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[Recensione] - L'enigma Botticelli di CInzia Giorgio, una crime story nel mondo dei mercanti d'Arte

Creato il 04 settembre 2013 da Luca Filippi
[Recensione] - L'enigma Botticelli di CInzia Giorgio, una crime story nel mondo dei mercanti d'ArteL'Arte non è solo contemplazione della bellezza, sublimazione dell'anima, avvicinamento al divino. L'Arte, più prosaicamente, è anche denaro. 
Un sacco di denaro che ruota intorno a opere di valore incalcolabile. Lo sa molto bene la criminilità organizzata: i dipinti diventano un mezzo d'investimento alternativo. Pensate che cosa succederebbe se all'improvviso, sul mercato nero, comparisse un capolavoro scomparso, un quadro leggendario, attribuito a Sandro BotticelliDa queste premesse Cinzia Giorgio, eclettica autrice già intervistata su questo sito, parte per costruire la trama di un thriller dal rirmo serrato, finalista al premio Tedeschi: L'enigma Botticelli (Melino Nerella editore).Erminia Schiavone gestisce un pensionato di studenti in via di Ripetta ed è ossessionata da un'idea: teme che uno dei suoi ospiti voglia ucciderla. L'ossessione ha qualche fondamento, visto che la sventurata viene trovata cadavere, strangolata con un laccio da scarpe. A diverse centinaia di chilometri, la storica dell'arte di origine greca Sofia Anastopoulos viene invitata a cena da alcuni facoltosi amici. Nella splendida cornice di Venezia, a Sofia viene chiesta una consulenza informale su un dipinto: un quadro di Bruegel il Vecchio. Sofia non è convinta dell'autenticità del dipinto. Inoltre c'è un particolare che si insinua nella mente della brillante storica dell'Arte: sulla cornice dell'opera c'è una scritta con un motto di Orazio. Est modus in rebus.Insomma, quasi senza volerlo, Sofia rimane invischiata in un affare molto grosso, un traffico illecito di opere d'arte. Coadiuvata dalla intrepida e svagata sorella Elena, dall'ex findanzato carabiniere Claudio, Sofia si imbatte in individui pericolosi, disposti a tutto pur di mettere le mani su un estimabile capolavoro: lo stendardo dipinto da Sandro Botticelli per la giostra di Giuliano de'Medici. Nell'opera, che tutti ritengono irrimediabilmente perduta, Simonetta Vespucci, la donna più bella del Rinascimento (la "senza pari"), viene raffigurata nei panni di Pallade Atena.Non tutto il male viene per nuocere: nelle sue rocambolesche avventure, la bella Sofia si imbatterà nell'affascinante Adrian Seward, curator del Metropolitan Museum, e tra i due nascerà un tenero sentimento.Un romanzo che merita di essere letto per molti motivi. Per la trama thriller: il plot narrativo è magistralmente costruito, un congegno che porta a un crescendo di suspence e avventura, in cui non mancano i colpi di scena. Per il doppio piano narrativo: parallelamente alle avventure di Sofia Anastopoulos, l'autrice ci porta per mano nella Firenze del Cinquecento tra tornei, commissioni di opere d'arte e passioni languide e immateriali. Infine, perché si tratta di un romanzo italiano che parla di Storia dell'Arte.Uno stimolo e una riflessione sul nostro patrimonio artistico e sulle potenzialità di questo Paese.Qualcuno ha scritto che la bellezza salverà il mondo. Di questi tempi, è proprio il caso di crederci. 

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