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Recensione "Sei tu il mio per sempre" di Katie Evans

Da Glinda
Bene, siccome vi siete dimostrati molto buoni con me dopo la recensione negativa di "After", ho deciso di sfidare un altro demone, ovvero quello rappresentato dalla recensione di "Sei tu il mio per sempre" di Katy Evans, l'ennesimo libro atteso come il capolavoro del romance, che in moltissimi hanno amato alla follia, ma che puntualmente mi ha lasciato con una delusione troppo grande da poter digerire.Volete i dettagli? La mia recensione vi aspetta! Non troverete i soliti estratti, perché, davvero, non ce la posso fare a mettere certe cose sul mio blog.
Titolo: Sei tu il mio per sempre (Real #1)Data di pubblicazione: 9 Luglio 2015
Dove comprarlo: LaFeltrinelli.itAutore: Katy EvansEditore: Fabbri Prezzo: 15,90 €Pagine: 316Il mio votoRecensione Recensione

Brooke ha reinventato se stessa dopo la tragedia che le ha cambiato la vita, e ora lavora come fisioterapista. Quando la sua migliore amica la trascina a un combattimento clandestino di pugilato, basta uno sguardo di Remington Tate – l’enigmatico vincitore dell’incontro – a sconvolgere ogni sua certezza. Data la sua fama, quando Remington la invita nello spogliatoio Brooke pensa che si tratti solo di una notte di sesso. Invece il dolce viso di Brooke l’ha colpito con la stessa forza di un gancio che ti coglie alla sprovvista. Remy la vuole a ogni costo e, pur di averla accanto, la assume come fisioterapista.Brooke accetta subito, anche se non ha la minima idea di che cosa l’aspetta. Resistere alla bellezza e alla perfezione di quel corpo è impossibile. Resistere alla sensualità di quel le labbra e di quel sorriso sfrontato è totalmente inutile. Brooke non ha altra scelta che abbandonarsi a Remington, a quel piacere devastante che soltanto lui è capace di farle provare e all’amore incondizionato che pretende. Ma cosa succederà quando il lato oscuro di Remy prenderà il sopravvento?



La mia recensione

Mi chiedo quando imparerò a non farmi trascinare dalla frenesia letteraria altrui. Negli ultimi tempi credevo di aver fatto grandi passi avanti su questo fronte, riuscendo a porre dei limiti alla mia prepotente curiosità riguardo alle pubblicazioni più chiacchierate del momento. Ma viste le mie recenti delusioni letterarie, è chiaro che ho ancora molto su cui lavorare per riuscire a stare alla larga da libri che, altrimenti, finiranno per trasformarmi in una blogger  capace solo di dar vita a recensioni al vetriolo. 
Sono mesi ormai che "Sei tu il mio per sempre", primo libro della serie hot romance e drammatica "Real" di Katy Evans, è diventato uno dei romanzi più attesi della rete. Sul web si è creata una vera e propria ossessione per questa serie, alimentata anche dal mistero sulla sua data di pubblicazione, costantemente rimandata per quasi un anno. Inutile dire che, una volta uscito, non sono riuscita a esimermi dal leggerlo, persuasa che mi avrebbe entusiasmato. Visto l'amore sfegatato di molti lettori (alcuni di cui mi fido particolarmente) per questo romanzo, ero così fiduciosa che mi sarebbe paciuto, da proporre una lettura congiunta alla mia carissima amica Alessandra. Risultato? Io ho dovuto lottare per rimanere sveglia durante tutto il libro, lei mi ha riempito di messaggi disperati su whatsapp. Alla fine entrambe avremmo preferito aver letto altro. 
La maledizione dei romanzi mainstream ha colpito ancora, regalandomi ore di insoddisfacente lettura, trascorse a chiedermi perché mai certi libri vengano accolti con così tanto entusiasmo dal mondo intero, ma non da meQuesto non vuol dire che io abbia perso fiducia nel giudizio altrui, né che io voglia mettere alla gogna chi ha apprezzato "Sei tu il mio per sempre". Ma di certo è stata l'ennesima conferma di come a volte i miei gusti siano fortemente contrari a quelli della maggior parte dei lettori.
Se in molti hanno pensato che questo libro fosse denso di passione e amore travolgente, in esso, purtroppo, io ho visto solo banalità e frustrazione sessuale metodicamente reiterate per quasi quattrocento pagine. Carente sotto ogni punto di vista, quello romantico, quello umano e quello narrativo, il primo romanzo di questa serie mi ha convinta di una sola cosa: non leggerò i seguiti.

