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Recensione "Les Misérables" di Tom Hooper

Creato il 13 febbraio 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario

Pubblicato da Sara Guglielminetti

Arriva in sala il musical Les Misérables, vincitore di tre Golden Globes: il film di Tom Hooper riuscirà a battere il favoritissimo Lincoln ai prossimi Academy Awards?

Recensione
Titolo: Les Misérables Regia: Tom Hooper Soggetto: Victor Hugo (romanzo), Claude-Michel Schönberg, Alain Boublil (musical) Sceneggiatura: William Nicholson Data di uscita prevista: 14 dicembre 2012 (U.S.A.) – 31 gennaio 2013 (Italia) Genere: musical, drammatico
Distribuzione: Universal Pictures Durata: 150 min. Cast: Hugh Jackman, Russel Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried, Sacha Baron Cohen, Helena Bonham Carter Trama: Nella Parigi del 1800, Jean Valjean (Jackman) è un ex galeotto, appena uscito di prigione dopo una condanna ventennale ai lavori forzati e costantemente inseguito dal suo acerrimo nemico, l’ispettore Javert (Crowe). L’incontro con Fantine (Hathaway), una giovane ragazza madre costretta a prostituirsi per poter inviare denaro alla coppia che ha in custodia sua figlia Cosette, cambierà per sempre la vita di Valjean.
RECENSIONE Tratto dal romanzo di Victor Hugo del 1862, Les Misérables riprende quasi fedelmente l’omonimo musical scritto nel 1980 da Claude-Michel Schönberg e Alain Boublil: due ore e mezza di canzoni in inglese con i sottotitoli in italiano. Il risultato è un film stupendo ma sicuramente “impegnativo” e, forse, non per tutti, come dimostrano i risultati al botteghino dopo la prima settimana di programmazione nelle sale italiane: solo un sesto posto per il musical, superato da Django Unchained di Tarantino, Lincoln di Spielberg e perfino Looper, film di fantascienza con Bruce WIllis e Joseph Gordon-Levitt. Eppure Les Misérables è in corsa per diventare il maggior incasso di sempre negli U.S.A. per un musical e ha perfino battuto Tarantino nel weekend natalizio: quindi, perché in Italia sono andati a vederlo così in pochi? Storicamente, il musical non è un genere di grande richiamo per il pubblico italiano e l’accoppiata sottotitoli/Victor Hugo deve aver fatto desistere anche i più coraggiosi. “Bello sbaglio, enorme”, come direbbe Julia Roberts in Pretty Woman, perché Les Misérables è un film commovente, emozionante e interpretato da un cast perfetto.
Recensione
Il regista inglese Tom Hooper, già vincitore del Premio Oscar nel 2010 per Il discorso del re, dirige in maniera impeccabile un musical kolossal: la scena iniziale con un irriconoscibile Hugh Jackman nei panni di Jean Valjean ai lavori forzati è visivamente eccezionale, così come la Parigi delle barricate della parte finale del film. Ma ciò che trasforma Les Misérables in un vero capolavoro è la decisione azzardata del regista di non usare il supporto del playback: a differenza dei musical precedenti, dove le parti cantate venivano registrate in studio e poi eseguite in playback sul set, il cast ha interpretato dal vivo le canzoni con l’accompagnamento di un pianista. Grazie alla scelta di Hooper, le canzoni, spesso interrotte da singhiozzi o sospiri, rendono il film più coinvolgente e simile alle performance teatrali che alle canzoni in playback “fredde” dei musical cinematografici tradizionali.
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L’altro merito di Hooper è la scelta di un cast assolutamente perfetto. Nei panni del protagonista Jean Valjean troviamo Hugh “Wolverine” Jackman (tutta la saga degli X-Men), che ha già vinto un Golden Globe per questo ruolo e che alla cerimonia degli Oscar del 24 febbraio proverà a contendere l’ambita statuetta al favorito Daniel Day-Lewis per Lincoln. L’attore australiano, che da anni è il protagonista di musical nei teatri di Broadway (Oklahoma!, The Boy from Oz), mostra finalmente le sue incredibili doti canore anche sul grande schermo. L’acerrimo nemico di Valjean, l’ispettore Javert, è interpretato da Russel Crowe (Il Gladiatore), al debutto assoluto in un musical:; la scelta di Crowe sembrava azzardata, visto il suo background da rocker – Crowe canta nella sua