Titolo: Midnight Baby: Horror Lolita
Autore: Caleb Battiago
Illustratore: Vincent Chong
Editore: produzone indipendente
Lunghezza stampa: 41
Prezzo: 1,49
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Storia horror e visionaria di una Lolita
contemporanea. Rita vive la sua infanzia tra le violenze e torture dal
padre e dai suoi malati amici, un circolo di mostri con maschere e
desideri non convenzionali. Diventa la bambina di mezzanotte, una
bambola di carne, un gioco sessuale deviato che si trasforma lentamente
da incubo a qualcosa di diverso. Il rapporto tra padre e figlia muta
quando Rita cresce diventando lentamente un donna. Le mostruosità
dell’infanzia trasformano Rita dalla bambina di mezzanotte, docile e
passiva, in una killer Lolita, che con la sua sega elettrica, la musica
di Johnny Cash e le immagini oniriche e incontrollabili che continuano a
girarle nella testa, cerca la vendetta, l’amore, se stessa e gli altri,
in bilico tra l’eterno ritorno del passato e il delirio e le
allucinazioni del presente, fino a realizzare un sogno proibito, una
visione estrema. Raccapricciante, cannibalica, violenta e passionale
come tutta la sua vita.
L'autore:
Caleb Battiago (pseudonimo di Alessandro Manzetti). Autore di narrativa horror, SF, pulp e weird, poesia dark, editor e traduttore.
Ha
pubblicato, in Italiano e Inglese, col proprio nome e con lo pseudonimo
di Caleb Battiago, varie opere di narrativa e poesia, tra le quali due
romanzi, Naraka - L'Inferno delle Scimme bianche (2013) e Shanti - La
Città Santa (2014), vari racconti, collections, raccolte di poesie dark,
in formato ebook e paperback, tra le quali Limbus, Weird West Blues,
Kiki, I Giorni della Gallina Nera, Vessel, Mictlan.
Tra le opere in
lingua inglese ha pubblicato varie raccolte di racconti, tra le quali
The Massacre of the Mermaids (2015), The Shaman (2014) e Dark Gates
(2014) con Paolo Di Orazio come co-autore.
A luglio 2015 è in uscita
la sua raccolta di poesie dark in lingua inglese Eden Underground, che
sarà pubblicata da Crystal Lake Publishing. Diversi suoi racconti e
poesie sono stati pubblicati su magazines e antologie in Italia, Stati
Uniti e Inghilterra, tra i quali The Horror Zine, Dark Moon Digest,
Disturbed Digest, Illumen, Rhysling Anthology, Bones III Anthology.
La
sua raccolta di poesie dark Venus Intervention (2014), con Corrine de
Winter come co-autrice, ha ricevuto una nomination per il Bram Stoker
Awards 2014, per il Rhysling Award 2015 e per l'Elgin Award 2015. È
membro della Horror Writers Association, della Science Fiction Poetry
Association e della British Fantasy Society. È stato tra i presentatori
della cerimonia del Bram Stoker Awards 2014 durante la World Horror
Convention di Atlanta (2015).
Il suo sito web: www.alessandromanzetti.net.
La recensione di Miriam:
Cantore
del lato oscuro dell’animo umano, Caleb Battiago è solito tessere trame di
aberrazione e sangue, mostrandoci il volto più disumano della società.
In
Midnight baby, più che mai, affronta
due tematiche che bruciano come carboni ardenti: pedofilia e incesto.
Ispirandosi
a un personaggio immortale della narrativa erotica, la Lolita di Nabokov, ci
narra la storia di Rita che, ogni giorno, a mezzanotte, è costretta a indossare
l’abito più bello della mamma per
soddisfare le voglie malate di suo padre e di un manipolo di suoi amici. Uomini
depravati quanto vili che, nascondendosi dietro maschere da dottori della peste,
violano nei modi più abietti il suo corpo acerbo.
