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[Recensione] L’isola della paura – Dennis Lehane

Creato il 29 luglio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

[Recensione] L’isola della paura – Dennis LehaneTitolo: L’isola della paura
Autore: Dennis Lehane
Traduttore: Chiara Bellitti
Editore: Pickwick
ISBN: 9788868366216
Num. Pagine: 345
Prezzo: 9,90€
Voto: [Recensione] L’isola della paura – Dennis Lehane

Trama:
1954, settembre. L’agente federale Teddy Daniels viene inviato sull’isola di Shutter, al largo di Boston, dove si trova l’Ashecliffe Hospital, destinato alla detenzione e alla cura dei criminali psicopatici. Deve trovare una detenuta scomparsa, Rachel Salando, condannata per omicidio, ma un uragano si abbatte sull’isola, impedendo qualsiasi collegamento con il resto del mondo. Ma sull’isola, niente è davvero quello che sembra, e gli interrogativi si accavallano: come ha fatto la Salando a sparire nel nulla? Chi semina strani indizi in codice? E cosa sta cercando Teddy Daniels? Una detenuta scomparsa, oppure le prove che all’Ashecliffe Hospital si fanno esperimenti sugli esseri umani, o ancora qualcosa di più profondo, che lo tocca personalmente?

Recensione:
Finalmente ho avuto la possibilità di godermi questo romanzo che da tanto tempo aveva tenuto d’occhio, e l’occasione mi è giunta proprio con la nuova edizione Pickwick – neonata collana che ha visto unirsi Sperling&Kupfer con Piemme, per pubblicare una carrellata di best-seller dalla grafica pulita e accattivante.
Teddy è un protagonista che ispira una sorta di simpatia a primo impatto: non è il classico detective perfetto e inappuntabile, non ha il fascino del bello e maledetto e nemmeno del piacione a tutti i costi. È una persona con un discreto e simpatico senso dell’umorismo, un personaggio costruito con cura, meticolosità e attenzione ai dettagli, che poco a poco srotola di fronte ai nostri occhi la storia tragica e complessa del suo passato, senza però mai risultare un vittimista o fastidioso, per nulla.
L’ambientazione è descritta in brevi e numerosi passaggi che ci alleggeriscono la lettura – fortunatamente l’autore ha ben pensato di risparmiaci dei wall of text che avrebbero ammazzato l’interesse – contribuendo sia alla visualizzazione dell’isola di Shutter Island sia dello spirito emotivo che accompagna Teddy e Chuck alla sua scoperta.
La trama è lineare, sciolta e ci viene presentata con chiarezza, la cupezza di un intreccio che potrebbe apparire soffocante, claustrofobico e raccapricciante è stemperata da un’ironia gradevole, mai fuori luogo, tipicamente militare ma che non eccede mai, perfettamente dosata.
L’isola della paura è un romanzo sottotono, che deve la sua irresistibilità alla narrazione eccellente di Lehane che non annoia e fa sorridere anche nei momenti più impensati, fino a una conclusione particolareggiata e assolutamente non frettolosa come già mi era capitato di riscontrare in altri libri.
Mi è piaciuto. Un thriller scritto bene, vecchio stile, con tutti i fatti messi in mostra e dove sta al lettore ingegnarsi per capire quale strada perseguire, e in cui forse non riuscirebbe a saltar fuori comunque non tanto per quanto è intricato, ma solo perché non guarda dalla parte giusta.
Se siete alla ricerca di qualcosa di sfizioso, un classico del giallo (ci hanno tratto anche un film ma fonti autorevoli mi han detto che è un aborto cinematografico quindi a voi la scelta) puntate su questo, non sbaglierete.


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