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Recensione: Zombie Honeymoon

Da Zombie Knowledge Base
La classica frase “finchè morte non vi separi”, di rito in ogni matrimonio, può suonare - in quest’epoca di “amore liquido” - un po’ impegnativa. Non la pensano così Danny e Denise, protagonisti di Zombie Honeymoon, b-movie tra Horror e commedia sentimentale. Ma com’è la vita matrimoniale dopo il decesso di uno dei partner? La recensione dopo il salto...
Recensione: Zombie HoneymoonLa locandina spagnola di Zombie Honeymoon, probabilmente la più riuscita
Perché, proprio quando se ne stanno stesi in riva al mare a godersi il primo sole della loro luna di miele (scusate il gioco di parole e di astri), un losco figuro emerge dalle acque dell’oceano, piomba su Danny e, nel tentativo di morderlo, gli riversa in faccia litri e litri di materia liquida nera e poi, a sua volta, si accascia.
Questo è quanto basta per il contagio. A nulla servirà la corsa in ospedale e le manovre di rianimazione. Per 10 minuti il cuore del giovane sposo rimarrà fermo ma, proprio mentre la disperazione di Denise è allo Zenit, il corpo del suo partner comincerà a rianimarsi di nuovo. Niente a che vedere con la iconografica resurrezione di un morto vivente fatta di corpi bluastri e movimenti lenti e scomposti.
Sembrerebbe piuttosto un errore di diagnosi o un “normale” caso di morte apparente. Fatto sta che Danny viene dimesso quasi subito e i due “just married” possono tornare alla loro luna di miele. L’episodio sembra averli resi coscienti di come è fuggevole la vita e dopo una session di sesso selvaggio (i morsi di lui, oltre a suscitare gridolini di piacere di lei, cominciano a sembrare un po’ sospetti), i due decidono di realizzare i loro sogni.
Recensione: Zombie Honeymoon
Scrittore surfista lui, pittrice lei, il Portogallo come terra promessa. Si licenziarno dai rispettivi posti di lavoro e procedono sparati verso la loro nuova vita, se non chè...
Denise si renderà conto del processo di Zombificazione di Danny. E quei segni che normalmente si manifestano dopo alcuni anni, e che fanno scricchiolare i matrimoni più rodati, hanno una decisa accelerazione.
Come una casalinga disperata, Denise dovrà sopportare i rumori disgustosi del marito quando mangia e la propensione ad impiastricciare di cibo i vestiti e la biosfera circostante.
Inoltre - con raccapriccio - si renderà conto delle nuove abitudini alimentari del marito che dal vegetarianesimo passerà a succulente bistecche al sangue, fino a comprendere che tragica fine hanno fatto il vicino di letto in ospedale di Danny, l’enfisemico runner della porta accanto e tutti coloro che passano a tiro di morso dal suo dolce maritino. Avere degli amici a cena poi assumerà la classica accezione alla Hannibal Lecter.
L’amore è più forte di tutto? Sopravvive alla morte? Non anticipiamo il finale per chi avesse voglia di vedere il film. Quanto detto fin qui è abbastanza per esprimere alcuni pareri.
Recensione: Zombie Honeymoon
A mio parere il film si lascia guardare ed apprezzare e quindi mi sento di consigliarne la visione a patto che non ci si aspetti lo stesso livello di qualità ed originalità di altri titoli dello stesso filone quali “Splatters”, “Bad Taste” e L’Alba dei Morti Dementi.
Va dato atto al regista David Gebroe di aver coraggiosamente sperimentato offrendo una figura di Zombie che rompe gli schemi della iconografia classica. Danny infatti è un morto vivente senziente e consapevole, anche se in graduale decadimento (vedo già arricciarsi il nasino snob di qualche purista ma, come dice un mio amico Zombie senziente e consapevole, i puristi? Una volta ne ho assaggiato uno, sapeva di plastica!).
Va però detto che alcuni passaggi della sceneggiatura sembrano piuttosto deboli o poco credibili. Ad esempio rimane senza spiegazione ed approfondimento la tematica del contagio e rimane un mistero chi sia, da dove venga e che fine faccia il “mostro marino” che lo genera.
Per non parlare dei 10 minuti di arresto cardiocircolatorio dichiarati dallo sfortunato compagno di stanza d’ospedale di Danny. E’ noto che la mancanza di apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (anossia cerebrale) produce lesioni che iniziano dopo 4-6 minuti e sono dapprima reversibili, ma diventano irreversibili dopo appunto 10 minuti di assenza di circolo. Il buon David Wellington, nel suo romanzo Monster Island (qui la recensione), per rendere credibile il personaggio di Gary, Zombie cosciente e senziente, è costretto ad immergerlo in una vasca di ghiaccio e a collegarlo a un respiratore meccanico tra la morte e il risveglio.

Il trailer originale di Zombie Honeymoon

La sfida sicuramente più importante per un film del genere è quella di riuscire ad amalgamare la vicenda sentimentale della coppia con le scene maggiormente gore. Zombie Honeymoon su questo piano è più che convincente, a parte qualche caduta sul piano della recitazione, qualche scena inutile (ad esempio quella nel videonoleggio sembra non avere alcuna utilità se non quella di inquadrare la t-shirt Zombie-fashion del videonoleggiatore), qualche cede, senza ironia, a clichè sentimentali.
Gli aspetti ironici e paradossali ci abbandonano solo per brevi tratti permeando gran parte della vicenda dei due sposini. Nel complesso si rimane incollati allo schermo e, tra un urlo di spavento e una risata, ci si chiede, insieme al regista e ai protagonisti: ma l’amore romantico fino a dove è giusto che arrivi?

Titolo originale: Zombie Honeymoon
Paese: USA
Anno: 2004
Regia: David Gebroe
Produttore: Hooligan Pictures, Sky Whisper Productions, Glass Eye Pix
Sceneggiatura: David Gebroe
Cast principale: Tracy Coogan, Graham Sibley e Tonya Cornelisse
Durata: 83 minuti
Voto: 6/10



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