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Recensioni - “Mr. Mercedes” di Stephen King

Creato il 03 dicembre 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Wednesday, 03 December 2014 10:00

Recensioni - “Mr. Mercedes” di Stephen King“Mr. Mercedes” di Stephen King è il nuovo thriller edito da Sperling & Kupfer del Re del Brivido recensito oggi da LetteraturaHorror.it. Clicca e leggi trama e note sull'autore
Quando ci si avvicina alla lettura per la recensione di un mostro sacro come Stephen King bisogna essere sempre cauti e stare con i piedi di piombo per non lasciarsi sopraffare dal nome dell’autore, dalla sua storia e dalla sua arte, da ciò che ha dimostrato di essere e di saper fare sino a ora e, quindi, perdere l’obiettivo che ci si è prefissi.


Nonostante ciò, però, stupisce come il Re del brivido mondiale riesce sempre a creare nuovi romanzi, nuove storie, nuove piccole “gemme” di letteratura contemporanea. Sebbene sia innegabile dire che non tutti i suoi libri possano essere capolavori, ci basta notare come, comunque, ognuno di essi leghi indissolubilmente il lettore alle proprie pagine e anche Mr. Mercedes risponde in pieno a questa regola.
A differenza di quanto abbiamo letto e visto in giro per il web, noi non ci sentiamo mai delusi né traditi da Stephen King, sia quando si cimenta in romanzi dell’orrore sia quando, come in questo caso, ci regala thriller tra il psicologico e il CSI.
Per chi critica Mr. Mercedes, o più in generale gli ultimi romanzi di King, va ricordato che essi hanno solo una grande pecca, l’essere stati partoriti da una mente geniale e da un autore di livello mondiale, forse il più famoso e importante al mondo (almeno per quanto riguarda il suo genere) e quindi le aspettative sono sempre troppo alte, spesso eccessive. Non è umanamente possibile che dopo oltre 40 romanzi i livelli siano sempre quelli di Shining o It o Carrie (solo per citarne alcuni tra quelli di maggior successo), ma siamo sicuri anche che se qualunque altro autore avesse scritto Mr. Mercedes o Doctor Sleep o Joyland gli stessi critici avrebbero dato voti e recensioni eccellenti a romanzi che hanno comunque lasciato il segno e si sono dimostrati più “maturi” e più a passo con i tempi.
Veniamo a Mr. Mercedes, ovviamente, come sempre, non spolieremo niente poiché è giusto che il lettore faccia la propria strada e il proprio percorso qualora decida di leggerlo, ma ci preme, in questa sede, dare un’idea generale a chi ci legge di cosa è questo romanzo.
Come già detto prima e come, di sicuro, avrete ormai capito Mr. Mercedes non ha nulla di sovrannaturale né orrorifico se non fosse che il vero mistero e il vero terrore questa volta viene causata dalla mente malata del protagonista, Brady Hartsfield, una mente totalmente delirante, ma talmente lucida da pianificare nei minimi dettagli efferati delitti e omicidi. Mr. Mercedes è proprio questo, il viaggio in un mondo fatto di perversioni e scheletri nell’armadio dove il male attira ancora di più il male.
Parallelamente alla storia malata di Brady, troviamo quella del poliziotto in pensione Bill Hodges che intreccerà indissolubilmente con l’assassino la propria vita. Ed è bello notare come King metta in mostra tic, vizi e virtù di tale personaggio chiamato dalla propria coscienza a mettersi sulle tracce dell’assassino della Mercedes in un dualismo bene-male, bianco-nero ben architettato e scorrevole.
Mr. Mercedes è senza ombra di dubbio un thriller psicologico e King è bravo e capace di farci entrare appieno nella storia coinvolgendoci, facendoci partecipi sia meramente come “freddi” lettori, sia emotivamente.
Come sempre, ma questo è inutile dirlo, i personaggi sono costruiti e presentati alla perfezione dall’autore e, come sempre accade nei libri di Stephen King, sembra quasi di conoscerli di persona. Differentemente dal solito, però, ci è parso che in Mr. Mercedes lo scrittore del Maine abbia limitato la sua consueta “prolissità narrativa”, non è una cosa negativa nonostante la terminologia lo faccia presupporre, ma chi conosce Stephen King avrà già capito di cosa parliamo, ovvero la descrittività estrema – caratteristica peculiare – viene quasi “limitata” dai fatti, dalla vicenda narrata, che non lascia molto spazio dati i ritmi serrati, e proprio dalla natura psicologica dl thriller.
L’autore, infine, sembra tenerci molto a questo romanzo vista la immensa porta aperta che lascia nel finale e che fa presupporre un continuo già programmato e che, lo ammettiamo, non vediamo l’ora di leggere. Intanto, però, nell’attesa si torna all’horror e l’appuntamento è per marzo 2015 con Revival.

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