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Recensione: "L'amore quando c'era" di Chiara Gamberale

Creato il 19 gennaio 2012 da Giulie
Titolo: L'amore quando c'era Autrice: Chiara GamberaleCasa editrice: Mondadori Pagine: 91Prezzo: € 10,00
La trama:


Uno dei casi della vita, un momento triste, diventa l'occasione forse a lungo cercata per ricucire un filo che si era spezzato: Amanda, che ha amato perdutamente Tommaso e lo ha lasciato senza spiegazioni da dodici anni, scrive una mail di condoglianze che è anche un messaggio nella bottiglia: come stai, dove sei, chi sei diventato? E, soprattutto: l'hai trovata, tu, mio antico grande amore, la Ricetta per la Felicità? Tommaso risponde, prima cauto, poi incapace di resistere alla voce di un passato bruciante che si fa viva e presente domanda. Tommaso è sposato, ha due splendidi bimbi e un equilibrio che pare felicità. Amanda no, lei vive sola e alla perpetua ricerca di una compiutezza senza rimpianti: quell'alchimia misteriosa che solo gli altri, accanto a noi, sembrano trovare, ma che a noi è quasi sempre preclusa. Ai suoi alunni di scuola Amanda affida un tema sulla felicità, e le risposte sono tanto semplici e autentiche da lasciarla incerta sulla soglia di se stessa. Forse solo l'antico amore, oggi ritrovato, può offrire la chiave della gioia senza compromessi. Con coraggio Amanda rivela a Tommaso la sua risposta a questa domanda che tutti, prima o poi, ci poniamo. Allora bisogna decidere se guardare avanti - dove nulla è certo, ma tutto possibile - o indietro, dove la sirena confortante di una pienezza perduta ci chiama con il suo canto...

La mia recensione
Questa sarà una recensione breve, anzi brevissima. Se non lo fosse rischierebbe di diventare più lunga del romanzo appena letto, che poi romanzo non lo è. L’amore quando c’era di Chiara Gamberale è un racconto e neanche tanto lungo.
L’argomento di cui parla è di facile individuazione: l’amore. Ma non l’amore in tutte le sue sfaccettature, l’amore passato. L’amore quando c’era, appunto.
Diventare banali quando si parla di questi argomenti è la cosa più semplice che uno scrittore può fare e Chiara Gamberale incespica, scivola, anche se non cade.
Ma cosa c’è di sbagliato in questo romanzo/racconto? Forse di sbagliato non c’è nulla, se non la tempistica, ma ora mi spiego.
Utilizzando una doppia cornice narrativa la Gamberale arriva a raccontare la storia passata, e per certi versi futura, dei due ex amanti Amanda (sarà un nome a caso o il gerundio latino di “amare” è una scelta voluta?) e Tommaso. Primo scivolone: I due si parlano tramite email. Va bene attualizzare, stare al passo coi tempi, ma l’utilizzo delle mail tra innamorati, di tutte le sorte aggiungerei, si è già visto. Dal film You’ve got a mail con Tom Hanks e Meg Ryan al molto più recente successo del romanzo di Daniel Glattauer Le ho mai parlato del vento del nord (successo non doppiato dal secondo romanzo “ad email” scritto dall’autore, che capita l’antifona ha virato verso nuovi esperimenti narrativi), un racconto di due tizi che parlano tramite email non sprizza originalità da tutti i pori.
Secondo scivolone: La storia tra i due sembra la riscrittura romanzata del testo di una delle canzoni più famose di Adele (come anche altri hanno fatto notare nei vari siti di lettura). L’amore non è bello se non è litigarello? Questa volta verrebbe da dire di no, il troppo amore porta al litigio e allora, “c’eravamo tanto amati” e lasciamo che il ricordo dolce amaro (aggettivo preso da Adele) di quell’amore resti sempre lì come monito.
Qual è allora il problema della storia della Gamberale? Come ho detto prima, la tempistica. Il suo racconto è venuto troppo tardi, o per lo meno dopo che altri hanno già parlato di quelle cose e in quella forma e per di più con grande successo di pubblico. L’idea poteva anche essere buona, gli spunti riflessivi sono validi e universali, ma forse, e sottolineo forse, una maggiore originalità avrebbe dato all’opera quel qualcosa in più, che sembra non avere.
VOTO DEL BLOG:
 Boring Book. Libro noioso e poco avvincente.

Va comunque detto che il voto non è dovuto a una brutta scrittura o a tematiche non interessanti, ma alla non spiccata originalità. Se uno è "vergine" a una struttura narrativa di questo tipo troverà il racconto affascinate.

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