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Recensione - “Il deal dell'Apocalisse” di L. K. Brass

Creato il 25 agosto 2014 da Diegothriller
Recensione - “Il deal dell'Apocalisse” di L. K. Brass Recensione a cura di Alberto Sonego
“Il deal dell'Apocalisse” di L. K. Brass è il thriller finanziario recensito oggi da ThrillerPages. Clicca qui e leggi trama e note sull'autore. Clicca qui e acquista il libro La formula vincente de Il deal dell'Apocalisse va probabilmente ricercata nella peculiare declinazione del genere investigativo operata dal suo autore. A tal proposito, quoto le analisi di chi l'ha definito un thriller “finanziario”:un'etichetta che sintetizza efficacemente la commistione, tutta contemporanea, tra affari bancari e romanzo “giallo”. Da un punto di vista squisitamente tecnico, il testo in questione si presenta riuscito sotto molti aspetti. Innanzitutto, nella scelta e nella caratterizzazione dei personaggi: il protagonista, in primis, si confronta continuamente con la propria identità e la propria storia. Sia attraverso il Nome (la menzogna, la falsificazione e lo “scambio”), sia snodando il proprio pensiero lungo la trama del romanzo. 
Indice di una forte attenzione per l'introspezione, questa sezione (che procede trasversalmente rispetto al “tutto” testuale) ne avvalora il pregio stilistico. Pregio d'altronde confermato dall'agilità della lettura: i periodi non si incrociano in turbolente subordinate, né le frasi “stridono” a contatto con il contenuto dei dialoghi – disegnati con estrema naturalezza. Difficile rintracciare il merito di tali scelte formali nell'autore quanto, piuttosto, nel lavoro del traduttore.  Per quanto concerne invece il contenuto dell'opera, l'interesse scaturito da Il deal dell'Apocalisse può derivare dalla passione del lettore per questo genere (comunque poco diffuso) o essere provocato da quella sorte di “seduzione” esercitata dal testo, nel suo complesso. Con ciò voglio dire: non si tratta di una tematica facile, e nel romanzarla Brass dimostra sia la propria abilità di scrittore che la qualità della propria formazione professionale. Tuttavia il soggetto della narrazione non è semplice e può piacere o meno. In alcuni punti la mancanza di dialoghi appesantisce le descrizioni; e tuttavia l'autore si rivela capace di alleggerire questi eccessi di tecnicismo introducendo scorci di ambientazione “quotidiana”.  Il reticolo delle relazioni tra BCE e altri istituti, accanto al pericolo di un esito apocalittico delle vicende economiche europee, testimoniano quel tentativo di allacciare il testo alla contemporaneità di cui sopra. Un thriller “impegnato politicamente”: ecco come lo si potrebbe definire. Resta da capire se e come questo format letterario possa trovare spazio e non diventare, piuttosto, un Grisham 2.0.

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