Magazine Cultura

Recensione "The Selection" di Kiera Cass

Creato il 19 marzo 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Elena Bigoni Cari lettori, oggi parliamo di un libro appena uscito per la casa editrice Sperling & Kupfer. Un romanzo distopico apparente risultato di un mix tra the Bachelor (reality show americano) e Hunger Games: stiamo parlando di The Selection di Kiera Cass. È d’obbligo per me avvertirvi subito che la recensione sarà un po’ diversa dal solito, e vi sembrerà più un giudizio assolutamente personale e poco obiettivo che una vera e propria critica super partes . Titolo: The Selection Autore: Kiera Cass Traduttore: A. Carbone Casa Editrice: Sperling & Kupfer Genere: Distopici Prezzo: 17,90 euro Pagine: 288 Data di pubblicazione: 12 Marzo 2013
Trama: In un futuro lontano, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame, l'erede al trono decide di scegliere la propria moglie attraverso a un reality show. Spettacolare. Per molte ragazze la Selezione è l'occasione di una vita. L'opportunità di sfuggire a un destino di miseria e sognare un futuro migliore. Un futuro fatto di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America tutto questo è un incubo. A sedici anni, l'ultima cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere rinchiusa in un austero Palazzo a lei sconosciuto. Perdendo così l'unica persona che abbia mai amato, il coraggioso e irrequieto Aspen. Poi però America conosce il Principe Maxon e le cose si complicano. Perché Maxon è affascinante, dolce e premuroso. E può regalarle un'esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare...
RECENSIONE
In America si è parlato parecchio di questo libro, non tanto per i suoi contenuti ma perché ha toccato un nervo scoperto dei social network e dei siti dove è possibile pubblicare liberamente le proprie recensioni. In altri post abbiamo già parlato del problema, sempre più frequente, sui toni con cui vengono postate recensioni e sulle tentate ingerenze da parte degli addetti del settore (scrittori, agenti letterari) di “censurare” o mettere in ombra quelle recensioni che in qualche modo mal giudicavano o massacravano un libro. Con The Selection è avvenuta una cosa simile. L’autrice, infastidita che una delle recensioni più votate su GR (quindi tra le prime visibili nella scheda del libro) fosse negativa, chiedeva senza troppi giri di parole di far slittare (mettiamola così) di qualche posizione più in basso la suddetta recensione così da renderla meno evidente. The Selection non è di certo un libro da 5 stellette, nemmeno da 4 abbondanti se vogliamo essere proprio sinceri e ha raccolto giudizi sia positivi che negativi in egual misura.
Ho scelto di leggerlo perché provavo alternativamente curiosità e fastidio dalla presentazione che ne hanno fatto. Di certo il fatto che acquistando il libro si potesse partecipare al Gran Ballo delle debuttanti dal mio punto di vista non era di certo un punto a favore. Ma la curiosità ha vinto e ho deciso di leggerlo, in realtà divorato visto che in 5 ore l’ho terminato. Vi posso dire che non riesco tuttora ad esprimere un giudizio definitivo poiché non ho apprezzato il finale troppo sospeso, molti parlerebbero di cliffhanger ma personalmente preferisco parlare di mezza presa in giro (e mi sto censurando). Io non sono una lettrice che ama i cliffhanger e se proprio ci sono devono essere gestiti veramente bene. Il “finale” di The Selection per me è stato un vero colpo, giro pagina per continuare la lettura e… mi trovo i ringraziamenti! Per un attimo ho pure pensato che mancassero pagine e invece no! Il libro era finito, con mio sommo fastidio. Stessa sensazione che provo quando mentre vedo un film parte un'edizione straordinaria del telegiornale o salta la luce. Diventa perciò difficile esprimere un giudizio poiché la narrazione è strettamente e inevitabilmente correlata ai libri successivi e il desiderio di vedere come va a finire è davvero troppo forte. Se qualcuno mi facesse la domanda secca: "Ti è piaciuto o meno?" sarei veramente in difficoltà e risponderei con un bel "non so".

Detto ciò, qualche idea su questo primo libro e sulla serie in generale me la sono fatta: non è esattamente un capolavoro e i parallelismi con la saga di Hunger Games sono dietro l’angolo. Come la Collins, anche la Cross scrive in maniera molto semplice e diretta, pochi giri di parole, descrizioni decisamente striminzite ma adatte a delineare un primo tratteggio del mondo creato. La Cross rispetto alla Collins ha diverse cadute di stile durante la narrazione ed alcune frasi lasciano veramente a desiderare, dando un’idea dei protagonisti non proprio piacevole.

