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Recensione "The Unremembered Empire" di Dan Abnett

Da Nickolas94

L'ultimo romanzo uscito della saga di Horus Heresy è The Unremembered Empire, un libro che ho atteso fin dal primo momento in cui se n'è sentito parlare e che, appena è uscito, mi sono procurato perché non potevo attendere oltre. Con questo articolo vi parlerò delle mie impressioni.
Prima di tutto, The Unremembered Empire riunisce moltissimi altri romanzi e racconti brevi della saga, fungendovi da sequel. Dan Abnett ne fa una lista nelle ultime pagine.
I romanzi sono:
Know No Fear di Dan Abnett
Betrayer di Aaron Dembski-Bowden
Fear To Tread di James Swallow
Mark of Calth di vari autori
Vulkan Lives di Nick Kyme
I racconti brevi, reperibili nei libri Shadows of Treachery, Tales of Heresy e Age of Darkness, sono:
Iron Within di Rob Sanders
The Crimson Fist di John French
The Rules of Engagement di Graham McNeill
The Lion di Gav Thorpe
Savage Weapons e Prince of Crows di Aaron Dembski-Bowden
Nonostante questo, ci sono diverse altre piccole citazioni su altri libri.
Ma passiamo alla trama. Roboute Guilliman si trova su Macragge e tutti i contatti con l'esterno sono impossibili e non si vede più l'Astronomican. Il Primarca perciò decide di organizzare quello che verrà denominato l'Imperium Secundus, credendo che la Terra sia caduta nelle mani dei traditori. Macragge diventa per un certo motivo il farò più luminoso della galassia, diventano la meta di molti Astartes, i quali hanno seguito la luce più luminosa pensando di arrivare sulla Terra, ma trovandosi invece sulla capitale dei domini di Guilliman.
Questa faccenda è visibile in molti romanzi/racconti brevi tra quelli prima elencati.
La vicenda viene raccontata principalmente dal punto di vista di Roboute e degli Ultramarine, anche se ci sono numerose parti in cui il punto di vista è di altri personaggi, che siano amici, nemici o neutrali.
Dan Abnett ha avuto un compito veramente importante in questa storia perché, oltre a dover riunire in modo armonioso tantissime storie precedenti, ha dato l'input a molti altri sequel, fungendo come punto d'incontro da cui poi partono altri rami che diventeranno in futuro nuovi romanzi; in poche parole è solo l'inizio per l'Imperium Secundus.
Nell'attuare questo grande compito, Dan Abnett secondo me è stato impeccabile, mostrando tutta la sua grande abilità che nel tempo non mi ha mai deluso.
Vediamo Primarchi come Roboute e Lion mostrare maggiormente quello che sentono dentro, inoltre viene sottolineato un aspetto che prima era già stato affrontato, ma mai così.
Si potrebbe pensare che i Primarchi traditori siano spesso in disaccordo, mentre quelli Lealisti vadano d'amore e d'accordo, ma in realtà non è proprio così. Sospetti, litigi e avversioni si manifestano anche tra i Lealisti a causa dell'Eresia di Horus, un conflitto in cui tutti non hanno più fiducia negli altri, sospettando il tradimento o il complotto per ogni minima azione strana.
Vediamo anche il ritorno di John Grammaticus con un'altra missione da compiere, la più sconvolgente tra tutte e che alla fine porta ad un radicale cambiamento in lui.
Oltre a John c'è anche Vulkan, che però avrà un po' di problemi a causa di ciò che è successo in Vulkan Lives.
Si può tranquillamente dire che in questo romanzo sia possibile trovare veramente tanti personaggi interessanti. Tanto per dire, anche Eldrad Ulthran.
Ora, invece, voglio affrontare un po' di riflessioni sul finale di questo romanzo. Lo dico per avvisare i lettori che abbiano intenzione di leggere The Unremembered Empire, in modo da evitare eventuali spoiler indesiderati.
Il romanzo ha diversi finali, in base ai personaggi in questione.
