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Recensione Mad Men – Series Finale (7×14): La fine di un’ epoca

Creato il 04 agosto 2015 da Cinetvrecensioni

Cos’è la pubblicità, quanto sia importante e quali sono gli effetti sulla gente ormai sono argomenti risaputi.
Mad Men viene considerata come la serie tv che parla della pubblicità nel boom economico americano degli anni ’60, in realtà è stato tutt’altro e chi ha avuto la fortuna di vedere le sette stagioni di questo gioiello ideato da Matthew Weiner ne sa qualcosa.

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Mad Men è stata una rivelazione, uno show dall’eleganza sublime e dai toni profondi (o deliranti in diverse puntate) e risvolti non sempre chiarissimi ma che ci hanno tenuto incollati allo schermo.
Il protagonista Don Draper è stato per noi un uomo da ammirare, da odiare, da compatire, ma che alla fine si è dimostrato nient’altro che il pubblicitario che abbiamo amato per sette stagioni.
“Hilltop” è il suo addio (nonché scena finale della serie), la famosa pubblicità (che esiste realmente) della Coca-Cola è una sorta di redenzione per un uomo che, si spera, abbia compreso la sua vera identità, mutilata da un’avvenimento passato troppo doloroso.

Men Men però è soprattutto la storia di Betty, Peggy e Joan.
Tre donne, completamente diverse ma con un unico aspetto comune: la loro tenacia.

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La fine di Mad Men per Betty, ex moglie di Don, segna anche la fine della propria vita, ormai agli sgoccioli causa un tumore. Ma la forza e lo spirito con cui si riconcilia con la ribelle Sally (sua figlia) è ammirabile.
Straziante poi, la telefonata con Don. Lacrime obbligatorie.

Altra donna, altro attestato di forza emerso nell’ultima puntata. Parliamo di Peggy, dedita, fin dall’inizio della serie, al successo, alla fine cede e capisce che l’amore viene prima di ogni cosa.

E poi Joan, donna troppo ribelle per sottostare ad uomini d’affari che l’avrebbero vista solo come una bellissima donna formosa e rossa di capelli.
Apre un suo commercio e si libera dell’etichetta di “sexy girl”, chiudendo meritatamente la sua storia come una donna di successo.

Troppi i personaggi omessi, troppe le storie non raccontate. Ma questo articolo vuole essere soltanto un modesto ringraziamento ad un capolavoro che mi ha appassionato dal primissimo episodio.
Con molti alti e con (ahimè) qualche basso ha parlato in maniera eccellente di pubblicitari, ma soprattutto personaggi fantastici, rendendo a tutti noi in più un quadro perfetto del periodo.
Parliamo degli anni ’60, periodo difficile ma di cambiamenti radicali. Dall’assassinio di Kennedy ai missili in Cuba, dalle campagne presidenziali alle lotte per la conquista dei diritti da parte degli afroamericani.
Tutto questo è stato legato magistralmente ed il risultato finale è stato un capolavoro. Un affresco che rimarrà nei nostri cuori, forse troppo sottovalutato in un epoca (manco a farlo apposta) in cui la pubblicità dà risalto a format diversi, spingendo la massa verso il tv show vampiresco o catastrofico.
Ma d’altronde, come spesso si ripete in Mad Men, si deve accontentare il cliente. Per cui ben vengano ascolti astronomici per serie del genere, che piacciono anche al sottoscritto.
Io, però, per un breve periodo mi sono defilato e ho scoperto questo capolavoro, che ci ha accompagnato dal 2007 fino ad oggi, rendendo la nostra vita migliore.

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Grazie Mad Men.

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