“La sua T-shirt e i jeans neri che indossava quasi ogni giorno avevano dei buchi in diversi punti. Oh, quanto avrei voluto stare seduta tranquilla a rammendarglieli. Ecco la mia più grande ambizione: essere la principessa di Aspen, non quella di Illeà”

Per molti sarà una frase come tante, ma l’immagine che è uscita della nostra eroina “America Singer” non è di sicuro delle migliori. E anche l’amore della sua vita, il giovane Aspen, non ne esce meglio visto che ad un certo punto della narrazione si offende e si sente umiliato perché la fidanzata spende parte dei suoi guadagni per preparare un pranzetto a lui, che in quel momento è semi morto di fame. Della serie meglio morire entrambi piuttosto che sia tu a guadagnare.  La narrazione tuttavia migliora quando ci si avvia alla selezione vera e propria, meno multimediale e da reality rispetto a quello che mi aspettavo. Pressoché assente, almeno in questo primo volume, qualunque tipo di satira, ironia o metafora del mondo consumistico di oggi, decisamente differente da HG dove questo elemento è sottolineato più volte anche se non incisivo come in altre opere distopiche.
D’altro canto togliendo questo elemento di Selezione (che comunque è presente in maniera più tranquilla e piacevole) la narrazione prende un avvio decisamente più coinvolgente (parola grossa in realtà) soprattutto per la presenza del “bachelor” di turno. Il principe Maxon mi piace, interessante il modo in cui la Cross riesce a tratteggiare la vita e i doveri del giovane principe: non appare vittima del suo ruolo principesco né un fascinoso da deliquio pronto a mettere la nostra protagonista in situazioni romantiche e melense. Anzi, il suo interesse per lei, le sue idee e le sue esperienze di vita risulta sincero, pulito e normale. Forse è per questo che il tutto risulta ancora più prezioso rispetto a quello che spesso si legge in altri libri. America non sempre la capisco (in realtà è un eufemismo per dire che mi ha molto irritata) e la apprezzo, molte volte ho trovato il tratteggio fatto dalla Cross un po’ troppo marcato e forzato, anche se il peggiore di tutti rimane Aspen. Ok questo è un giudizio assolutamente personale e per nulla obiettivo, ma ve lo dico in tutta sincerità, quel ragazzo non lo reggo e forse è per questo che probabilmente il finale così aperto mi ha infastidita: preferivo mettere una croce sopra alla storia e chiudere tutto. Devo essere sincera, sin dalle prime battute era chiaro dove si sarebbe finiti e che la figura di Aspen non sarebbe rimasta in ombra, ma sarebbe diventata parte attiva della storia. Anzi c’è un momento a poche pagine dall’inizio in cui chiaramente si capisce in che modo questo persona rientrerà più avanti nella narrazione e che l’impronta generale della storia avrebbe portato ad un classico triangolo molto simile ad HG. Insomma parteggio apertamente per il principe Maxon.

Altro elemento che mi ha affascinato è un mistero che verrà di certo svelato nei prossimi libri, un oggetto (un libro secondo me ☺) che “i ribelli” della situazione sembra stiano cercando. Personaggi che nei libri successivi non saranno il Nemico ma solo personaggi dagli alti ideali che cercheranno la via per mostrare la verità e cambiare dalle fondamenta la struttura sociale del regno di Illeà e la sua storia (ma queste sono solo mia illazioni). 

I rivoltosi sono un elemento interessante e di ampio respiro che personalmente non avevo preso in considerazione. Quando ho iniziato questa lettura mi aspettavo il classico gruppetto di candidate “stronze e crudeli” (ci sono, ma non sono mai fastidiose e non calamitano troppo la situazione), non di certo che i problemi arrivassero dall’esterno mettendo in gioco molti altri attori, aprendo uno scorcio interessante anche sul resto del mondo. 

Passiamo quindi direttamente a parlare dal mondo creato dalla Cross che presenta dei buchi paurosi e spesso fastidiosi: oggettivamente il mondo creato dalla scrittrice non è solo poco chiaro ma spesso in contraddizione. La gestione delle Caste, come si è sviluppato questo nuovo paese, il concetto di storia, istruzione e cultura è lacunosa e pressapochistica mentre il meccanismo della Selezione appare decisamente idiota come idea per far sposare il principe. 

A conti fatti avrei tutti i motivi per non continuare la lettura di questa serie eppure devo dire di essere comunque molto curiosa. L’unico consiglio che posso darvi è: mettete questo libro in wish-list e aspettate prima l’uscita anche dei successivi libri e poi magari acquistateli dopo aver valutato bene l’intera serie e i giudizi espressi in giro.  Se invece non avete resistito e lo avete già letto sono proprio curiosa di conoscere il vostro giudizio! The Selection Trilogy
The Selection – marzo 2013 Sperling & Kupfer The Elite – 23 aprile 2013 Stati Uniti --------------------------------------------------------- The Prince  racconto lungo dedicato al principe Maxon disponibile in inglese e in formato e-book dal 5 marzo 2013 L’autrice: Kiera Cass si è laureata alla Radford University e vive a Blacksburg, Virginia, con la famiglia. In tutta la sua vita ha baciato più o meno quattordici ragazzi: sfortunatamente, nessuno di loro era un principe.  Sito: http://www.kieracass.com/

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :