Recensione Ritorno dal nulla

La drammatica storia di Jim Carrol che, per uno stupido gioco, si ritrova intrappolato nel lurido e tortuoso tunnel della droga, un tunnel senza vie d’uscita in cui è facile perdersi, come è altrettanto facile perdere le persone a cui si era affezionati .

Un film schietto, senza falsi moralismi nè voglia di giudicare. Una spietata cronaca di come l’eroina possa cambiare le persone e di come possa illudere e allo stesso tempo infrangere i sogni e le speranze, riducendo la brillante mente di un promettente ragazzo di provincia ad un ammasso di cenere, senza ambizioni nè interessi, senza un briciolo di vita negli occhi.

Un’interpretazione da Oscar per un giovane Di Caprio che dimostra un’espressività ed una padronanza di movimenti, in grado di raccontare senza troppi fronzoli tutti i dolori, non solo fisici, accusati.

Stupende le sequenze in cui Jim viene rinchiuso in una stanza e lasciato solo ad affrontare le proprie paure e le proprie sofferenze, ma non si può aiutare chi non vuole essere aiutato.

Tristemente tragica la scena in cui lui torna a bussare alla porta della propria madre, una donna estremamamente fragile, ma che riuscirà a far emergere il proprio lato forte per il bene del proprio figlio.

Finale addolcito che rispecchia poco le intenzioni del romanzo da cui è tratto, ma tutto sommato un ottimo film.