrivava sempre qualche colpo di scena a spezzare questa “zona morta”, ma non sarei sincera se dicessi che Il corvo di cristallo mi ha tenuta incollata alle pagine dalla prima all’ultima parola. Insomma, se questo romanzo fosse capitato tra le mie mani prima di essere pubblicato, probabilmente avrei cercato di ridurlo per farlo stare almeno in una qualche decina di pagine in meno.
Una cosa che invece mi ha lasciata più perplessa è stata la scelta dei nomi: si va da nomi stile giapponese (Yuri, Akiba…) ad altri inglesi (Cloe, Ann, Luc…), per poi arrivare persino a un Alarico…

Comunque sia, non è affatto il caso di bocciare questo romanzo per via di questi difetti, anche perché, come ho già detto, i pregi non mancano: in particolare, mi è piaciuto molto il percorso di crescita che intraprende Akira durante il corso del romanzo, con tutte le sue paure, gioie, emozioni tipiche di chi ancora deve trovare il proprio posto nel mondo. Non mi va di svelare troppo, perciò vi basti sapere che il finale mi ha stupito, e non poco: piuttosto inaspettato, ma assolutamente all’altezza delle aspettative, e soprattutto portatore di un messaggio che è tra i più belli che ci possano essere.

Bene, io la mia l’ho detta… ora sta a voi decidere se aggiungerlo alla lista o meno. Personalmente, ve lo consiglio, perché per essere un’opera d’esordio non è affatto male, credetemi!

:)

*       *       *

Ci sono creature nascoste attorno a voi, presenze che non potete percepire.
I vostri sogni, le vostre paure, prendono consistenza al vostro fianco. Angeli come Ann, Luc e Claire, hanno combattuto fino alla fine per proteggervi. Angeli Neri come Aulien si sono innamorati di voi.

Non siate duri nel distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, il vero dal falso. Lasciate che sia qualcosa di più puro a guidare i vostri sentimenti.
Questa storia è per voi.
Non esiste una morale, ma non ho mai creduto alla parola “fine”.
Qualsiasi cosa accada, non smettete mai di cercare.
Non smettete mai di imparare.
Non smettete mai di vivere.

Siete liberi.


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