È
un gioco perverso che si protrae per anni, nella solitudine e nell’indifferenza,
un gioco che semina dolore e morte lungo il percorso, ma il cui ingranaggio si
inceppa quando la sposa bambina comincia a trasformarsi in una donna. A quel
punto il padre sembra perdere interesse nei suoi confronti, ma è troppo tardi
perché la bimba di mezzanotte possa svegliarsi e stropicciarsi gli occhi,
lasciandosi alle spalle il brutto sogno.
Certi
incubi si appiccicano addosso, proprio come la “colla” che per anni Rita ha sopportato
sul suo corpo immaturo; da certi incubi non ci si sveglia immacolati; più forti,
forse, almeno quel tanto che basta per ribaltare i ruoli e regalarsi una meritata
vendetta. È così che da un bozzolo di marciume e soprusi spicca il volo una
Lolita killer, armata di motosega e determinata a conquistare il suo principe
azzurro… pezzo dopo pezzo…
È
un pugno allo stomaco questo racconto, disturbante non solo per la crudezza
delle immagini evocate e per i sentimenti di raccapriccio e tristezza che
suscita, ma anche per il suo realismo.
Benché
il taglio splatter e la violenza che caratterizzano quest’opera sia tipico
della produzione di Battiago, la trama questa volta affonda le zanne nella
realtà. Se le aberrazioni spinte al parossismo dell’universo narakiano si esprimevano
in una dimensione futuribile ma comunque fantascientifica, qui il filtro dell’immaginazione
viene meno, perché la storia di Rita è qui e ora, perché di Lolita ce ne sono
tante nel mondo che ci circonda, seppure sprovviste di sega elettrica.
A
colpire particolarmente è la capacità dell’autore di penetrare la mente della
sua protagonista e di farvi entrare anche noi. La descrizione di ciò che accade
fisicamente a Rita è costantemente accompagnata dalle ripercussioni che tali
accadimenti hanno sulla sua psiche cosicché, accompagnandola negli anni,
assistiamo alla sua trasformazione interiore, vedendo e toccando con mano il
modo in cui le violenze subite la cambiano internamente provocando ferite
impossibili da rimarginare. Le immagini deliranti che caratterizzano il suo
mondo onirico straripano nella realtà, generando un vortice allucinogeno in cui
si viene letteralmente travolti.
Leggendo
si avverte sin da subito un senso di oppressione e di cattivi presagi, complice
anche un’ambientazione che, quasi fosse una creatura viva, rispecchia gli stati
emotivi che covano nei personaggi. Sullo sfondo una Roma che appare come “un
puzzle colorato bucato da troppi tasselli vuoti, neri”; in casa, appeso al muro
un quadro raffigurante l’Armata del Potomac in versione splatter che sembra
scrutare costantemente i suoi occupanti; nella stanza di Rita una bambola zombie
che si chiama come lei e stringe nelle mani una sega elettrica; in sottofondo
la musica di Johnny Cash con i suoi versi che parlano di oscurità.
L’insieme
di stile e contenuti poi genera un vero e proprio ossimoro, poiché all’efferatezza
delle scene descritte e degli argomenti trattati corrisponde una prosa altamente
poetica, in cui ogni singola parola sembra essere stata scelta con la massima
cura e incastrata al posto giusto, come fosse una nota vergata su un
pentagramma.
Interessante
e innovativo è anche il “dialogo” che l’autore sembra intrattenere con Johnny
Cash e Nabokov, arricchendo il testo di tratti sperimentali. Versi delle
canzoni di Cash e brani tratti dal romanzo “Lolita” si innestano, infatti, nel
racconto, divenendone parte integrante.
A
fine lettura permane un senso di malessere perché, come anche in altre opere
dello stesso autore, l’immagine pessimistica che ci offre del genere umano non
lascia spazio a possibili vie di fuga.
Una
prospettiva triste ma decisamente realistica, almeno dal mio punto di vista: non
c’è riscatto, non c’è salvezza, l’unico bonus concesso all’inferno è il sottile
piacere della vendetta, giacché violenza genera violenza.
Il booktrailer: