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Recensione " "Ti fidi di me?" di J.Lynn

Da Glinda
Cari ragazzi, sapete che non sto tanto bene. Ma nemmeno i miei acciacchi mi hanno potuto impedire di recensire per voi, impazienti  e avidi divoratori di recensioni, il mio parere su "Ti fidi di me?", novella che racconta la storia di "Ti aspettavo" (qui la mia recensione) dal punto di vista di Cam.Titolo: "Ti fidi di me?" (Wait for you #1.5)
Autrice: J.Lynn (Jennifer Armentrout)Data di uscita:3 Luglio 2014Prezzo: 16,4o €
Editore: NordPagine: 320
Il mio voto


Cameron Hamilton è abituato a ottenere sempre ciò che vuole, specialmente quando si tratta di ragazze. Eppure tutto cambia quando conosce Avery. E non solo perché, sebbene Cam ci provi in tutti i modi, lei pare essere immune al suo fascino, ma soprattutto perché Avery non è una ragazza come le altre. In brevissimo tempo, infatti, Cam si è perdutamente innamorato di quella giovane così sensibile e sfuggente, eppure allo stesso tempo determinata e sicura di sé. Cam però non sa che quella sicurezza ostentata da Avery è in realtà una maschera dietro la quale lei nasconde le sue paure e i suoi segreti, una maschera che le impedisce di confessare a Cam ciò che prova davvero per lui.Riuscirà la perseveranza di Cam a fare breccia nell'armatura che Avery si è costruita intorno al cuore e a guadagnare la sua fiducia? Oppure dovrà rassegnarsi a perdere l’unica donna che abbia mai amato?





La mia recensione

Come è accaduto con "Il mio disastro sei tu" di Jamie McGuire, trattandosi di companion books, "Ti fidi di me?" racconta una storia che già conosciamo, con la sola differenza che la narrazione ci mostra il punto di vista del personaggio maschile. Chiunque si sia trovato a palpitare d'amore per Cameron Hamilton in "Ti aspettavo", dunque amerà trovarsi nella sua mente e conoscere i suoi più reconditi pensieri.Non c'è dubbio che l'amatissima J.Lynn, ovvero Jennifer Armentrout, sappia come intrattenere i propri lettori offrendo loro emozioni forti e travolgenti, condite da un peculiare umorismo che rende colorita ogni storia da lei creata. Ecco perché, pur non regalando davvero nulla di nuovo rispetto a "Ti aspettavo", "Ti fidi di me?" riesce comunque ad appassionare e incollare alle pagine fino alla fine, senza annoiare. Indubbiamente sarebbe stato ancor più bello leggere di scene inedite, scoprire di più su Cameron e la sua vita e, magari, trovare un bell'epilogo sul finale, ma in questo caso è proprio necessario dirlo: chi si accontenta gode. E credetemi, per quanto assolutamente non innovativo, il punto di vista di Cam è più che godibile. 
Leggermente più bollente di quello di Avery e sicuramente più irriverente e schietto, il  POV di Cameron Hamilton garantisce un'esperienza di lettura divertente e dolce, che a suo modo sa lasciare il segno.

Ma volevo quello che avevano i miei genitori. Con Avery, volevo qualcosa che potesse durare, e come potevamo costruire un rapporto se lei non si fidava abbastanza da raccontarmi del suo passato? Visto che io, invece, mi fidavo? Non era possibile. E non potevo affrontare un’altra volta una scena come quella di mercoledì sera. Non volevo più vedere l’orrore sul suo viso. Mi sentivo ancora male anche solo a ripensarci in quel momento. Non per ciò che poteva esserle successo, ma perché, in un modo o nell’altro, quanto stavo facendo io l’aveva terrorizzata.E la situazione non poteva cambiare se lei non era sincera con me. Da "Ti fidi di me?"


