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Recensione: In cerca di te, il diario intimo «diacronico e onirico» di Emma Fenu

Creato il 29 gennaio 2024 da Gliscrittori
Recensione: In cerca di te, di Emma Fenu

Libri Recensione di Stefano Marullo. In cerca di te, un memoir di Emma Fenu (PubMe – Gli Scrittori della Porta Accanto). Il racconto sublime e straziante di una donna in cerca di un figlio, un diario dell’anima diacronico e onirico che rimanda a Paula e Lettere a un bambino mai nato.

Nel sottotitolo di questo libro leggiamo “La storia di una donna segreta”, sebbene, in realtà, chi conosce Emma Fenu ha avuto modo di seguire le sue vicende personali attraverso i social, per lo più senza filtri e in diretta. Ma è nella forma della parola scritta che l'autrice riesce a dare, senza dubbio, il meglio di sé, in una sorta di diario dell’anima diacronico e, in buona parte, onirico. Sbaglierebbe chi scambiasse questa esposizione dettagliata, talvolta minuziosa di sindromi e di sangue (ma insieme trasfigurata in immagini dal forte simbolismo muliebre, passando da Mary Poppins a Maria Maddalena, dalla Regina di Cuori a Biancaneve) per una qualche forma di pornografia verbale; in Emma Fenu la passione non diventa mai volgarità e nel suo grido liberatorio non leggiamo mai compiacenza né, tantomeno, commiserazione.

Parimenti, l’autrice sembra attingere alla lezione psicoanalitica che vuole che non ci sia altro modo di abbattere i propri mostri se non affrontandoli alla luce del sole.

E sviscerando i loro reconditi rifugi in un incalzare che passa dall’interlocuzione con il bambino che non c’è, che ridiventa la bambina che non c’è, alla ferale consapevolezza di non potere essere madre di alcuna creatura, per potere essere, invece, «madre senza confini, madre di ogni figlio, di ogni sguardo, di ogni storia», in una commovente e lacerante liturgia che è, sostanzialmente, una cerimonia degli addii.

La narrazione all’ombra di algidi ospedali ricorda, per le sensazioni evocate e gli ossimori tra le attese intime e la disattesa realtà, il diario di Isabel Allende in Paula.

E c’è, in particolare, un parallelo interessante nel commiato che le narratrici danno alla propria prole come disposizione a una nuova presenza; laddove scrive Emma «Ti lascio andare, Bambina, perché l’amore è anche questo», e altrove «ci sei, ti sento, ti cerco negli occhi del mondo e in tutti ti ritrovo», là Isabel scriveva: «Adiós, Paula, mujer. Bienvenuda, Paula, espíritu» («Addio, Paula, donna. Benvenuta, Paola, spirito»).

Le riflessioni-soliloquio, di cui è imbevuto tutto il libro, dal potente carattere esistenziale, rimandano a Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci.

Anche lì, la conversazione con chi non potrà nascere (paradossale almeno quando le invocazioni dell’ateo Cioran al Dio muto) è occasione per dare senso al proprio esserci.
In cerca di te è il racconto sublime e straziante di una donna e della propria caduta, certo, ma di una donna che cade in piedi ed è pronta a riprendere il cammino fatto di «amore e stupore», nonostante tutto, insieme a Pietro, inseparabile compagno a cui Emma Fenu riserva le parole più belle.

In cerca di te

di Emma Fenu
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa non-fiction | Memoir
ISBN 979-1254583982
Cartaceo 9,00€
Ebook 2,99€
SCHEDA DEL LIBRO
Emma, la protagonista di questa storia, affronta con coraggio e sincerità le sfide di un viaggio fatto di attese, esami medici e trattamenti dolorosi. Non si risparmia le lotte emotive legate alla fertilità e all’endometriosi, la pressione sociale sulle donne per generare nuova vita, né i demoni che si frappongono tra lei e il suo sogno di diventare madre.
Tra queste prove, non mancano le dinamiche familiari fatte di momenti commoventi, teneri e drammatici.
In cerca di te è intima esplorazione di sé, racconto di un percorso nella sua interezza e nelle sue sfaccettature più profonde.
«Questa non è la storia della mia vita, ma solo di una parte di essa. Ci sono molti aspetti che in tale percorso di aspirante mamma, possono essere messi in luce: alcuni sono commoventi, altri teneri, altri drammatici, altri ancora decisamente ironici. E io li ho attraversati tutti, nel corso di dieci anni. Ora voglio liberare la mia parte in ombra, quella più fragile, quella che cede al dolore, quella che subito viene messa a tacere dalle altre, per far spazio al sorriso e alla determinazione. Non è la parte più vera di me: è solo la più nascosta.»


© Stefano Marullo


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