I miei lettori affezionati sanno che, quando scrivo una recensione negativa, passo i tre quarti del tempo a scusarmi per i mei pensieri e sottolineando che non voglio offendere nessuno. Ma questa volta ho troppo da dire, perciò spero che vi basti sapere che non c'è mai malizia nelle mie parole, ma sempre e solo estrema sincerità. Perciò, se avete amato il libro non vi consiglio di leggere la mia recensione.

"Sei tu il mio per sempre" è narrato in prima persona dalla protagonista Brooke, ex atleta diventata poi fisioterapista, che viene trascinata dalla migliore amica a un incontro di boxe in cui si batte il super sexy Remington "Remy" Tate. Inutile dire che né lei né l'amica sono delle appassionate di boxe: l'unico motivo per cui si trovano ad assistere all'incontro è sbavare sui lottatori. Dal momento in cui gli occhi dell'enigmatico e implacabile Remy si posano su Brooke, tra i due scatta una scintilla che è impossibile ignorare e in un batter d'occhi lei si trova a seguire il pugile nel suo tour di incontri, ingaggiata come sua fisioterapista personale. Seguono circa trecento pagine di: scambi di sguardi molto intensi, silenzi carichi di significato, frustrazione sessuale e fantasie unilaterali da cui Brooke è ossessionata, descrizioni approfondite del tasso di umidità delle parti basse di Brooke (pari a quello della Foresta Amazzonica), drammi surreali, altri silenzi carichi di significato, banalizzazione di una terribile malattia mentale. 
Si penserebbe che la storia ruoti attorno alla relazione sentimentale che lega Remy e Brooke. Ma non è così. I due, infatti, pur desiderandosi ardentemente e non facendone mistero, dato che lui rischia di uccidere chiunque le si avvicini è lei ha un picco di ormoni a ogni sguardo, vivono per la maggior parte del libro un rapporto platonico. Attenzione, questo non sarebbe un deterrente per me: i romance in cui tutto avviene secondo dinamiche più rilassate e realistiche sono i miei preferiti. Peccato però che, in questo caso, il  lasso di tempo che è intercorso da pagina uno al momento in cui i due sono diventati una coppia a tutti gli effetti, sia stato colmato esclusivamente dai deliri sessuali della protagonista. Più che il classico romance, questo è un diario delle frustrazioni sessuali di Brooke, a cui nella vita reale consiglierei di rivolgersi ai ninfomani anonimi. 
Una delle cose più disturbanti di questo romanzo, infatti, è stata la totale mancanza di qualunque tematica che esulasse dalla tensione sessuale. Per l'intero libro non ho riscontrato nessun approfondimento dei personaggi, nessuna caratterizzazione, nessuna tridimensionalità. Il mondo della protagonista inizia e finisce con la sua attrazione per Remy, a cui è stata riservata la poco lusinghiera parte dell'introverso scimmione di bell'aspetto che non ha bisogno di parlare o essere interessante per meritarsi l'amore incondizionato di Brooke. Non esagero quando dico che per l'intero libro, i due si rivolgono a malapena la parola: ciò che sanno l'uno dell'altra è sempre fonte di pettegolezzi e mai di un dialogo tra loro. 
Tutto questo, ovviamente, non accade perché Remy sia stato caratterizzato come uno scimmione incapace di mettere quattro parole in fila. Guai a pensare una cosa del genere, eh. Perché lui, è un povero, dolcissimo cucciolo, vittima di una terribile patologia mentale che lo costringe a essere quello che è. Non posso approfondire le questione perché rischio di fare spoiler, ma lasciate che vi dica una cosa. Sapete quando un libro tocca davvero il fondo? Quando l'autrice prova a dare un senso a tutte le proprie carenze di narratrice nascondendosi dietro l'escamotage della malattia psichiatrica. 
Siccome Remy non è affetto né da Autismo né da sindrome di Asperger, non c'è nulla che possa giustificare il suo esprimersi solo attraverso delle canzoni mainstream anni novanta (per altro con testi profondi come una pozzanghera), così come, non essendo lui un incrocio tra un gorilla di montagna e un orso bruno, non c'è nulla che possa rendere "teneri" i suoi scatti d'ira a cui si può porre rimedio SOLO sedandolo come un bue affetto da mucca pazza. Le malattie psichiatriche, a partire dalla depressione, sono qualcosa di cui si può scrivere solo dopo aver davvero studiato l'argomento, ma chiaramente Katy Evans non la pensa così.
Inutile dire che, per Brooke, questi dettagli del carattere di Remy non sono nulla a confronto della sua prepotente virilità: è quella la cosa che più conta quando si giura amore eterno a un uomo! In fondo a che serve un compagno con cui poter essere amica, amante e complice, quando puoi avere un cavernicolo che ti etichetta come "sua proprietà" e "ti prende" con inusitata veemenza?

