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Recensione: "Non aprite quella porta (2013)"

Creato il 19 maggio 2014 da Giuseppe Armellini
Leatherface è Leatherface.
Ossia il numero uno.
Quello con più cuore.
Il numero uno.
L'ho già detto.
Quindi in questi casi parto prevenuto.
Non mi interessa la qualità del film, non mi interessa se è uno di quelli 2.0 o regala atmosfere retrò, non mi interessano tante cose.
Mi interessa lui, come ce lo presentano, quello che fa, quello che è.
Facciamo un pò d'ordine prima...
Questo qua, all'apparenza mera operazione commerciale, è il VERO sequel del film originale, quello che lo omaggia di più, quello che crea con esso un legame più forte.
Ci sono stati altri 3 sequel "ufficiali" all'epoca (insomma,all'epoca, diciamo in quasi 20 anni) ma questo è quello più legato al capostipite.
Poi c'è l'ottimo remake (con personaggi completamente diversi all'orignale) di Nispel e poi il prequel.
Insomma, 4 sequel più o meno legati, un remake e un prequel.
O.k? (lo sto dicendo a me stesso)
Altra cosa.
Un pò di nomi.
Dennis Hopper
Renèe Zellweger
Mattehew McConaughey
Jessica Biel
Ronald Lee Ermey
Viggo Mortensen
Hai Detto Cazzi
no, non è un altro nome, ma proprio hai detto cazzi visto nei film della serie sul massacro del Texas son passati attori paurosi.
Qui c'è Alexandra Daddario, una che è talmente oltre che accorgersi se recita bene o no non è facile.
Ma sulla ragazza semmai ci pensa Myers a dire due cose in più.
Poi c'è la Alex di Lost e qui potrei dire qualcosa in più io di Myers.
Ma qui non c'è più la tenera Alex, bensì una ninfomane che merita quasi la fine che fa.
Quindi la lascio perdere.
Ora, perchè distruggere sto film?
Ha un inizio portentoso, con quel raccordo con il film originale che è quasi commovente oltre che montato da Dio. La ragazza che si tuffa alla fine fuori dalla finestra per cadere negli anni 2000 è straordinaria.
Ma ci sono tante altre cose che funzionano.
La storia della bimba trovata nel massacro, poi cresciuta altrove e poi richiamata in Texas è un'ottima idea, un modo intelligentissimo per unirsi cronologicamente e sentimentalmente al primo film.
E non è da meno la storia di Faccia di Cuoio che ha continuato a vivere con la nonna, solo, isolato.
Insomma, il soggetto è ottimo, persino migliore di tanti dei sequel di allora.
Funziona praticamente tutto, il cimitero privato con tutte le date di morte identiche, la nonna morta, Leatherface che dopo il primo omicidio viene trovato tranquillamente in cucina a farsi un frullato all'uomo, gli omicidi efferati con quella motosega che è e rimarrà per sempre l'arma di massacro simbolo nella storia del cinema horror slasher.
Purtroppo mancano gli incredibili personaggi di Nispel, superiori persino all'originale, ma qua non si poteva far nulla, sia perchè semmai dovevano essere quelli del 1974, sia perchè... sono morti tutti :)
Poi il film diventa altro. Dall'incidente con il furgoncino (ottimo) in poi diventa altro.
Lei è salva dalla polizia e lui continua a stare in casa.
Insomma, un Non aprite quella porta in cui non c'è più nessuno intrappolato da lui e in cui tutta la città sa dove lui sta. Molto strano, e scelta coraggiosa.
Ma poi avviene il tracollo, il non sense esplode.
In verità già la scena della giostra mi aveva fatto arricciare il naso,con una ragazza che ha un'intera città per fuggire o chiedere aiuto ed invece si aggrappa alla ruota panoramica.
Ma no, il problema è nell'evoluzione dei personaggi.
Capisco l'odio verso quella famiglia ma che quasi un'intera città ora voglia uccidere una bella e dolce ragazza solo perchè ne è discendente è assolutamente fuori da ogni logica.
Una ragazza che poi è sfuggita per un pelo lei stessa dal non essere uccisa.
Ma avviene anche il contrario, anche lei da dolce e impaurita ragazza diventa una Sawyer, un'assassina, una con quel dna lì.
Tutto sembra assurdo, negli anni 2000 non ci sono più istituzioni, non c'è più dialogo, non c'è più niente.
Tutti diventano senza alcun motivo assassini.
Senza alcun motivo, ripeto.
Ho capito, si voleva arrivare lì al macello. Perchè alla fine il macello è il luogo storico ed è giusto così.
Ho capito, si voleva creare il legame tra lei e lui.
E ci si riesce pure.
Ma in un modo quasi improponibile.
E così si respira un pò di aria da Firefly, da famiglia di pazzi che in qualche modo ti prende il cuore perchè nella sua pazzia e nella sua inumanità hanno un legame così forte e un senso di riconoscimento unici.
Lo sceriffo cattivo farà la fine che merita in una scena che dir truculenta è poco.
Ora siamo solo noi, avrà pensato Leatherface, che si chiama Jed Sawyer in realtà e che sarà anche Thomas Hewitt in un mondo parallelo.
Ora siamo solo noi e tu sei la mia famiglia adesso.
Ma non toccarmi quel viso, nemmeno te puoi farlo, non toccarmi quel viso, non puoi vedermi, nessuno può.
Se solo sapeste quanto dolore ho dentro, se solo sapeste quanto sto male per quello che sono, se solo sapeste quanto, anche io, vorrei abbracciarvi, farmi vedere, vivere una vita normale.
Ma io sono Leatherface, e non ci sto tanto con la testa.
Sono uno stupido.
Ma non sono cattivo, mi hanno insegnato a far questo, non so fare altro.
Io sono Leatherface e sono uno stupido.
Ma anche io, per quanto stupido sono, riesco a capire di aver bisogno d'amore e d'affetto.
E il mio ce l'hai tutto meraviglioso mostro.
( voto 6,5)

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