Come ho anticipato, la storia non è nuova. Conosciamo Avery e Cam, universitari americani i cui destini si sono incontrati e scontrati (se cogliete la citazione vuol dire che avete una discreta febbre anni ottanta) in un indimenticabile primo giorno di lezioni. Sappiamo che Avery non è una classica ragazza tutta feste e sorellanze e che Cam non è il classico ragazzo tutto macchine veloci e avventure di una sera che siamo abituati a ritrovare nei vari libri ambientati nei college americani. Lei, Avery, è schiva e introversa e pur rimanendo incantata da Cam sin dal primo incontro, sembra essere determinata a stargli alla larga. Ma, come sappiamo, Cam non è certo il tipo che si arrende al primo rifiuto e, per dirla tutta, nemmeno al decimo.  Paziente, desiderabile e pieno di risorse Cam è pronto a giocarsi il tutto e per tutto pur di conquistare quella che sembra essere la ragazza dei suoi sogni.  Pur sapendo che la loro non sarà la storia d'amore più facile e serena che si potrebbe desiderare. Pur sapendo che Avery porta su di sé le cicatrici di un dolore troppo grande. Dunque, sappiamo tutte queste cose, conosciamo i segreti di Avery e le ombre di Cam, sappiamo anche come la storia va a finire. Ma allora perché mai dovremmo leggere questo libro? Be', perché Cam è cam ed entrare nella sua testa è una di quelle esperienze che non ci si può perdere se si è amato "Ti aspettavo". Entrare a stretto contatto con i pensieri di questo protagonista permette di comprenderne la psicologia, di osservare Avery attraverso i suoi occhi, di sapere cosa gli passasse per la testa nei momenti che più abbiamo adorato nel libro precedente. La sua voce è così avvolgente da desiderare di poterne approfittare di più. Proprio per questo sarebbe stato davvero perfetto se la Lynn avesse deciso di regalarci qualche spezzone inedito: Cam crea dipendenza!Ancora una volta, J.Lynn, colpisce al cuore dei lettori e delle lettrici che non possono fare a meno di una buona storia romantica. La sua prosa è fresca e vivace, i pensieri di Cam dolci e inaspettatamente singolari, la storia è ormai nota, ma comunque innegabilmente bella.

Era solo quello? Una sfida? Dalla prima volta che avevo incontrato Avery, lei si era messa a correre per scappare da me, e di solito le ragazze correvano per venire da me. Ma ciò che le avevo detto la sera prima riguardo al perché volessi uscire con lei era vero. Avery m’interessava sul serio. Non era come le altre, sempre tutte in tiro, falsamente ritrose e un po’ civette. Non che in questo ci fosse qualcosa di male, ma Avery era diversa. Mi faceva ridere. Magari non di proposito, ma mi piaceva pazzamente vederla arrossire per le cose più semplici oppure sorridere.Pasticcino era una spanna al di sopra di tutte le altre donne che conoscevo. Da "Ti fidi di me?"

Dicevo che il protagonista si è rivelato essere più creativo di ciò che ci si aspettava. Oltre ad avere una genuina passione per la cucina, trovare modi sempre originali per dimostrare il proprio interesse ad Avery e avere sempre la risposta pronta, in questo libro scopriamo che ha delle deliziose doti nascoste. Per esempio si riferisce a tutte le persone che ama con un nomignolo diverso (Avery è il suo "Pasticcino alla fragola"). Quella di Cameron è una narrazione di cuore, addirittura più romantica e passionale di quella di Avery. Dal suo punto di vista infatti viviamo i dolori di un amore che tarda a sbocciare, la paura del rifiuto, il terrore di perdere la persona che ama. Assistere alle difficoltà della coppia Cam-Avery è stato dunque ancora più straziante e intenso di quanto non lo sia stato il primo libro. Più spontaneo e diretto di Avery, ma anche più caldo e premuroso, Cameron si rivela essere un personaggio credibile e convincente, oltre che adorabile. Il suo affetto nei confronti della famiglia, in particolare della sorella minore che sarà poi la protagonista del libro "Stai qui con me", scaldano il cuore. Così come la pazienza con cui affronta la difficile situazione che Avery si porta dietro.Ma, c'è un ma. Nonostante tutti questi aspetti positivi, nonostante le risate per le battute di Cameron e la sincera commozione che scaturisce da alcuni suoi dolcissimi gesti, avrei voluto di più. Durante la lettura sentivo un leggero senso di mancanza ed ero alla continua ricerca di un maggiore approfondimento del personaggio di Cam che, a mio parere, avrebbe decisamente meritato più libertà di azione. Sono sicura che se avessimo potuto leggere di più di lui, conoscerlo ancora meglio e assistere ad altri momenti inediti, la lettura sarebbe stata molto più soddisfacente.
«Stai mentendo.» Presi fiato. Era il momento. Basta segreti. «Stai mentendo a me. È successo qualcosa, perché quello...» – indicai il letto dietro di me – «... quello non era ’non essere pronta’. Era qualcos’altro, perché tu sai – lo sai – che io aspetterei, Avery. Lo giuro, però devi dirmi cosa ti passa per la testa.»Continuava a non rispondere e il petto prese a farmi un gran male: che non si fidasse di me? Si rendeva conto di come mi sentivo? E aveva importanza se in realtà non si fidava di me? La risposta fu una ventata gelida lungo la schiena. Da "Ti fidi di me?"

Verdetto: una novella imperdibile

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