Ciò che rende Macragge il faro luminoso della galassia è il Pharos, un artefatto degli antichi situato sul lontano pianeta Sotha e azionato dal Mastro di Guerra lealista Dantioch dei Guerrieri di Ferro, il quale lo ha sintonizzato con Macragge. Questo faro permette di passare da una parte all'altra (Macragge-Pharos) in base a desideri basati su un grande bisogno. Alexis Polux finisce per trovarsi dalla parte del Pharos insieme a Dantioch e alla fine del romanzo sceglie di restare lì per capire meglio insieme il funzionamento dell'artefatto. Questo potrebbe voler dire due cose:
Le vicende di Alexis e Dantioch finiscono così e sappiamo che andando avanti si occuperanno del Pharos.
Oppure, sapendo che l'Imperium Secundus andrà avanti, li vedremo ancora in azione, magari in prima linea o come assistenti, anche se il fatto che Alexis diventi il primo Maestro Capitolare dei Magli Scarlatti mi fa pensare che lo vedremo ancora agire in prima linea.
La missione di John Grammaticus era uccidere Vulkan in modo da facilitare la vittoria di Horus e quindi la successiva caduta del Caos. Per farlo doveva trasportare una lancia rituale (giusto per precisione, non una lancia tipo quella dei guerrieri greci) e farla usare a un altro Primarca per ucciderlo. Non poteva farlo lui perché, essendo un Perpetuo, avrebbe potuto curarlo al posto di ucciderlo. Curarlo perché le torture subite da Vulkan da parte di Curze in Vulkan Lives lo avevano portato alla pazzia.
E perché John fa tutto ciò su Macragge? Molto semplice, la Cabala aveva previsto che Vulkan sarebbe precipitato su Macragge, ma non sapevano che dopo l'unico Primarca disponibile a ucciderlo sarebbe stato Konrad Curze. Alla fine John decide di usare l'arma da solo su Vulkan, comportando varie conseguenze:
John non è più un Perpetuo, ha una sola vita rimasta e la Cabala gli dirà cosa fare, quindi lo vedremo ancora in futuro, ma chissà, forse per l'ultima volta.
Vulkan muore un'altra volta, perché lui ha la capacità di resuscitare come i Perpetui, ogni volta sempre più velocemente, ma una volta colpito dalla lancia sembra morire completamente. Nell'ultimo capitolo viene seppellito e un Marine delle Salamandre, mentre si trova nella sua cripta di sepoltura a fare il proprio lutto, sente un battito tipo quello di un cuore, pensando subito dopo che fosse la sua immaginazione. Si capisce subito che Vulkan sta resuscitando di nuovo, quindi sicuramente lo vedremo di nuovo in azione. Black Library sta iniziando a prendere molto in considerazione i Primarchi delle Legioni più martoriate da Isstvan V.
Poi Sanguinius viene nominato Reggente dell'Imperium Secundus perché ritenuto da Lion e Roboute il più adatto. Dan Abnett specifica che questo è l'inizio dell'Imperium Secundus, quindi potremo ancora vedere Sanguinius, il quale attualmente è stato preso molto in considerazione solo in Fear To Tread grazie alla grande esperienza di James Swallow riguardo agli Angeli Sanguinari.
Infine c'è il finale di Curze, che durante il romanzo ha scatenato il delirio su Macragge, quasi uccidendo Lion, Roboute e John e ponendo fine alla vita di molti altri individui. Alla fine non si più dove sia, ma le ultime parole del romanzo dicono che continui il suo cammino sulla neve.
Neve, dove sarà mai? Di sicuro Dan Abnett non ha messo questo riferimento a caso. Riusciremo forse a vedere un romanzo con protagonista il sadico veggente Konrad Curze? Io spero di sì perché qui mi è piaciuto moltissimo.
In conclusione, reputo The Unremembered Empire uno tra i romanzi migliori di tutta la saga e ne consiglio la lettura a tutti, anche se per godersela a pieno è meglio leggere prima tutta la lista a inizio articolo.
Io per esempio non ho ancora letto proprio tutto della lista, infatti, mi mancano Vulkan Lives, Iron Within, Prince of Crows, Mark of Calth e Betrayer, sebbene anche solo saperne la trama base consente di capire il coinvolgimento di certi personaggi. Proprio per finire la lista, subito dopo aver completato The Unremembered Empire, ho iniziato Betrayer. Appena lo finirò, farò una recensione anche per quello.
Se anche voi avete letto questo romanzo o altri della lista, sarei felice di leggere i vostri commenti.

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