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Recensione: Shakespeare's Sisters, di Ramie Targoff

Creato il 13 maggio 2024 da Gliscrittori
Recensione: Shakespeare's Sisters, di Ramie Targoff

Libri Recensione di Davide Dotto. Shakespeare's Sisters. Four Women Who Wrote the Renaissance, di Ramie Targoff (riverrun | Quercus Publishing Plc). Storia di quattro donne che sfidarono il Patriarcato con la penna.

La scrittura non richiede solo talento e ispirazione, occorrono almeno altre due cose: risorse e una stanza tutta per sé, che è il titolo di una raccolta di conferenze tenute da Virginia Woolf e pubblicata nel 1929. La scrittrice inglese, in una di esse, si interrogava sul motivo per cui le donne avessero scritto così poco rispetto agli uomini, contribuendo in misura minore alla letteratura.
La ragione è dovuta alle numerose sfide incontrate lungo il cammino, a tutta una serie di difficoltà che bussano alla porta, di lacci e aspettative che rubano tempo alla scrittura e ogni opportunità per farlo: l’accesso limitato alla cultura, ai libri, le estenuanti lotte per conquistare una propria indipendenza intellettuale.

Eppure, nonostante gli ostacoli, il periodo storico vissuto, le sanguinosissime guerre di religione, lo spauracchio dell'Armada Invencible, i processi per stregoneria, ci sono almeno quattro scrittrici che hanno lasciato il segno nell'Inghilterra del XVI e del XVII secolo.

Le loro vite e disavventure sono raccontate con dovizia e cura da Ramie Targoff nel suo recente Shakespeare’s Sisters, Four Women Who Wrote the Renaissance.
Anne Clifford (1590-1676) i cui Diari, pubblicati nel 1923, raccontano la storia di chi – potendo contare su qualche privilegio di nascita e di ricchezza – ha lottato una vita intera per far valere i propri diritti ereditari alla morte del padre.
Aemilia Lanyer (1569 – 1645), riconosciuta come la prima donna inglese a pubblicare un libro di poesie, Salve Deus Rex Judaeorum, proveniva dalla piccola nobiltà. Grazie alla letteratura ha tentato di migliorare la propria condizione e la propria posizione sociale.
Mary Sidney Herbert, in seguito Contessa di Pembroke (1561 – 1621), curatrice ed editrix delle opere del fratello Philip, portò a termine la traduzione dei Salmi, noti come The Sidney Psalm. Proveniva dall'alta aristocrazia inglese ed era ben introdotta a corte.
Elizabeth Cary (1585 – 1639), autrice dell’opera teatrale The Tragedy of Mariam, faceva parte della ricca borghesia, in accesa competizione con la nobiltà.

C’è un quinto personaggio che non va assolutamente ignorato, e con il quale un po’ tutte, per ovvie ragioni, ebbero a che fare, e con le quali fa gruppo.

Elisabetta I (1533-1603), anch'essa scrittrice, traduttrice,  autrice di poesie.
No one would ever have imagined she would rule for as long as she did. Ramie Targoff, Shakespeare's Sisters.
Le donne inglesi condividevano molto poco con la regina, apparendo la sua figura fuori dalla  loro portata. Ma proprio per questo, se non incarnò un esempio da seguire, fu un faro, un punto di riferimento («Non rimproveratemi più di non avere figli, perché ognuno di voi, e tutti quelli che sono inglesi, sono miei figli»).
"Reproach me so no more that I have no childre”, she declared, “for every one of you, and as many as are English, are my children”. Ramie Targoff, Shakespeare's Sisters.

Le loro storie sono tanto diverse quanto rappresentative di un'epoca.

Ciascuna, a suo modo, è un'antesignana che ha portato avanti iniziative e idee insolite per quei tempi, o senza precedenti («pioneer in women's writing»). Recano una testimonianza preziosa delle rispettive esistenze, trasformandole in testo e portando avanti battaglie e ragioni dinastiche contro i parenti uomini (come le vicende legali di Anne Clifford immortalate nei suoi diari), con l'obiettivo di avere un ruolo definito da recitare nel palcoscenico del mondo.
Si trattava nell'insieme di opere non destinate a un pubblico generalizzato (non esisteva), ma a circolare privatamente, non oltre una cerchia ristretta. Ciò significa che poco è stato conservato, molto è andato perduto.
Cosa contengono mai, queste opere?

Un tentativo non solo di far sentire la loro voce, ma di dire la propria sulla cultura e le rigide convenzioni sociali del tempo, strappando momenti di reciprocità.

Denunciando l’insostenibilità di dover anteporre al proprio l’interesse di un marito, mettere al di sopra la propria coscienza. Esprimono la sfida radicale a uno status quo e il tentativo di capire fino a che punto ci si potesse spingere verso un punto di vista alternativo. Un po' tutte sono  il moderno riflesso, l’eco di Antigone e del suo buon senso.

Shakespeare's Sisters
Four Women Who Wrote the Renaissance

di Ramie Targoff
riverrun | Quercus Publishing Plc
ISBN: 978-1529404890
Cartaceo 20,18€
Ebook 14,99€

Quarta

In an innovative and engaging narrative of everyday life in Shakespeare's England, Ramie Targoff carries us from the sumptuous coronation of Queen Elizabeth in the mid-16th century into the private lives of four women writers working at a time when women were legally the property of men. Some readers may have heard of Mary Sidney, accomplished poet and sister of the famous Sir Philip Sidney, but few will have heard of Aemilia Lanyer, the first woman in the 17th century to publish a book of original poetry, which offered a feminist take on the crucifixion, or Elizabeth Cary, who published the first original play by a woman, about the plight of the Jewish princess Mariam. Then there was Anne Clifford, a lifelong diarist, who fought for decades against a patriarchy that tried to rob her of her land in one of England's most infamous inheritance battles.
These women had husbands and children to care for and little support for their art, yet against all odds they defined themselves as writers, finding rooms of their own where doors had been shut for centuries.

   


Davide Dotto


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