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Recensione | The Walking Dead 6×05 “Now”

Creato il 10 novembre 2015 da Parolepelate

C’è una cicogna in arrivo, in The Walking Dead!

Alanna Masterson (Tara) è incinta. Congratulazioni!

Come dite? Vi aspettavate che parlassi di quell’altra gravidanza? Sì, beh, il fatto è che sto ancora cercando di elaborare una notizia tanto bella e tanto orribile allo stesso tempo, e quindi…

No, ochèi, ce la faccio.

No, non è vero, non ce la faccio. Non ce la posso fare. Nemmeno per sbaglio. Quando scrivevo che non vedevo l’ora che qualcuno dicesse a Maggie che Glenn potrebbe essere morto, probabilmente deliravo. Perché ora gliel’hanno detto, e tutto quello che ne è seguito è stato orribile. Orribile.

Avevamo già visto Maggie in una situazione simile: nella quarta stagione, quando, dopo l’attacco del Governatore alla prigione, lei e Glenn si separano, e faranno di tutto per ritrovarsi. In quell’occasione, Maggie non ha dubitato mai, nemmeno per un secondo che Glenn fosse vivo. In un certo modo, seppure in una situazione ancora più tragica, visto che sa di essere incinta, anche in questa occasione il suo primo pensiero è che no, non è morto. Non è morto. Quando le danno la notizia, la prima cosa che fa è preparasi per andarlo a cercare. La sua reazione è l’esatto opposto di quando ha visto Beth esanime tra le braccia di Daryl: in quel caso non poteva che arrendersi all’evidenza, ma con Glenn è diverso. Sì, in un mondo in cui il tasso di mortalità è del 99,9%, una reazione come quella avuta per la morte della sorella sarebbe stata più logica, perché razionalmente è più probabile che suo marito sia morto, ma Maggie, invece, senza titubare nemmeno per un istante, si aggrappa a quello 0,1.

All’inizio del tunnel, la giustificazione delle motivazioni che l’hanno condotta fuori da Alexandria è razionale, analitica: deve sapere se è vivo, così da poterlo aiutare; deve sapere se è morto, così da farsene una ragione.

Se è vivo, ha bisogno del mio aiuto. È per questo che lo sto facendo. E se è morto, non voglio aspettarlo invano.

La verità è, però, che le è crollato il mondo addosso.

Alla fine del tunnel, tutta la sicurezza che le era servita per convincersi ad uscire da Alexandria, scompare. Tutte le sue certezze vacillano. La vulnerabilità che mostra ad Aaron, e a noi, quando confessa di essere incinta, e di sentirsi in colpa per non essere andata con lui, perché forse avrebbe potuto aiutarlo, fa stringere il cuore.

Non ha voluto che andassi là fuori e ho acconsentito. Se ci fossi andata invece… Se fossi stata con lui, magari avrei potuto aiutarlo. Non so se e’ ancora vivo. Ormai me lo avrebbe fatto sapere. Come ha detto Michonne. Voglio solo vedere il suo volto.

(comunque Lauren Cohan ti odio, ogni volta che hai una scena piena di feelings io ne esco sempre psicologicamente ed emotivamente traballante)

Quel che è peggio, è che Glenn sapeva che sarebbe diventato padre. Quando Rick propone il piano di stanare gli zombie dalla cava, Glenn dice a Maggie di restare ad Alexandria per tenere d’occhio Deanna, e lei risponde che quella non è l’unica ragione per cui lui vuole che resti indietro. Glenn annuisce. L’altra ragione era il marmocchietto in arrivo.

Recensione | The Walking Dead 6×05 “Now”

In tutto questo, le cose ora sono due:

o Glenn è vivo, perché ci stanno dando tante di quelle botte emotive che alla fine pensi che sì, è vivo per forza e gli sceneggiatori stanno soltanto prendendoci in giro;

o Glenn è morto davvero, e noi finiamo tutti in terapia, perché il pensiero che Maggie debba affrontare la gravidanza e crescere suo figlio da sola è intollerabile. Tanto più che, se ricordate, è stata lei a far nascere Judith, nella terza stagione: ha assistito alla morte di Lori, alla reazione di Rick, e già sa quanto è difficile badare ad neonato in mezzo agli zombie. Immagino che ora – con Glenn creduto morto – tutti questi pensieri le stanno affollando la mente. In definitiva, Maggie è sull’orlo del tracollo mentale. Fortuna, almeno, Aaron, che è riuscito a farla sorridere quando vanno a cancellare il nome di Glenn dal muro della memoria.

Un’altra che è un po’ sull’orlo del tracollo è Deanna. La leader di Alexandria, infatti, non se la passa troppo bene. L’utopia della sua città non sembra in grado di resistere all’incalzare degli zombie, che ora si sono ammassati a centinaia sotto alle mura. Gli abitanti di Alexandria, poi, ormai non hanno quasi più speranza per il futuro. Ed è difficile, in queste condizioni, in cui tutto inizia ad apparire futile, rimettersi in piedi. Perché quando inizi a pensare “qual è lo scopo di tirare avanti se tanto poi si muore, tanto vale morire e basta” è l’inizio della fine. Un po’ come ha detto Spencer. Che ha perfettamente ragione, peccato che poi si sia rivelato altrettanto debole. Ma vabbè, le intenzioni buone c’erano.

Ora, visto che il morale è così basso, voglio proprio vedere cosa faranno quando le mura crolleranno, visto che alla fine dell’episodio hanno – inquietantemente – giù mostrato segni di cedimento.

P.S. aspetto che Rick faccia la ramanzina a Morgan più di quanto la domenica sera aspetto la pizza.


Il promo del prossimo episodio, Always accountable


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