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Recensioni in progress: Alessia Caputo sta leggendo Un cuore rosso rubino in un freddo mare blu di Morgan Callan Rogers (Elliot)

Creato il 16 aprile 2012 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

Sciolsi le mani dalla sua stretta e mi alzai. Misuravo la stanza a grandi passi quando, desiderando qualcosa da fare, ricordai il motivo per cui ero venuta e andai verso la vetrinetta. Presi il cuore dal centro del mobile e lo portai verso la cucina.
«Non adesso Florine» disse Grand. «Devi prima calmarti. Potresti rompere qualcosa, e poi entrambe ci staremmo male».
«Il tuo dannato vetro è più importante di me?» gridai. Poi attraversai l’atrio di corsa, uscii dalla porta e imboccai il vialetto dirigendomi verso le Guance. Mi arrampicai sulle rocce scivolando e guadai la neve alta fino alle caviglie per arrivare allo State Park. Una volta lì, senza cappotto, nascosta nelle gelida solitudine del parco deserto, mi spinsi sulle terrazze sopra l’oceano, cercando di ignorare il vento prepotente che mi pizzicava il volto. Scivolai sul sentiero ghiacciato e caddi di pancia, perdendo il piccolo cuore nella neve.
«Merda» dissi, mentre lo cercavo a tentoni, per poi trovarlo e stringermelo al petto. Raggiunsi le terrazze. Gli spruzzi ghiacciati del mare mi stamparono dei baci sulle guance.
Urlai tutta la mia rabbia, tristezza e sofferenza contro il cielo d’inverno, con il suo infernale matrimonio di acqua gelida e vento bastardo. «mamma!» gridai. «Torna a casa. adesso!». Ma l’oceano e le rocce continuarono la loro algida battaglia, ignorandomi. Nella mia disperazione urlai «Ecco! Adesso ridatemela!», poi lanciai il cuore rosso rubino nel freddo mare blu.
E in quel momento Carlie fu con me. Un inaspettato calore mi avvolse dalla testa ai piedi, mentre mia madre mi abbracciava. Sentii il suo profumo e premetti il naso nei suoi capelli, e ci fummo solo noi, in un piccolo cerchio di calore che pulsava luminoso. Love me sweet, never let me go… Cantavamo, e sarei stata felice se fosse finita così.


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