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Recensione: “La scampagnata” di Andrea Capucci

Creato il 23 dicembre 2013 da Studio83

Come abbiamo detto tempo fa sulla nostra pagina Facebook, al momento la ricezione dei romanzi da recensire è sospesa per smaltire le opere in coda (preferiamo chiedervi di aspettare a spedire piuttosto che lasciarvi quattro o cinque mesi in attesa).

Procediamo, però, con la pubblicazione delle recensioni già richieste nei mesi scorsi. La prima è quella de “La scampagnata”, romanzo di Andrea Campucci: una black comedy su cui ho dato un giudizio molto positivo, perché si è rivelata una bella lettura. Per citare il giudice di un celeberrimo talent show musicale, autore e opera mi sono sembrati “credibili” e mi hanno “convinto”.

Al momento, causa problemi tecnici, non è stato possibile inserire nuove recensioni sul sito. La pubblico perciò qui sul blog in via temporanea, in attesa di spostarla nella sezione Recensioni del nostro sito.

Recensione: “La scampagnata” di Andrea Capucci

LA SCAMPAGNATA
Andrea Campucci
Arduino Sacco Editore 2013

Qual è la cosa peggiore che può accadere a un uomo due giorni prima del suo matrimonio? Causare accidentalmente la morte della sua bionda e giovane amante: è così che Gianni si trova costretto a chiedere aiuto a Loris, migliore amico e soggetto sui generis, che si assume l’onere di far sparire il corpo. Ma le cose non vanno come dovrebbero e, mentre le ore corrono, Gianni deve far fronte a mille equivoci e imprevisti.

Inizio col dire che “La scampagnata” non solo è un romanzo simpatico e godibile, ma è anche scritto molto bene: si tratta di un libro che ho ricevuto per lavoro, ma che consiglierei a un amico in cerca di una lettura divertente. L’autore (Andrea Campucci, classe ’83) riesce a infondere nella sua opera una grande simpatia, accompagnata dalla giusta dose di houmor nero ed elementi grotteschi; il tutto è raccontato con uno stile efficace, maturo e un’ottima padronanza del mezzo.

L’opera è infatti in grado di strappare sorrisi e risate a più riprese, sia in virtù delle situazioni presentate dall’autore, sia perché gli eventi sono raccontati bene, col giusto ritmo e una prosa scorrevole, ben congegnata.

Di nei ne ho trovati pochi e sono quasi tutti indipendenti dall’autore: impaginazione scadente (i dialoghi sono tutti in fila sulla stessa riga, per esempio), correzione di bozze poco accurata (soprattutto per quanto riguarda piccole sporcature di punteggiatura che sarebbe stato meglio rifinire) e un editing che, a mio avviso, avrebbe potuto spingere l’autore a ridurre un po’ la lunghezza e rendere più tridimensionale il personaggio di Marta.

Segnalo questi piccoli difetti per amore di onestà, ma la mia opinione resta quella in apertura: lettura piacevole, romanzo ben scritto, autore convincente e soprattutto credibile. Bravo!


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