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Recensione “Matrimoni e funerali” di Cisco

Creato il 04 maggio 2015 da Giannig77

dal sito di Troublezine la mia recensione all’ultimo bellissimo album di Cisco: “Matrimoni e funerali”

http://www.troublezine.it/reviews/21403/cisco-matrimoni-e-funerali

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E’ tornato alla grande sulle scene musicali Stefano “Cisco” Bellotti, già cantante dei Modena City Ramblers, ma ormai da esattamente dieci anni solido esponente di un cantautorato, magari dedito all’antico amore per i canti folk popolari, ma certamente più aperto a tante sfumature diverse. Segno di una crescita evidente a livello artistico e di una ricerca continua al miglioramento, con brani che in questo interessante “Matrimoni e Funerali” sono pienamente a fuoco, variegati e intrisi di spessore e intensità.
Un cammino solista che si sta dipanando all’insegna di una maturità pienamente acquisita, ma che non va a discapito certo della curiosità del suo autore.
Dicevo, sono già trascorsi 10 anni da quando il cantautore carpigiano esordì con “La Lunga Notte”, un’opera certamente valida ma che risentiva ovviamente delle esperienze accumulate con la band, anche proprio a livello di testi, ancorati a temi già ampiamente sviluppati in precedenza dallo stesso Cisco e che talvolta cadevano ancora nella trappola dello slogan facile.
Niente di tutto questo nel nuovo album, che arriva al termine di un vero tour de force del Nostro, certo non incline alla pigrizia, se è vero che oltre a 3 dischi di inediti, ha pubblicato album dal vivo, intrapreso tourneè da solo o in trio (con gli ex sodali Cottica e Rubbiani, per il progetto “40 anni”, entrambi amici che nel tempo spesso lo hanno affiancato in fase di scrittura).

Il lunghissimo giro per lo stivale con il progetto “Indietro popolo” e la biografia, scritta con l’amico compaesano Carlo Albè “Oh Belli ciao!” sembravano aver messo un punto su una fase della sua vita musicale iniziata giusto 20 anni fa, quindi mai come in questo caso un nuovo disco può significare una nuova partenza.
“Matrimoni e funerali” si avvale ancora del supporto di musicisti “di fiducia”, gente con cui Stefano ha collaborato a lungo, dal già citato Giovanni Rubbiani, uno dei poeti folk per eccellenza del ‘900 a KabaCavazzutti, che ha pure curato l’intera produzione artistica.
Scorrendo le 11 tracce che lo compongono, non si scorgono punti deboli, a partire da quella Come agnelli in mezzo ai lupi che apre le danze e che segna una riflessione tanto ironica quanto attuale sulla condizione in cui troppo spesso ci ritroviamo dinnanzi a ingiustizie. Assolutamente degne di nota sono la titletrack, dalle sonorità scoppiettanti, quasi da marcia balcanica, per un riuscitissimo duetto con Angela Baraldi. Anche qui, metaforicamente parlando, viene messa alla berlina, la società di tutti i giorni, con le sue false promesse e menzogne.

I suoni diventano acustici, quasi reggae in brani come Sangue sudore e merda e permeati di rock in Chiagne e fotte.  In Marasma fanno invece capolino degli splendidi fiati, rievocando suoni cari all’America Latina, da sempre Terra sognata da Cisco.
Colpiscono anche canzoni poco convenzionali se consideriamo il songwriting dell’autore: penso a quella Supermarket, cantata in duetto con Pierpaolo Capovilla, in cui le atmosfere diventano quasi plumbee, noir e il cantato piuttosto aggressivo e minaccioso.

La poesia invece emerge in tutta la sua purezza in Per te soltanto, bellissima canzone con toni da ballad che allude al potere a volte alienante della religione, e nella conclusiva Cenere alla cenere, salmodiante quasi come se a interpretare fosse il fantasma di Giovanni Lindo Ferretti.
Piedi stanchi e soprattutto Il tuo altare sono invece dei manifesti che ci avvicinano maggiormente al Cisco che conosciamo, molto consapevoli e disilluse, senza però cadere nella rassegnazione. Colpisce però la seconda, in duetto con il rapper Piotta, per un insolito tentativo di unire il brano forse più classico della raccolta con la modernità degli inframmezzi parlati.
Detto ciò, pur riconoscendo la bontà dell’intero disco, anche in quelle che possono essere appunto delle deviazioni ben ragionate a un percorso sempre in evoluzione, il mio brano preferito e quello che ritengo possa divenire intero manifesto di questo lavoro è Girarrosto, introdotto dalle inconfondibili voci delle Mondine di Novi – collettivo che Cisco conosce sin dagli esordi dei Modena. Questa canzone ha tutti gli ingredienti necessari per far alzare le quotazioni del lavoro. Un ritornello cantato a più voci che pare una filastrocca e un testo alquanto ficcante e diretto.


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