rock band Russell Crowe & The Ordinary Fear of God – ma si rivela azzeccata perché l’attore australiano sfoggia una voce potente perfetta per il ruolo di Javert. Su tutto il cast, però, spicca la performance incredibile di Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada): la sua interpretazione della sfortunata Fantine, giovane ragazza madre costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosette, è da brividi e quando intona I dreamed a dream, una delle canzoni più famose del musical, è impossibile non commuoversi. La Hathaway, già vincitrice del Golden Globe come miglior attrice non protagonista, è data per favorita anche per gli Oscar.
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Il ricco cast è composto anche da “veterani” da musical, come Amanda Seyfried nei panni di Cosette da adulta, già coprotagonista accanto a Meryl Streep della versione cinematografica di Mamma Mia!, e la coppia Sacha Baron Cohen e Helena Bonham Carter che hanno già lavorato insieme nel musical di Tim Burton, Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street. Baron Cohen e la Bonham Carter interpretano i Thénardier, la coppia di locandieri che tengono in custodia la piccola Cosette prima dell’arrivo di Valjean: in un musical molto commovente e emozionante come Les Misérables, a loro due sono affidati gli unici momenti “comici” e grotteschi di tutto il film. Da segnalare l’ottima interpretazione di Samantha Barks nel ruolo di Éponime, figlia dei Thénardier segretamente innamorata di Marius (Eddie Redmayne), l’amore di Cosette. Al debutto cinematografico, la Barks è l’unica attrice del cast ad aver recitato lo stesso ruolo anche nel musical di Broadway. Una piccola curiosità per gli appassionati di telefilm: se non avete mai visto un musical in vita vostra ma alle prime note di On my own cantata dalla Barks una vocina nella testa vi dice “Questa l’ho già sentita ma non mi ricordo dove!”, la risposta è… Dawson’s Creek! Sì, perché in un episodio della prima stagione, Katie Holmes/Joey Potter canta proprio questa canzone durante il concorso di bellezza. Tutto perfetto quindi? No, siamo onesti, un paio di difetti ci sono, anche se il primo non è da imputare al film in sé, ma alla versione italiana. Se l’handicap principale per il botteghino è forse rappresentato dai sottotitoli, paradossalmente il maggior difetto de Les Misérables è il … doppiaggio! In un film quasi interamente cantato, le poche frasi recitate dagli attori sono di "raccordo" fra una canzone e l'altra o all'interno della stessa canzone e la scelta di doppiare quelle poche parole in italiano crea un contrasto stridente e forzato fra le voci degli attori e dei doppiatori e fra le due lingue. Questa problematica tipica del musical è più evidente in questo film dove le parti parlate si limitano a singole parole come “Sì”, “No”, “Andiamo” che in altri musical, in parte recitati e in parte cantati come Grease e Moulin Rouge per esempio. La soluzione più logica, cioè lasciare l’intero film in lingua originale sottotitolato, deve essere forse sembrata troppo drastica ai distributori, preferendo una via di mezzo poco efficace. L’altra piccola pecca del film è l’eccessiva durata, ormai un’abitudine a Hollywood visto che anche i recenti Django Unchained e Lincoln superano abbondantemente le due ore. Anche per gli amanti dei musical, due ore e mezza di Les Misérables sono forse un po’ troppe e una maggiore sintesi avrebbe migliorato il ritmo del film – perfetto nella parte iniziale e finale ma più zoppicante nella parte centrale. In realtà, però, i cultori del musical originale potrebbero lamentarsi dell’esatto contrario perché nella versione cinematografica alcune canzoni sono state omesse o ridotte – solo Suddenly, cantata da Hugh Jackman e nominata agli Oscar, è una canzone originale scritta appositamente per il film. Les Misérables è decisamente un ottimo film, grazie alla trama avvincente e al cast incredibile, un must see assoluto per gli amanti del genere musical. Il consiglio di Diario? Correte al cinema: è un film memorabile che merita la visione in sala. E non dimenticate i kleenex!


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