Sto esagerando? Forse, ma forse no. Il fatto è che sono stufa di imbattermi in libri così frustranti, che propinano alla mia povera mente iperattiva visioni della psiche femminile e maschile davvero riprovevoli.In quale universo parallelo una donna sbaverebbe su un uomo con cui è impossibile comunicare, che è incapace di controllare se stesso, che sa di essere mentalmente instabile ma sottovaluta il problema e rifiuta di sottoporsi alle cure necessarie (che Dio mi aiuti), la cui unica abilità sembra essere quella di menare i pugni? Insomma, va bene tutto, è solo un libro e non è la realtà, ma io davvero mi chiedo come sia possibile che un personaggio di cui si sa a malapena il nome e la cui presenza in un romanzo è rilevata solo perché la protagonista sbava ogni qual volta lui è nei paraggi, possa riscuotere tanto successo.Remy non mi ha disturbato perché è stato caratterizzato come il bad boy dagli atteggiamenti riprovevoli che appare comunque irresistibile agli occhi della protagonista, come è accaduto con After. No. Remy, semplicemente, non è stato caratterizzato affatto. Nemmeno spremendo le meningi riesco a ricordare un momento in cui lui abbia, che so, fatto una battuta divertente, o abbia fatto un'affermazione intelligente. Tutto ciò che so sul suo conto, l'ho appreso dalle discussioni clandestine che Brooke ha intrattenuto con l'entourage di Remy. Il problema di questo libro, non è tanto lui quanto lei. Ribadisco, come può una donna affermare di essere innamorata di un uomo con cui non ha mai davvero avuto una conversazione di senso compiuto? Per me è impossibile ritenere accettabile che una donna rinunci alla propria vita, basandosi solo sull'attrazione che nutre nei confronti di uno sconosciuto che poi si rivela essere un uomo inavvicinabile, per di pù che ha bisogno di cure psichiatriche SERIE perché affetto da un problema CONCLAMATO, che lui argina facendosi sparare nel collo dei siringoni di sedativo, oppure facendosi portare delle prostitute su cui sfogare la sua energia repressa.Ed è questo il libro che in Italia abbiamo atteso con così tanta trepidazione? E' per questa terribile accozzaglia di affermazioni volgari fatte da una donna dalla sessualità incontrollata, che alcune blogger hanno perso la testa? Ditemi che è uno scherzo, vi prego. Se pensate che invece sia io, a scherzare, provate a leggere i libro e poi mi direte.Recensione Recensione Verdetto: peggio di un'orticaria


Livello sensualità: molto bollente!
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La serie "Real" composta da
  1. (Real #1) Sei tu il mio per sempre
  2. (Real #2) Mine
  3. (Real #3) Remy
  4. (Real #4) Rogue
  5. (Real #5) Ripped
  6. (Real #6) Ancora inedito e senza titolo

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