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Recensione: "Lord John e una questione personale" di Diana Gabaldon

Creato il 30 giugno 2011 da Lauragiussani
Titolo: Lord John e una questione personale
Autore: Diana Gabaldon
Editore: Corbaccio
Data uscita: 30 giugno 2011
Pagine: 308
Prezzo: 18,00 euro
Lord John Grey ha appena scoperto che l’ufficiale John Trevelyan, promesso sposo di sua cugina, è affetto dal «mal francese». Indagando nel bordello che costui è solito frequentare, incappa però in ben altro problema: il cruento assassinio di un suo compagno d’arme, sospettato di essere una spia al soldo dei francesi. Un delitto in cui sembra coinvolto Trevelyan stesso, uomo dalla doppia vita, che si muove con disinvoltura nel sottobosco delle case di piacere e delle “molly houses”. Un caso difficile per Lord John, investigatore dilettante in una Londra settecentesca austera e licenziosa.  

RECENSIONE: La Gabaldon rende omaggio a un personaggio complesso ed intrigante, un piccolo Sherlock Holmes dai risvolti inaspettati(Attenzione: spoiler!)

"Lord John e una questione personale" si presenta come il primo di una serie di libri incentrati su un personaggio che nella famosa saga de "La straniera" riveste un ruolo secondario: Lord John Grey. Una sorta di spin-off, insomma. Cosa potete aspettarvi da questo romanzo e cosa invece non vi troverete? Beh, lo stile della Gabaldon è quello di sempre: Preciso, scorrevole, dal lessico ricco e accurato. Al di là dei contenuti, che possono variare da romanzo a romanzo, l'autrice conserva la rara capacità di saper raccontare una storia senza mai annoiare il lettore, dando ad ogni scena il giusto spazio e il tempo dovuto.
Tra gli assenti, Jamie Fraser e consorte. Non fatevi ingannare dal fatto che la serie è un ramo laterale dell'ormai celebre saga: i due protagonisti de "La straniera" non compaiono affatto, tuttalpiù sono presenti pochi e vaghi accenni all'affascinante scozzese dai capelli ramati. Claire, che a Sir John sta palesemente sulle scatole, viene nominata una volta soltanto (nominata per modo di dire, visto che il protagonista evita accuratamente di chiamarla col nome proprio).
La Londra del 1757 fa da sfondo a una vicenda nella quale si mescolano complotti e sentimenti, intriganti avventure e curiose indagini. Al centro di tutto, la figura di Lord John Grey, personaggio davvero affascinante e complesso. Lord John è un maggiore dell'esercito inglese alle prese con due inaspettati problemi: investigare sulla misteriosa morte del sergente Timothy O'Connell e trovare il modo di porre fine al fidanzamento tra sua cugina Olivia e l'onorevole Joseph Trevelyan, avendo casualmente scoperto di recente che l'uomo è affetto dal "mal francese" (sifilide).
Una "questione personale" che lo porterà a investigare in parallelo sui due fronti, fino a trovare - inaspettatamente -  un collegamento tra le due vicende. Nel mezzo, una serie di incontri ufficiali alternati a spaccati di vita squisitamente privata. La vita dello stesso Lord John si intreccia al racconto, arricchendosi di ricordi, nostalgie e sotterfugi. Scaltro e brillante, Lord Grey misura ogni sua parola, ogni gesto, ogni commento che possa insinuare nei conoscenti anche solo il minimo dubbio circa le sue tendenze sessuali. Occorre infatti ricordare che nell'epoca in cui è ambientata la storia l'omosessualità non era certo ben vista: l'autrice dipinge molto bene l'immagine di un uomo dalla doppia vita, costretto a una farsa continua al fine di mantenere un'immagine di facciata senza la quale perderebbe stima, considerazione, amicizie e rispettabilità.
La Gabaldon sfrutta gli elementi a disposizione dando vita a scene curiose e spesso divertenti, mettendo volutamente il protagonista a disagio per poi vederlo arrancare alla ricerca delle soluzioni (o giustificazioni) più disparate. Le indagini su Trevelyan conducono infatti prima a una casa d'appuntamenti, dove il nostro Lord John dovrà "difendersi" da prostitute decise a compiacerlo, e poi alla Lavander House, riservatissimo club frequentato da omosessuali e travestiti, luogo spesso visitato dal protagonista in passato.
Dal modo in cui viene affrontato il tema dell'omosessualità appare chiaro che l'autrice si sia ampiamente documentata in precedenza, tramite ricerche storiche che le hanno permesso di tratteggiare un quadro molto verosimile della questione all'epoca.
Per chi se lo stesse domandando, non sono presenti scene dettagliate. Anzi, in questo libro la Gabaldon lascia molto all'immaginazione, evitando di soffermarsi sui vari rapporti consumati durante l'intera vicenda (sia per quanto riguarda la Lavander House, sia per le prostitute di Meacham Street). Cosa forse insolita per gli amanti della saga "La straniera", dove l'autrice certo non si risparmia sulle scene d'amore tra i due protagonisti e scende nei particolari anche per quanto riguarda ad esempio Black Jack Randall.
Dal punto di vista sentimentale, Lord John lascia trapelare ben poco di sé:  un amore passato e perduto sul campo di battaglia (Hector), il suo biglietto d'ingresso alla Lavander House (George Everett) e un nuovo amore impossibile - non ricambiato - ma comunque indimenticabile (Jamie Fraser). Sono solo piccoli accenni, brevi pensieri permeati da tristezza e nostalgia, ma che aumentano senz'altro lo spessore umano di questo personaggio davvero i prim'ordine.
La narrazione si snoda in un susseguirsi di colpi di scena, tra rivelazioni e sospetti, conferme e confessioni.
Tra i miei personaggi preferiti, oltre al protagonista, ci sono sicuramente Harry Quarry, Malcom Stubbs, Tom Byrd e Olivia. Quanto alla storia in sé ho preferito di gran lunga la prima metà del romanzo, diciamo anche i primi tre quarti. La parte finale l'ho trovata un po' calante nel ritmo, anche se la curiosità di scoprire come tutte le tessere del puzzle si incastrano tra di loro fa scivolare il problema in secondo piano.
Tra i pregi di questa lettura vi è anche il fatto che si tratta di un romanzo autoconclusivo (così come i successivi, mi pare di aver capito).
In conclusione, una lettura da tre stelline e mezza, arrotondate a tre nell'attesa di leggere della prossima avventura di Lord John e farmi un'idea più precisa dei punti di forza e dei difetti di questa nuova serie. Non vorrei infatti si ripetesse quanto accaduto con la saga principale, bella e interessante nei primissimi libri, ma che è andata via via annoiandomi nel corso degli innumerevoli (e spesso poco originali) seguiti.
Mappalibro: "Le case degli altri" è inserito nella lista dei libri mappati sul blog Sfogliando,  con un segnaposto, al numero 34 in elenco.

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